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(AGI) – New York, 8 mag. – E’ ormai noto che le madri che hanno
gia’ allattato al seno il loro bambino non incontrano tante
difficolta’ a farlo in una seconda gravidanza. Ora un gruppo di
ricercatori del Cold Spring Harbor Laboratory (Usa) hanno
scoperto il perche’. In uno studio pubblicato sulla rivista
Cell Reports, gli scienziati hanno spiegato che la ghiandola
mammaria, la parte del seno che produce latte, ha una “memoria”
e quindi “ricorda” che la donna e’ gia’ stata incinta una
volta. Questo significa che in una successiva gravidanza, il
corpo risponde piu’ rapidamente ai cambiamenti ormonali,
producendo di conseguenza latte piu’ velocemente. Questa
“memoria”, secondo i ricercatori, puo’ durare tutta la vita
riproduttiva di una donna. Durante la gravidanza, il rilascio
di estrogeno e progesterone innesca cambiamenti nel seno che lo
spingono a produrre latte. Le cellule del seno di dividono e si
formano migliaia di condotti che trasportano il latte durante
l’allattamento. I ricercatori hanno ipotizzato che l’essere
incinta potrebbe alterare la ricettivita’ della ghiandola
mammaria agli estrogeni e al progesterone. Volevano quindi
verificare se questo cambiamento sia dovuto da variazioni nei
“marcatori” chimici che si legano al Dna. Questi segni, che di
solito sono molecole di metile (CH3), sono chiamati “marcatori”
epigenetici. Anche se non sono presenti nel Dna, possono
impedire alcuni geni di essere espressi o promuovere la loro
espressione. Utilizzando cellule staminali della ghiandole
mammarie del topo, i ricercatori hanno scoperto che le cellule
di topi che hanno dato precedentemente alla luce figli avevano
marcatori “sostanzialmente diversi” rispetto alle cellule di
topo della stessa eta’ mai stati in attesa. Gli studiosi hanno
anche scoperto che la gravidanza cancella molti altri marcatori
presenti. I marcatori si legano al Dna nelle cellule epiteliali
mammarie in siti vicini ai geni che si attivano durante la
gravidanza, in particolare i geni coinvolti nella divisione
delle cellule del seno e nell’allattamento. Quando gli
scienziati hanno dato ai topi, gia’ con un’esperienza di
gravidanza, gli ormoni che ne simulano una vera e propria, gli
animali hanno risposto piu’ rapidamente rispetto agli altri
topi mai stati gravidi e trattati con gli stessi ormoni. “Le
ghiandole mammarie – ha spiegato Camila dos Santos, che ha
coordinato lo studio – iniziano a espandersi piu’ velocemente e
anche prima di quanto abbiano fatto nella prima gravidanza. E’
come se la ghiandola gia’ conoscesse quegli ormoni”. Questi
risultati potrebbero avere implicazioni importanti. E’ noto
infatti che le donne che rimangono incinte all’eta’ di 25 anni
hanno tassi notevolmente piu’ bassi di cancro al seno rispetto
alle donne che fanno figli piu’ avanti con l’eta’ o che non ne
fanno affatto. Secondo i ricercatori, e’ possibile che questa
protezione contro il cancro potrebbe essere collegata alla
“memoria” delle cellule mammarie. Ora gli studiosi stanno
cercando di capire in che modo la gravidanza spinga le cellule
del seno a impedire lo sviluppo del cancro.
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