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(AGI) – Campobasso, 23 lug. – Le condizioni di stress
psico-fisico di un rave party possono, da sole, causare
alterazioni neurologiche simili a quelle provocate
dall’ecstasy. I ricercatori del laboratorio di
Neurofarmacologia, dipartimento di Patologia molecolare, Ircca
Neuromed di Pozzilli (IS) hanno pubblicato i risultato di una
loro ricerca sulla rivista scientifica internazionale
Pharmacological Research. Sovraffollamento, luci intermittenti
e suoni ad alto volume generano, in modelli animali,
disfunzioni in aree cerebrali critiche per i processi di
apprendimento e memoria, anche senza assunzione di droghe. I
‘rave party’ vengono di solito considerati eventi ad alto
rischio per i giovani, principalmente per via delle droghe che
spesso sono assunte dai partecipanti, prima fra tutte la
cosiddetta ecstasy (Mdma nella denominazione chimica). Ma,
anche senza l’uso di droghe, le particolari condizioni
ambientali di un evento del genere sono capaci di creare
disfunzioni neurologiche simili a quelle provocate dalla droga
sintetica. “Questo esperimento – dice Carla Letizia Busceti,
del laboratorio di Neurofarmacologia del Neuromed, primo autore
del lavoro scientifico – fa seguito ad una nostra precedente
ricerca nella quale avevamo visto come l’ecstasy provocasse
alterazioni neurochimiche estremamente simili a quelle della
malattia di Alzheimer nell’ippocampo, una regione cerebrale che
sappiamo essere profondamente implicata nei processi di
apprendimento e memoria. Ma l’ecstasy e’ una droga molto usata
nel contesto dei rave party. Ci siamo cosi’ chiesti se anche le
condizioni esterne tipiche di quegli eventi particolarmente
stressanti potessero avere, indipendentemente dalle droghe, un
qualche effetto neurologico. Ed e’ proprio quello che abbiamo
trovato: i topi sottoposti ad una situazione di stress analoga
a quella di un ‘rave’ presentavano alterazioni nelle capacita’
di apprendimento e memoria”. Lo studio ha permesso di svelare
uno stretto parallelismo tra gli effetti neurochimici associati
all’uso di ecstasy e quelli indotti dalla esposizione ad una
condizione di stress multifattoriale rappresentata da fattori
ambientali che ricalcano le condizioni della musica techno ad
alto volume. “Abbiamo trovato – continua Busceti – alterazioni
comportamentali e neurochimiche simili a quelle che si
riscontrano dopo l’assunzione di Mdma. Ad essere colpita, in
particolare, e’ la proteina Tau, un componente critico della
struttura cellulare dei neuroni. Gli effetti, come nel caso
dell’ecstasy, erano principalmente a carico dell’ippocampo. Ed
ancora una volta, sono caratteristiche simili a quelle che si
riscontrano nella malattia di Alzheimer. Ci troviamo di fronte
– ha spiegato la ricercatrice – ad un potenziale fenomeno
subdolo, nel quale non c’e’ un malessere evidente eppure le
capacita’ cognitive sono alterate, e lo rimangono nel tempo”..
Le alterazioni del comportamento e gli effetti neurochimici
osservati negli animali esposti allo stress multifattoriale
erano transitorie, ma non per tempi brevi: il picco delle
alterazioni si aveva a trentasei ore dall’inizio delle
stimolazioni stressanti. Questo vuol dire che per un periodo
critico di tempo il cervello rimane comunque alterato in quei
processi critici che negli esseri umani sono legati allo
studio, alla concentrazione sul lavoro e alla capacita’ di
usare macchinari o guidare un’automobile”.