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Mosca - Il Comitato Sport della Duma di Stato (la Camera bassa del Parlamento russo) ha convocato per domani una sessione d'emergenza per discutere dei numerosi casi di doping tra gli atleti della Federazione, risultati positivi all'assunzione del Meldonium, sostanza di recente entrata nella lista nera della Wada. "Domani avremo una riunione d'emergenza in cui ci consulteremo, esamineremo i documenti che ci chiariranno i fatti e li studieremo attentamente", ha detto all'agenzia R-Sport il capo del Comitato Sport, Dmitri Svishev. "Daremo istruzioni ai nostri esperti affinché, nel più breve tempo possibile, diano il loro verdetto e poi prepareremo un disegno di legge". Alla sessione di domani saranno invitati giornalisti sia russi che stranieri. Dal 1° gennaio il Meldonium, un farmaco anti-ischemia usato soprattutto nei Paesi dell'Est, è entrato nella lista delle sostanze proibite dall'Agenzia mondiale anti-doping (Wada). Lunedì, la star del tennis Maria Sharapova ha ammesso di averne fatto uso per anni, su indicazione del suo medico. Numerosi i casi di assunzione di Meldonium emersi in questi giorni tra atleti russi di diverse discipline: il pattinaggio artistico di coppia con la 25enne russa Ekaterina Bobrova; la pallavolo con Aleksander Markin, schiacciatore della Nazionale russa; Semion Elistratov atleta di short track e Pavel Kulizhnikov, campione del mondo di pattinaggio velocità. Pur avvertendo della possibilità che i casi si moltiplichino nei prossimi giorni, le autorità russe sono impegnate ad assicurare che non si tratta di una pratica su vasta scala e che si indagherà caso per caso.

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Intanto l'inventore del Meldonium ha commentato i recenti casi di doping che hanno travolto alcuni atleti russi parlando di Si tratta di "giochi politici". Intervistato dalla BBC, il lettone Ivar Kalvins ha denunciato che lo stesso fatto di includere il Meldonium tra le sostanze proibite "odora di politica". "Penso che si tratti di giochi politici", ha stostenuto, "visto che non vi è una giustificazione al divieto. Allora lo si può vietare in modo politico". "Al Comitato anti-doping non si possono neppure richiedere delle prove" che il Meldonium sia doping, ha poi aggiunto lo specialista, ricordando che il farmaco è disponibile e registrato proprio nei paesi ex sovietici.

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Ieri in un'intervista alla testata Delfi, Kalvins aveva denunciato che la posizione della Wada rappresenta una "violazione dei diritti umani", in quanto il farmaco non contribuisce a migliorare le prestazioni degli atleti, ma semplicemente a proteggere il loro cuore dalle conseguenze dello sforzo fisico. "Bandire questo farmaco significa vietate agli atleti di prendersi cura della loro salute: lo considero una sorta di violazione dei diritti umani". (AGI)