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Federer-Tsitsipas come Sampras-Federer di Wimbledon 2001? Gli ottavi degli Australian Open 2019 riecheggiano per tanti aspetti lo storico cambio della guardia proprio agli ottavi di quei Championships fra l’anziano dominatore e il giovane rampante. Allora, “Pete the pistol” aveva 29 anni, aveva firmato addirittura le ultime quattro edizioni del torneo più famoso dello sport, e ne aveva conquistate sette in otto anni. Oggi, “Il Magnifico”, a 37 anni, difende gli ultimi due successi consecutivi a Melbourne, dopo averne siglati sei, dal 2004.

Allora, come adesso, tutti e due i veterani di classe erano sul viale del tramonto e trovano avversari ugualmente ricchi di talento che bussano a testa alta alle porte del paradiso del tennis, vestiti da guerrieri impavidi e selvaggi, con la bandana, i capelli lunghi, un filo di barba incolta e la freschezza della giovane età: nel 2001, Roger lo svizzero aveva 19 anni, nel 2019, Stefanos il greco ne ha 20. Allora come adesso il più famoso dei contendenti, dopo aver riscritto i record da numero 1 della classifica mondiale, è scaduto nel computer Atp: all’epoca, il californiano era sceso al numero 6, oggi il primatista di 20 Slam è numero 3. Tutt’e due le volte il confronto è inedito, anche se Federer e Tsitsipas hanno appena incrociato le racchette alla Hopman di Perth, che però è un torneo-esibizione.

E comunque, per piegare il rivale più giovane di 17 anni, ha avuto bisogno di due tie-break. “Bravo, mi piace il suo stile, è bello vedere un giovane attaccante”, ha commentato l’uno. “Conosco i suoi schemi, dovrò rispondere bene”, ha chiosato l’altro. Insomma, se ci aggiungiamo che sia Sampras che Tsitsipas sono di ceppo greco, ecco che il discorso del passaggio di testimone fra il campione di ieri e quello di domani assume i contorni anche della vendetta per interposta persona.

Stefanos Tsitsipas (AFP)
 

Il discorso è: Tsitsipas è all’altezza del Federer di allora? Può ragionevolmente abbattere un totem così importante, in un momento così importante delle due carriere, in uno Slam e quindi in quella, lunghissima vicenda che si snoda al meglio dei cinque set? Il Roger che nel 2001, grazie al colpaccio su Sampras, approdava per la prima volta ai quarti di un Major, aveva toccato gli ottavi l’anno prima proprio ai Championships, lo Stefanos che sogna l’eclatante sgambetto al re ha fatto un po’ peggio in generale, ma ha anche lui gli ottavi come record negli Slam, agli Us Open di settembre. E può sbandierare una classifica di numero 15 del mondo che è esattamente la stessa che marchiava Federer quando chiuse l’epopea Sampras a Wimbledon. Così come, in parallelo, all’epoca Roger si era aggiudicato un solo titolo Atp, a Milano, sul veloce indoor, proprio come Tsitsipas ha firmato il primo e finora unico torneo a Stoccolma, sul veloce indoor.

A guardare il cammino di Federer e Tsitsipas nei primi tre turni, Roger non ha perso set per strada ma, dopo la passeggiata contro Istomin, ha avuto bisogno di due tie-break per superare avversari ampiamente alla portata come Evans e Fritz, quindi con qualità ma non abbastanza potenza, mentre Tsitsipas di set ne ha concessi tre, uno ciascuno ai più temibili Berrettini, Troicki e Basilashvili, ma non è mai stato davvero in difficoltà. Ed arriva agli ottavi ugualmente fresco come Roger. Quindi, al di là delle coincidenze che richiamano inevitabilmente quel famoso Federer-Sampras di Wimbledon 2001, non ci sono statistiche ed elementi decisivi per sostenere un pronostico piuttosto di un altro.

Oggi, in un torneo che conosce così bene, su una superficie che gli piace e dove ha vinto la maggior parte delle partite, per come sta giocando, per la spensieratezza che sbandiera e per la forma fisica che dimostra, Federer sembra ancora, se non superiore, più completo, di Tsitsipas, considerando anche i cinque set degli Slam. Anche se la variabile gioventù rappresenta sempre un bell’asso da calare dalla manica, a favore di Stefanos, già eroe greco che punta a diventare un dio.