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Il morbillo, che si credeva ormai debellato grazie alle vaccinazioni, torna a far paura in Italia. Dal mese di gennaio 2017 è stato registrato un preoccupante aumento del numero di casi, che sono più che triplicati: a fronte degli 844 casi di morbillo segnalati nel 2016, dall'inizio dell'anno sono già stati registrati più di 700 casi, con un incremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in cui si erano verificati 220 casi, di oltre il 230%.

Dove si sono verificati più casi

La maggior parte dei casi sono stati segnalati in sole quattro Regioni e più della metà rientra nella facsia di età 15-39 anni. 

  • Lazio
  • Lombardia
  • Topscana
  • Piemonte

Perchè i casi si sono moltiplicati

Il morbillo continua a circolare nel nostro Paese, spiega il Ministero, a causa della presenza di sacche di popolazione suscettibile non vaccinata o che non ha completato il ciclo vaccinale a 2 dosi. Ciò è in gran parte dovuto al numero crescente di genitori che rifiutano la vaccinazione, nonostante le evidenze scientifiche consolidate e i provvedimenti di alcune Regioni che tendono a migliorare le coperture, anche interagendo con le famiglie e i genitori.

La malattia dimenticata che può uccidere

Il morbillo, causato da un virus del genere morbillivirus (famiglia dei Paramixovidae), è una malattia molto contagiosa che colpisce spesso i bambini tra 1 e 3 anni, per cui viene detta infantile, come la rosolia, la varicella, la pertosse e la parotite. Si trasmette solo nell'uomo. I malati vengono isolati nel periodo di contagio.

 

Il commento: Se crollano i vaccini questo è solo l'inizio

 

E se è vero che in genere non ha sintomi gravi (provoca principalmente un'eruzione cutanea, simile a quelle della rosolia o della scarlattina, e dura tra i 10 e i 20 giorni), in alcuni casi può essere addirittura fatale: il morbillo, si legge nella scheda che gli dedica l'Istituto Superiore di Sanità sul portale EpiCentro, è pur sempre responsabile di un numero compreso tra le 30 e le 100 morti ogni 100.000 persone colpite. Le complicazioni sono dovute principalmente a superinfezioni batteriche: otite media, laringite, diarrea, polmonite o encefaliti (infiammazioni del cervello). Si riscontrano più spesso nei neonati, nei bambini malnutriti o nelle persone immunocompromesse.

I sintomi

I primi sintomi sono simili a quelli di un raffreddore (tosse secca, naso che cola, congiuntivite) con una febbre che diventa sempre più alta. Successivamente appaiono dei puntini bianchi all'interno della bocca. Dopo 3-4 giorni, appare l'eruzione cutanea caratteristica (esantema), composta di piccoli punti rosso vivo, prima dietro le orecchie e sul viso, e poi su tutto il resto del corpo. L'eruzione dura da 4 a 7 giorni, l'esantema scompare a cominciare dal collo. A volte, rimane una desquamazione della pelle per qualche giorno. Di solito la diagnosi si fa solo per osservazione clinica. Eventualmente si possono ricercare nel siero degli anticorpi specifici diretti contro il virus del morbillo, dopo 3 o 4 giorni dall'eruzione.

Incubazione e contagiosità

Il periodo di incubazione è di circa 10 giorni: inizia all'entrata del virus nell'organismo e finisce all'insorgenza della febbre. La contagiosità si protrae fino a 5 giorni dopo l'eruzione cutanea, ed è massima tre giorni prima, quando si ha la febbre. Il morbillo è una delle malattie più trasmissibili. Il contagio avviene tramite le secrezioni nasali e faringee, probabilmente per via aerea tramite le goccioline respiratorie che si diffondono nell'aria quando il malato tossisce o starnutisce. ù

Le cure

Non esiste una cura specifica. Si possono trattare i sintomi (terapia sintomatica) ma non la causa: paracetamolo per abbassare la febbre, sciroppi per calmare la tosse, gocce per gli occhi. Esiste un rischio di prematurità per i bambini che hanno la madre infetta durante la gestazione.

Il vaccino

In Italia il vaccino non è obbligatorio, tranne per le reclute all'atto dell'arruolamento, ma viene raccomandato dalle autorità sanitarie. Il vaccino esiste sotto forma di un complesso vaccinale contro il morbillo, la parotite e la rosolia (Mpr). Si consiglia una prima dose del Mpr prima del 24esimo mese di vita, preferibilmente al 12-15esimo mese, con un richiamo verso 5-6 anni o 11-12 anni. Fino a 6-9 mese, il neonato può essere protetto dagli anticorpi che gli vengono dalla madre se questa è immunizzata. La durata di immunizzazione del neonato è inferiore se la madre è stata immunizzata da un vaccino e non dal morbillo stesso. Come per tutti i vaccini vivi attenuati, la vaccinazione non viene effettuata negli individui con deficit immunitario o sotto terapia immunosoppressiva (corticoidi, antineoplastici, antirigetto), nè, per precauzione, nelle donne gravide o che desiderano esserlo nel mese successivo. Invece, è consigliato alle persone infette da Hiv che non hanno ancora sviluppato l'Aids.

Lorenzin: "Intervenire rapidamente"

"Nonostante il Piano di eliminazione del morbillo sia partito nel 2005 – sottolinea il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin – e la vaccinazione contro il morbillo sia tra quelle fortemente raccomandate e gratuite, nel 2015 la copertura vaccinale contro il morbillo nei bambini a 24 mesi (coorte 2013) è stata dell'85,3% (con il valore più basso pari al 68% registrato nella PA di Bolzano e quello più alto in Lombardia con il 92,3%), ancora lontana dal 95% che è il valore soglia necessario ad arrestare la circolazione del virus nella popolazione. E' ora indispensabile – precisa – intervenire rapidamente con un impegno e una maggiore responsabilità a tutti i livelli, da parte di tutte le istituzioni e degli operatori sanitari, per rendere questa vaccinazione fruibile, aumentandone l'accettazione e la richiesta da parte della popolazione". 

Iss:"Non abbassare la guardia sui vaccini"

Non solo morbillo. Abbassare la guardia sui vaccini può fare ricomparire anche malattie che non vediamo da tempo, come la poliomelite e la difterite. A lanciare l'allarme è il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, Walter Ricciardi, interpellato dall'Agi sul boom dei casi di morbillo registrato in Italia (+240% in un anno).

Leggi anche: Vaccini, con boom allarmismi crolla copertura dei bimbi

"La prima preoccupazione è per la difterite – spiega il professore -. Ci sono stati casi purtroppo mortali in Belgio e in Spagna. In Italia ci sono stati due contatti, fortunatamente neutralizzati, ma potevano infettare un bambino non vaccinato. L'altra grande preoccupazione è la poliomielite – prosegue Ricciardi -. E' una malattia che noi non vediamo da tanti anni, ma che ha avuto dei casi in alcuni paesi lontani ma non tanto, come l'Ucraina, l'Albania, la Siria. Per non parlare del tetano per il quale abbiamo il record negativo di mortalità in Europa".

 "La vaccinazione rimane una cosa da consigliare a tutti – spiega il professore -, abbiamo abbassato troppo la guardia. In questo momento sono migliaia i bambini non vaccinati contro il morbillo, soprattutto in alcune regioni come il Piemonte, la Lombardia e il Lazio, che più delle altre hanno tardato ad adeguarsi". C'è poi un altri rischio. I bambini non coperti possono trasmettere la malattia ai più grandi "e il morbillo quando si prende in età adulta è molto fastidioso e può essere ancora più pericoloso".

Per approfondire: