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(AGI) – Palermo, 18 lug. – “Mia sorella non puo’ parlare. Non vuole per adesso parlare. Non credevo che la figlia piu’ grande di mio padre, Lucia, con cui lui viveva in simbiosi, dopo 23 anni dalla morte di mio padre, dovesse vivere un calvario simile a quello di mio padre. Nella stessa terra. Io non posso entrare per le mansioni che ricopro nel merito delle indiscrezioni giornalistiche che indipendentemente dalle verifiche sull’attendibilita’, avranno turbato tutte le persone dentro e fuori quest’aula. Che non hanno turbato, pero’, l’interessata, mia sorella Lucia. Che da oltre un anno – Lucia e’ talmente garbata col mondo intero – era consapevole del clima di ostilita’, delle offese che le venivano rivolte solo perche adempiva al proprio dovere. Sono corsi e ricorsi drammatici, considerando chi stiamo commemorando oggi. Non sara’ la veridicita’ o l’autenticita’ di una singola intercettazione telefonica che consentira’ a tutti i siciliani onesti di conoscere lo scenario drammatico in cui mia sorella e’ stata costretta adoperare in uno dei rami piu’ delicati dell’amministrazione regionale. Lucia ha portato la croce perche’ voleva la sanita’ libera e felice. E’ rimasta, fino al 30 giugno, per amore di giustizia”. Lo ha detto, nel corso di un intervento non previsto dal programma, un commosso Manfredi Borsellino, nel corso delle celebrazioni per la strage di via D’Amelio, al palazzo di giustizia. Manfredi – commissario della polizia di stato – ha detto di essere presente oggi per il grande rispetto che nutre nei confronti del capo dello Stato a cui si e’ rivolto in un messaggio a “cuore aperto”. “Signor presidente della Repubblica come le ho anticipato nel nostro incontro privato sono qui per lei, non era prevista ne’ forse la mia presenza in questa aula oggi ne’ il mio intervento che rischia di far saltare la scaletta”. A sorpresa il Manfredi e’ nell’aula magna e si rivolge al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Gia’ l’anno scorso ho tentato, ho provato a ricordare mio padre – ha proseguito – ricordare non commemorare, perche’ si commemorano i morti visto che io lo ritengo vivo. Non sono qui per ricordare o commemorare, lo faranno altri meglio di me senza commuoversi. Lei e’ tra questi, perche’ lei non solo ha il nostro stesso vissuto, e puo’ comprendere cosa io e le mie sorelle sa cosa stiamo vivendo. Ma lei e’ sempre stato un punto di riferimento per mio padre e la mia famiglia. Ho avuto l’onore e l’occasione di assistere per due volte a un colloquio telefonico con mio padre e ho sempre notato la reverenza , il grado di stima che provava nei suoi confronti. Siccome non voglio commuovermi, preferisco leggere un testo, parole importanti che e’ bene leggerle”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha abbracciato Manfredi che commosso e determinato, poco prima era intervenuto, ha detto, “non per mio padre, ma per mia sorella”. (AGI) .