Ultime News
Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterEmail this to someone

(AGI) – Roma, 28 lug. – Con piu’ di vent’anni di carriera alle spalle e una discografia di tutto rispetto, Lenny Kravitz sembra non aver ancora deciso cosa vuole fare da grande. E anche se, a 51 anni, il ruolo di enfant prodige del rock gli sta ormai stretto, sul palcoscenico continua a comportarsi come se tutte le strade gli fossero aperte, anzi spalancate: dal rock al funky, dal blues al jazz. Ne ha dato prova ieri sera al Postepay Rock in Roma, in un concerto che ha a tratti spiazzato il folto pubblico.

Chi si aspettava una scarica di energia non e’ stato deluso dall’apertura con ‘Frankestein’ e ‘American Woman’; chi contava sulle note piu’ morbide si e’ goduto ‘It ain’t over until it’s over’, ‘I belong to you’ e ‘Believe’, salvo poi restare impantanati in pause lunghissime – dieci minuti per presentare la band! – e interminabili assoli da concerto anni ’70 che, per quanto apprezzabili, hanno lasciato interdetto chi si era preparato a un rutilante show di rock all’ennesima potenza. Ammiccando, gigioneggiando, imitando ora James Brown, ora le piu’ consumate rockstar di altri tempi, Lenny Kravitz ha comunque dimostrato di saper tenere il pubblico e, soprattutto, di intuire e saper recuperare i cali di tensione restituendo quell’alto voltaggio che tutti si aspettavano.

Cosi’ la seconda parte dello show e’ stata una formidabile cavalcata sulle note di ‘Fly Away’ e ‘Are you gonna go my way’ al termine della quale ha riservato al pubblico una sorpresa. Ha puntato il dito verso i fan assiepati in prima fila, ha fatto salire sul palco un sosia quasi perfetto e lo ha sfidato a interpretare di nuovo ‘Are you gonna go my way’. E il sosia – evidentemente membro di una cover band del rocker newyorkese – ha vinto alla grande, regalando al pubblico la straniante ed entusiasmante sensazione di avere non uno, ma due Lenny Kravitz sul palco. Entrambi a divertirsi – e far divertire – come matti. (AGI)