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L'addio di Neymar al Barcellona è ormai ufficiale. È stato il calciatore stesso a comunicarlo ai compagni, presentandosi al suo ultimo allenamento in maglia blaugrana. Compagni che, in alcuni casi, avevano iniziato a provare contro il "mercenario" brasiliano la stessa insofferenza dei tifosi che in questi giorni hanno attaccato lungo le strade vicino al Camp Nou volantini con il volto dell'attaccante brasiliano e l'inequivocabile scritta: "Se busca traidor". Si cerca un traditore.

Il 'giallo' del volo a Dubai

Per l'ufficialità del trasferimento al Paris-Saint German, il club posseduto dal ricchissimo fondo sovrano del Qatar, mancherebbero pochi giorni. Nelle scorse ore era diventato un vero e proprio giallo la mancata tappa del calciatore a Doha, dove era atteso per le visite mediche e la firma del contratto dopo un viaggio a Shanghai per impegni con lo sponsor. Neymar invece ha fatto scalo a Dubai, con tanto di selfie in aeroporto, per poi recarsi nella capitale catalana per l'ultimo saluto. Abbastanza da far sostenere ad alcuni che il fuoriclasse verdeoro stesse valutando anche le attenzioni degli emiratini. 

Il procuratore di Neymar, Wagner Ribeiro, ha poi pubblicato, però, un 'tweet' abbastanza esplicito. "Parigi è meravigliosa, la Torre Eiffel, il vino, la gastronomia e il CALCIO". Un trasferimento da 222 milioni di euro, il più costoso della storia del calcio, un record aggiornato ad appena un anno di distanza dai 105 milioni che il Manchester United spese per strappare Paul Pogba alla Juventus. Una cifra che allora era sembrata mostruosa ed è invece pari a meno della metà di quanto sborseranno i qatarioti per portare Neymar a Parigi, senza contare i 300 milioni della proposta di ingaggio che porteranno il conto finale sopra il mezzo miliardo. A meno che le autorità del calcio europeo non decidano di prendere finalmente sul serio la questione del fair-play finanziario e facciano passi concreti per tentare di mettere fine a una gara al rialzo ormai ingestibile per squadre che non hanno, come il Psg, uno Stato dietro.

La Liga non accetterà i soldi della clausola rescissoria

A mettere i bastoni tra le ruote a un'operazione che sembra già cosa fatta è proprio la Liga spagnola, che ha annunciato un ricorso per concorrenza sleale contro un club che è parigino di nome ma qatariota di fatto. Il presidente della Liga, Javier Tebas, ha annunciato che "la denuncia è pronta e sarà presentata all' UEFA, l'Unione europea e la Corte di Svizzera, che sono i tribunali competenti", si legge sul Messaggero. "La Liga non accetterà i soldi per la clausola rescissoria di Neymar denunciando il Psg per concorrenza sleale e l'impossibilità di competere contro i club/Stato", è la posizione di Tebas, "per quanto riguarda il Psg, è un chiaro esempio di doping finanziario, club/Stato. I conti del Psg mostrano che le entrate commerciali sono superiori a quelle di Real Madrid o Manchester United, vorrebbe dire che il valore del marchio sarebbe superiore a questi due club, cosa che è impossibile". Il Barcellona ha intanto già bloccato il pagamento di 26 milioni dovuti al padre del giocatore a titolo di bonus. "La somma è depositata da un notaio ed è congelata. Va pagata solo se continua con noi", fa sapere la squadra.

Uno Stato può possedere un club?

"Uno Stato non può possedere un club. Eppure lo possiede. Il Psg non è più Francia: è Qatar. E Neymar è un acquisto del Qatar, non del Psg. Fin qui tutto chiaro?", scrive Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport, "i qatarioti non sanno fare calcio. Ma lo fanno. I qatarioti non sanno spendere bene. Eppure spendono senza misura. Hanno i miliardi e l’irrazionalità di chi può far saltare tutti i tavoli. I qatarioti cambiano allenatori (Leonardo, Ancelotti, Blanc) e dirigenti buttando milioni in buonuscite. I qatarioti se ne fottono del Fair Play Finanziario perché sono uno Stato capace di essere al tempo stesso finanziatore e finanziato".

"I qatarioti tirano fuori 560 milioni per avere Neymar, una Ferrari color oro, anche per mostrare i muscoli all’emiratino Khaldoon Al Mubarak del Manchester City. È calcio, quello che stanno presentando al mondo? È il calcio del gioco, non il gioco del calcio: è il calcio dei nuovi ricchi scemi, non tutti qatarioti, e chi ne ha di meno si arrangia con la tradizione, le idee, il lavoro. Neymar – insieme a Rabiot, Dani Alves, Verratti, Thiago Silva, Cavani, Draxler e Di Maria (se resterà) – potrà bastare per vincere la Champions? La domanda prevede una sola risposta: speriamo di no". A ospitare i Mondiali del 2022 però sarà Doha. E il ruolo di Neymar sarà anche quello di testimonial di lusso alla corte degli sceicchi.