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AGI – Tre anfore romane, databili tra il II sec a.C. e il II sec d.C., con bordo arrotondato e anse bifide, sono state trovate nello specchio d’acqua antistante Mondello, borgata marinara di Palermo, grazie all’attività di monitoraggio e vigilanza della Soprintendenza del mare della Regione siciliana. Le anfore, che si trovavano a circa cento metri di distanza dall’antico stabilimento balneare, a una profondità di dodici metri, sono state individuate da Stefano Vinciguerra, coordinatore del gruppo subacqueo della soprintendenza, nel corso di un’immersione.

Il sito, scandagliato tra gli anni ’50 e ’80 del secolo scorso, ha dato modo ai primi subacquei che si cimentavano in queste immersioni, di recuperare anfore ed ancore in piombo, rivelando l’esistenza di un bacino ricco di testimonianze stratificate che vanno almeno fino al medioevo. È soltanto nel 1999, con l’istituzione dapprima del Gruppo d’indagine archeologica subacquea Sicilia e, successivamente, della Soprintendenza del mare, che le indagini non si sono limitate più al solo recupero dei reperti, ma hanno cominciato cominciano a ricostruire i contesti consentendo di acquisire elementi utili sul piano cronologico, storico e archeologico. 

“Il ritrovamento delle tre anfore nel golfo di Mondello – dice la Soprintendente del Mare, Valeria Li Vigni – a conferma dello studio avviato da Sebastiano Tusa, testimonia che in questo specchio di mare sono conservate innumerevoli microstorie che attendono solo di essere portate alla luce. La diacronia dei materiali provenienti dalle precedenti indagini in questo sito, conferma i continui naufragi in epoche diverse. Il rinvenimento è frutto della passione di validi collaboratori, che hanno salvato da probabili depredazioni una testimonianza fondamentale della presenza di un relitto romano nel golfo di Mondello”.

Obiettivo è proseguire la ricognizione del sito e mettere in sicurezza eventuali ulteriori ritrovamenti: “La nostra attività, volta alla conoscenza, tutela e valorizzazione, ci aiuta a scoprire nuovi tasselli del grande mosaico della nostra storia”.     

“È una stagione molto fortunata per l’archeologia subacquea. Nell’arco di pochi mesi – sottolinea l’assessore regionale dei Beni culturali, Alberto Samonà – nelle acque della Sicilia sono stati individuati, e in molti casi recuperati, importanti reperti relativi a diversi periodi storici: dall’antichità alla prima metà del ‘900. Appena dieci giorni fa, infatti, nelle acque antistanti Ognina, a Siracusa, è stato individuato un aereo risalente alla seconda guerra mondiale. Un ambito di grande importanza con una sempre maggiore attenzione rivolta all’attività di ricerca e di valorizzazione del patrimonio sommerso, rafforzando le collaborazioni con organismi nazionali e internazionali”.