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(AGI) – Roma, 4 ago. – La tavola degli anziani italiani
presenta non pochi ingredienti rischiosi per la salute, tra
alimenti scaduti – consumati da uno su tre – e pietanze
scongelate male, lasciate scaldare fino a temperatura ambiente,
cosi’ aumentando in modo esponenziale specie con il gran caldo
il rischio di intossicazioni alimentari, cui le persone in la’
con gli anni sono piu’ vulnerabili rispetto alla popolazione
generale. Inoltre, le scelte alimentari dei nostri nonni non
brillano per equilibrio e sicurezza degli alimenti e lo dicono:
circa uno su tre ritiene di non nutrirsi in maniera
equilibrata, in particolare a causa di un consumo eccessivo di
zuccheri e di grassi o comunque ritiene di mangiare troppo. In
aggiunta, sempre uno su tre (il 33,8%) riferisce di mangiare
cibo scaduto, anche piu’ di una volta al mese. Sono solo alcuni
dei risultati dell’analisi condotta dai ricercatori dell
Universita’ Cattolica del Sacro Cuore – Policlinico
Universitario A. Gemelli di Roma, coordinata da Patrizia
Laurenti, Professore Associato presso l’Istituto di Sanita’
Pubblica – Sezione Igiene (insieme a Chiara de Waure e i Medici
specializzandi Matteo Raponi Concetta de Meo) e da Francesco
Landi, del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia.
L’indagine, presentata a Roma in occasione della Giornata
per la Ricerca 2015 dell Universita’ Cattolica, e ha coinvolto
circa 200 anziani (eta’ media 74 anni). Circa un terzo della
popolazione intervistata riferisce di non nutrirsi in maniera
equilibrata, in particolare a causa di un consumo eccessivo di
zuccheri, di grassi o di cibo in generale. Questi dati sono in
accordo con l’analisi oggettiva del campione: infatti, si
osserva un indice di massa corporea medio con tendenza al
sovrappeso (25,8). Riguardo i temi di sicurezza e igiene il
33,8% degli anziani riferisce di mangiare cibo scaduto,
principalmente latte e latticini, ma anche alimenti non
deperibili (per es. biscotti) anche piu’ di una volta al mese.
Il 76% ha cura di fare la spesa personalmente soprattutto nei
supermercati e negli ipermercati anche se il 40% dell intero
campione non prende visione dell etichetta per valutare la
composizione nutrizionale del prodotto. Tra i diversi possibili
fattori di garanzia di sicurezza del prodotto, il 76% da’
maggior importanza alla provenienza. Per l’80% circa la
garanzia di sicurezza deriva anche dalla preparazione personale
dei cibi. Oltre il 70% riconosce la responsabilita’ del
consumatore e quasi l’80% quello delle autorita’ preposte ai
controlli nella garanzia di sicurezza .Una percentuale
variabile tra il 10% e il 30% non rispetta tutte le principali
norme igieniche nella preparazione dei cibi (scongelamento a
temperatura di frigorifero, lavaggio delle mani dopo aver
manipolato cibi crudi o sgusciato uova, lavaggio delle
superfici di contatto, lavaggio di frutta e verdura). Nello
specifico ben un intervistato su due (50%) dichiara di
scongelare i cibi a temperatura ambiente prima della
preparazione, esponendosi a rischi di intossicazioni che
possono potenzialmente derivare da moltiplicazioni batteriche
favorite dalla temperatura ambientale, particolarmente elevata
nella stagione estiva.
.