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Oggi è la Giornata mondiale della sindrome di Asperger, una lieve forma di autismo in cui chi ne è colpito fatica a capire i pensieri e le emozioni delle altre persone, con conseguente difficoltà a interagire. Fino a che punto lo spiega un utente su Twitter: “Dovreste pensare a noi Aspie come a robot da programmare. Più siete precisi con noi e più riuscite ad ottenere ciò che chiedete. Non è trattarci da deficienti: è parlare il nostro linguaggio”.

Ma non è solo questo: il più delle volte gli Asperger si sentono a disagio, incompresi, non comprendono le “regole delle società” e si comportano in modo bizzarro. Ma hanno anche un’intelligenza nella norma o superiore alla media. Tutto ciò che c’è da sapere sulla sindrome di Asperger.

Cos’è la sindrome di Asperger

La sindrome di Asperger (abbreviata in SA) è considerata un disturbo pervasivo dello sviluppo, imparentato con l’autismo, che tuttavia non presenta compromissione dell’intelligenza, della comprensione e dell’autonomia, a differenza delle altre patologie classificate in questo gruppo. Colpisce 6 persone ogni 10 mila. Per questa ragione è comunemente considerata un disturbo dello spettro autistico “ad alto funzionamento”.

Il termine fu coniato dalla psichiatra inglese Lorna Wing in una rivista medica del 1981 in onore di Hans Asperger, uno psichiatra e pediatra austriaco, il cui lavoro non fu riconosciuto fino agli anni novanta. Gli individui portatori di questa sindrome, la cui causa è ignota, presentano una persistente compromissione delle interazioni sociali, schemi di comportamento ripetitivi e stereotipati, attività e interessi in alcuni casi ristretti. Diversamente dall’autismo, però, non si verificano significativi ritardi nello sviluppo del linguaggio o nello sviluppo cognitivo.

Gli Aspie geniali

Gli “Asperger” dimostrano spesso un talento non comune, hanno la capacità di essere molto sistematici e di applicarsi in maniera focalizzata ai propri compiti, e a questa loro caratteristica si potrebbero forse attribuire alcuni progressi significativi nell’arte e nella scienza, si legge sul Corriere. Tanto che secondo alcuni studi sarebbe possibile attribuire forme più o meno marcate di sindrome di Asperger a personaggi del calibro di Mozart, Alan Turing, Charles Darwin, Vincent van Gogh e soprattutto Albert Einstein, grande scienziato, capace di pensare in modo “diverso”, ma uomo considerato scarsamente capace di affetti personali profondi. E ancora, Friederich Nietzsche ed Ettore Maiorana.

Tra i personaggi famosi che hanno la sindrome di Asperger c’è anche Susanna Tamaro che lo definisce “la mia sedia a rotelle invisibile”. “Ai miei tempi – ha raccontato al Foglio – non si conosceva questo problema. Esistevano solo bambini obbedienti e disobbedienti, non c’erano altre categorie. Il mio sogno era di essere obbediente, io non volevo dar fastidio a nessuno, neanche ai miei due fratelli maschi. Volevo essere la più amata, la più obbediente, ma, avendo questo nemico nella testa che nessuno riusciva a mettere a fuoco, io per prima non mi comportavo da bambina obbediente. Avevo grandi attacchi di rabbia per la strada, mi spaventavano i rumori, la folla, gli avvenimenti inaspettati. In più non comunicavo con l’esterno, stavo per morire di peritonite perché non avevo detto che mi faceva male la pancia. Ho sempre sofferto tanto […]. Una ragazzina infelice, solitaria, totalmente incompresa, che a quindici anni, quindi nei primi anni Settanta, viene spedita in una casa famiglia, perché i Servizi sociali avevano deciso che non era più il caso di dormire a casa di sua madre. “Andavo a scuola, poi tornavo nella casa famiglia, dove vivevo in compagnia di borderline miei pari”.

Più di recente la diagnosi è stata formulata anche per Syd Barret, il “diamante pazzo” dei Pink Floyd che si isolò dal gruppo e visse come un eremita in balia dei suoi disturbi per oltre 40 anni, fino alla morte avvenuta nel 2006.

Perché si celebra oggi la giornata dedicata

La data scelta per focalizzare l’attenzione sulla sindrome coincide con quella di nascita di Asperger, nato a Vienna nel 1906. Asperger andò oltre gli studi di una pedata russa e formulò le sue teorie basandosi sull’osservazione del comportamento dei bambini ricoverati nell’ospedale in cui lavorava. Il medico notò in questi soggetti alterazioni importanti nella comunicazione e nel controllo delle emozioni, così come la tendenza a razionalizzare i sentimenti. Notò come l’empatia non fosse così matura come ci si potesse aspettare considerando le capacità intellettuali dei bambini.

Descrisse inoltre un sottogruppo di bambini con la tendenza ad avere problemi di comportamento, ciò che costituiva una delle ragioni principali per le quali questi bambini gli venivano segnalati. La loro comprensione sociale era limitata, avevano difficoltà a farsi degli amici e la tendenza a sentirsi infastiditi. Si riscontrava pure una preoccupazione egocentrica per un interesse o una tematica specifica che dominava i loro pensieri, ed i bambini necessitavano, per compiti di autonomia, maggior assistenza di quanto ci si potesse aspettare.

Hans Asperger osservò un’importante goffaggine nell’andatura e nella coordinazione ed un’estrema sensibilità di alcuni bambini a suoni o gusti particolari. Notò inoltre che alcuni genitori, in particolare i padri, sembravano condividere alcune caratteristiche della personalità con i loro figli. Scrisse che il quadro descritto fosse dovuto più a cause genetiche o neurologiche invece che a fattori psicologici o ambientali. E soprattutto distinse questo disturbo dalla schizofrenia.

Come riconoscere un bimbo Asperger

Ecco le principali caratteristiche dei bambini affetti dalla sindrome di Asperger:

  • Ritardo nella maturità sociale e nel pensiero sociale.
  • Difficoltà nel fare amicizie e spesso vittime di bullismo.
  • Difficoltà nel controllo e nella comunicazione delle emozioni.
  • Insolite capacità linguistiche che includono un ampio vocabolario e una sintassi elaborata ma in concomitanza con capacità di conversazione immature, prosodia insolita e tendenza ad essere pedanti.
  • Interessi insoliti per argomento o intensità.
  • Profilo insolito nelle difficoltà di apprendimento.
  • Necessità di assistenza nell’organizzazione e nell’auto-aiuto.
  • Goffaggine nel modo di camminare e nella coordinazione.
  • Sensibilità a suoni, sapori e consistenze specifiche o sensibilità tattili.