Al Guggenheim di Venezia si inaugura una nuova fase: quella della neo-direttrice Karole P.B. Vail che prende il posto occupato per oltre 37 anni da Philp Rylands. Ma per la Vail l'ingresso al museo è come un ritorno a casa (della nonna): la nuova direttrice è la nipote di Peggy Guggenheim che nel 1949 acquistò Palazzo Venier e due anni dopo aprì le porte al pubblico interessato alla sua collezione d'arte. Nel 1970 la stessa Peggy donò il Palazzo e le opere alla fondazione di suo zio Salomon Guggenheim di New York. "Sin da piccola ho amato la collezione. il palazzo e il giardino", ha dichiarato la Vails . "Ora è un privilegio e un onore per me guidare questa straordinaria istituzione, portando avanti la visione di Peggy. Assumo questo compito con un senso di grande responsabilità, un occhio al futuro e un profondo apprezzamento per tutto quello che di straordinario ha realizzato Peggy". "Sono convinto – ha detto Richard Armstrong, direttore del Museo e della Fondazione Salomon Guggenheim – che i legami personali che Vails ha con il palazzo, con l'Italia e con l'Europa, daranno una maggiore profondità al suo lavoro".
58 anni, Bachelor of Arts alla Durham University e Diploma di Storia dell’arte presso la New Academy for Art Studies di Londra, Karole Vails è membro dello staff del Guggenheim dal 1997. In questi anni ha curato numerosi lavori tra cui spiccano la retrospettiva "Moholy-Nagy: Future Present" (2016) e quella su Alberto Giacometti, che sarà presentata al museo Guggenheim di New York nel 2018.
Quale sarà la direzione di Karole Vails? Lo ha spiegato lei stessa in un'intervista al "Corriere della Sera": "La collezione, grazie proprio al mio predecessore, è ormai ben affermata e molto ammirata. Il mio obiettivo immediato è rafforzare il successo del museo e tramandare l’eredità di Peggy con modi che riflettano il suo spirito indomito e la sua visione, ma vorrei poter collaborare di più con i musei veneziani e non solo e approfondire i rapporti con la comunità locale e i nostri sostenitori".
Quanto alle polemiche sui direttori stranieri nei musei italiani, la Vails ha le idee chiare: priorità alle competenze. "Non credo si tratti di scegliere nomi stranieri, ma che dipenda dalla persona giusta, senza tenere conto di nazionalità o genere. Sono cresciuta in Europa e ho vissuto 12 anni a Firenze, il mio arrivo a Venezia è dunque una specie di ritorno in Italia, e i miei 20 anni al Guggenheim di New York hanno approfondito e valorizzato la mia esperienza museale".