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(AGI) – Dublino, 23 mag. – La cattolica Irlanda ha detto si’ ai matrimoni gay, diventando il 22mo Paese ad ammettere le nozze omosessuali ma il primo a farlo attraverso un referendum. Con lo spoglio delle schede ancora in corso, il governo ha anticipato la notizia che il si’ si e’ imposto nettamente. Il ministro della Salute, Leo Varadkar, ha parlato di “giornata storica” e ha affermato che questo risultati fa dell’Irlanda “un faro” per il resto del mondo in termini di liberta’ e uguaglianza. Per il premier Enda Kenny, il popolo irlandese ha mandato “un messaggio pionieristico”. Anche il fronte del no ha riconosciuto la sconfitta: David Quinn, esponente della lobby cattolica Iola Institute, ha riferito si’ sono “quasi il doppio” dei no”. I risultati ufficiali del referendum arriveranno nel pomeriggio. Lo spoglio delle schede nelle 43 circoscrizioni e’ iniziato alle 9 di questa mattina (le 10 in Italia). La vittoria del si’ rappresenta una svolta per l’isola a maggioranza cattolica, dove fino al 1993 esisteva il reato di sesso omosessuale e l’aborto resta proibito se la vita della madre non e’ in pericolo. La consultazione popolare ha approvato un emendamento all’articolo 41 della Costituzione del 1937 con la nuova formula secondo cui “il matrimonio puo’ essere contratto per legge da due persone, senza distinzione di sesso”. La campagna per il si’ e’ stata sostenuta dalle maggiori forze politiche anche gli esponenti piu’ conservatori del Fianna Fail e del Fine Gael del premier Kenny hanno tenuto un basso profilo, specialmente quelli provenienti dalle aree rurali. Per Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, “La valanga di si’ al referendum che ha sottoposto al giudizio popolare la modifica dell’articolo 41 della Costituzione irlandese dimostra come alla lunga le campagne d’odio nei confronti delle persone lgbt sono sconfitte dal buon senso popolare”. Per Mancuso, che aggiunge: “Il risultato di oggi parla anche al nostro paese dove alcuni settori della gerarchia cattolica appoggiano orribili gruppi integralisti che propugnano esclusione e discriminazione, utilizzando un linguaggio che si sperava fosse stato sconfitto dalla storia. In Irlanda moltissimi cattolici hanno votato si’, contraddicendo le pesanti ingerenze dei vescovi che erano schierati per il no. Ancora una volta il popolo di Dio e’ piu’ saggio rispetto a una gerontocrazia che combatte contro ogni liberta’, soprattutto quando e’ responsabile. Ora la politica italiana impari la lezione e si decida finalmente a esser degno della collettivita’ dei paesi europei piu’ maturi e avanzati. La legge sulle unioni civili deve esser discussa subito e approvata in tempi ragionevoli da tutto il Parlamento”. (AGI) .