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L'inverno è stato finora mite, eppure l'influenza di quest'anno è particolarmente virulenta: ha già messo a letto tre milioni di persone, 800mila soltanto nell'ultima settimana. E non è detto che il peggio sia passato. Anzi, il picco dell'epidemia potrebbe arrivare nei prossimi giorni. A delineare all'AGI questo scenario è Silvestro Scotti, il segretario nazionale della Federazione dei medici di famiglia (Fimmg), che ha lanciato un allarme: dal 2 al 4 gennaio in tutti gli ambulatori italiani sono state visitate quotidianamente circa 51 persone, contro una media abituale di 30-35. Dati confermati dall'analisi dell'Istituto Superiore di Sanità secondo cui quella in corso è una delle epidemia influenzali peggiori da 15 anni a questa parte. "Complessivamente quasi 7 milioni di pazienti – conferma Scotti – il 30% in più rispetto allo stesso periodo degli anni scorsi. E l'incremento in buona parte è dovuto all'influenza, che quest'anno si è presentata anticipata in termini di picco rispetto al passato. Nell'ambito del sistema nazionale di sorveglianza Influnet, dal 2004 ad oggi ha superato i picchi di tutti gli anni, tranne due. Il clou è in questi giorni, ma non sappiamo ancora se sia stato completato. Potrebbe crescere ancora, e se così fosse, diventerebbe l'influenza con il picco di incidenza più alto degli ultimi 15 anni".

Quale fascia d'età è la più colpita?

"Dall'inizio della sorveglianza 2017-2018 circa tre milioni di italiani sono stati colpiti dal virus, ma con una incidenza diversa nelle varie fasce di età della popolazione – spiega il segretario Fimmg – La maggiore incidenza si è registrata nella fascia compresa tra i 5 e i 14 anni. Nell'ultima settimana, invece, è diminuito il numero dei bambini malati ed è cresciuto sia il numero dei giovani adulti infettati (13.4 ogni 1.000) sia quello degli anziani infettati (8,1 ogni 1.000), quest'ultimo in misura minore perché, come è noto, gli over 65 sono protetti dai vaccini, che per loro sono gratuiti". Perché i bambini si stanno ammalando di meno? "Perché si sono già fatti gli anticorpi, avendo preso il virus prima delle vacanze di Natale – osserva Scotti – . Durante le festività hanno contaminato gli adulti che ora stanno crollando".

Del resto – prosegue il medico – questo è l'andamento tipico confermato da alcuni recenti studi condotti in Giappone. Si è visto che, vaccinando i ragazzi fino ai 14 anni, i tassi di morbosità e di mortalità tra la popolazione anziana diminuivano drasticamente per un'evidente protezione di 'gregge' tra il giovane e l'adulto. In Italia il vaccino non è a carico del Ssn per gli under 14, a meno che non soffrano di patologie croniche, malattie metaboliche o cardiovascolari – ricorda Scotti -. Tuttavia, ci sono genitori che vaccinano i loro figli, anche in assenza di queste patologie, perché la ritengono una scelta di protezione della famiglia, considerando che non sempre l'adulto si trova nelle condizioni di potersi assentare senza problemi dal lavoro per dare assistenza e cure al minore". Da metà ottobre a fine dicembre è il periodo più indicato per effettuare la vaccinazione antinfluenzale, per la situazione climatica del nostro Paese e per l'andamento temporale mostrato dalle epidemie influenzali, tuttavia secondo Scotti, "sarebbe opportuno mantenere aperta la campagna vaccinale fino a marzo" perché la percentuale dei vaccinati è ancora bassa.

I sintomi e la durata

Ma quali sono i sintomi dell'influenza? Come riconoscerla e quanto dura? "Quest'anno siamo davanti a una forma antipatica perché dura a lungo, anche 8-10 giorni, con sintomi febbrili che scompaiono ma poi possono ritornare. Le persone si allarmano e ciò sta creando un eccesso di richieste di assistenza alle strutture di pronto soccorso". I sintomi respiratori possono includere tosse, mal di gola, respiro affannoso. Per quanto riguarda i bambini si può considerare quanto indicato per gli adulti, tenendo conto che i bambini più piccoli non sono in grado di descrivere la sintomatologia sistemica che invece si può manifestare con irritabilità, pianto e inappetenza. Nel lattante l'influenza è spesso accompagnata da vomito e diarrea e solo eccezionalmente da febbre. Spesso nei bambini in età prescolare occhi arrossati e congiuntivite sono caratteristiche dell'influenza, in caso di febbre elevata. Nel bambino di 1-5 anni la sindrome influenzale si associa frequentemente a laringotracheite, bronchite e febbre elevata.

Antibiotici sì o no?

"Per curare l'influenza l'antibiotico non serve perché deprime le difese immunitarie – ammonisce il segretario Fimmg – Quando ci ammaliamo dobbiamo tenere sotto controllo la temperatura con gli antipiretici ma facendo attenzione a non eccedere, in quanto un'azione febbrile sui 38 gradi protegge il corpo e uccide il virus. E' importante non coprirsi troppo durante la fase di risalita della febbre e tenere presente che il riscaldamento eccessivo degli ambienti fa salire la febbre più in fretta. E poi idratarsi il più possibile, anche attraverso un'alimentazione ricca di frutta e di verdura. Fidarsi dei consigli del proprio medico di famiglia, evitando la corsa al pronto soccorso". Scotti risponde anche a chi, in questi giorni, ha accusato la categoria di non fare abbastanza visite a domicilio. "Le polemiche sui medici che non fanno le domiciliari si ripropongono a ogni epidemia influenzale e sono infondate. Teniamo presente, tra l'altro, che nelle prime 12 ore di malattia non si può fare alcuna diagnosi certa di influenza, per cui anche se il medico si recasse a visitare a casa il paziente, questi non potrebbe ottenere una risposta sicura, né diagnostica né terapeutica".