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(AGI) – Roma, 8 giu. – Tutti contro tutti. Mentre sulle coste meridionali continuano gli sbarchi, sale la temperatura dello scontro politico sull’immigrazione.

Ieri la presa di posizione del governatore della Lombardia, Roberto Maroni, deciso a ridurre i fondi ai sindaci della sua regione disposti ad accogliere i profughi; oggi, dalla Germania, sede del G7, la replica del premier. “Facile buttarla in una polemica tra i partiti che non ha senso e che non interessa ai cittadini”, ha tagliato corto Renzi richiamando i governatori del centrodestra a “recuperare il buon senso”: la querelle “e’ comprensibile solo per chi non ricorda cosa e’ successo in questi anni. La decisione di dividere nelle regioni i migranti che arrivano in Italia fu presa dal ministro Maroni. Salvo poi svegliarsi e dire che non funziona”. “Altro che sanzioni – ha continuato il presidente del Consiglio – i comuni che accolgono i migranti andrebbero premiati“. E ancora: “Non siamo in presenza di una situazione da descrivere con toni apocalittici perche’ il sistema sta dimostrando di saper reagire. Chi parla di immigrazione con toni apocalittici lo fa per non guardare ai risultati economici. E’ il business della paura”.

Secca la replica anche del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che stamattina al Viminale ha incontrato il commissario Ue all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos (che ha garantito che “l’Italia non sara’ lasciata sola” a fronteggiare l’emergenza). Per il titolare del Viminale, la posizione di Maroni e degli altri governatori e’ “un atteggiamento di odio insopportabile verso il Sud. Riteniamo profondamente ingiusto, nei confronti di quelle regioni che hanno aiutato lo Stato a fronteggiare questa emergenza, che ora si dica con atteggiamento egoista ‘noi no, se la sbrighino da se’. Chiediamo un’equa distribuzione degli immigrati in Italia come la chiediamo in Europa”. E da Alfano un’altra ‘bacchettata’ al predecessore: “credo che tutti debbano appropriarsi della propria biografia, senza sbianchettarne le pagine: chi e’ stato ministro dell’Interno deve conservare il senso della propria missione istituzionale anche se ne riveste un’altra. La Lega? Ha retto il Viminale a lungo e se voleva cancellare prefetture e prefetti aveva piu’ di mille giorni per farlo, ma non l’ha fatto”.

Per adesso, pero’, il fronte del no resta compatto: “Faro’ quello che ho detto – ha spiegato Maroni, alludendo al taglio dei trasferimenti ai comuni – io non faccio proclami o annunci”. E le obiezioni dei costituzionalisti sulla legittimita’ dell’iniziativa? “Non si preoccupino”. “Siamo pronti a bloccare le prefetture e a presidiare ogni struttura nella quale si vorrebbero alloggiare nuovi clandestini”, ha promesso Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, confermando “incondizionato appoggio ai presidenti di Lombardia, Veneto e Liguria. Non possiamo accogliere tutta l’Africa in Italia, basterebbe un po’ di buonsenso per capirlo”.

“Siamo pronti a occupare le prefetture che vogliono requisire spazi per ospitare gli immigrati”, ha rilanciato il leader della Lega, Matteo Salvini. Renzi? “Ha guidato l’Europa per sei mesi e non ha fatto nulla. Non puo’ dire ora che l’Europa non fa… Spero che la parabola del chiacchierone stia velocemente declinando”.

E da Venezia il candidato sindaco Felice Casson dice “Sulla proposta del ministro Alfano il comune di Venezia, ha gia’ dato tanto. Meta’ dei richiedenti asilo e rifugiati della provincia di Venezia e’ domiciliato nel comune stesso. E la provincia di Venezia, con circa un quarto dei permessi di soggiorno per protezione, e’ la provincia con maggiori presenze di rifugiati nel Veneto”. “Non si possono accettare imposizioni ne’ dalla regione ne’ dal ministero dell’Interno – dice Casson -, ogni modifica va discussa e trattata per la parte che ci riguarda con il Comune di Venezia, in quanto non e’ piu’ possibile inserire a caso persone provenienti dall’estero in un territorio urbano delicato e gia’ compromesso”.

Un severo richiamo arriva dalla fondazione Migrantes: “la chiusura di alcune regioni del Nord all’accoglienza di persone salvate nel Mediterraneo rappresenta un segnale negativo ed una negativa indicazione di credibilita’ dell’Italia”. Tutto questo in presenza di uno scandalo come “Mafia capitale” che mette in risalto “la mancata credibilita’ della forma di gestione delle strutture di accoglienza dei rifugiati”. (AGI)