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(AGI) – Roma, 4 lug. – “Siamo qui per fare un partito politico, chiamiamo le cose con il loro nome. Vogliamo essere, assieme ad altri, un affluente di un fiume che vuole misurarsi con una prospettiva di governo”. Lo ha detto Stefano Fassina nel suo intervento conclusivo alla convention al teatro Palladium di Roma.

“Oggi e’ il 4 luglio e non e’ solo la festa dell’indipendenza degli Stati Uniti. Oggi celebriamo l’indipendenza da una sinistra rassegnata e subalterna, chiusa alla partecipazione di uomini e donne, vincente senza vittoria”, aveva detto Fassina aprendo i lavori. “Siamo qui – ha spiegato – perche’ vogliamo tentare di ricostruire una connessione con le tante domande rimaste senza risposte da parte della politica”. “Renzi non e’ un usurpartore del Pd ma l’interprete estremo della subalternita’ culturale della sinistra italiana”, ha detto Fassina. “Il Pd – ha sostenuto – e’ un ‘non partito’ regolato dalla democrazia plebiscitaria dello statuto e regolato dai cromosomi del Lingotto… E’ stato doloroso lasciare il Pd – ha spiegato – lasciato non per azioni contingenti o per interessi ma per ragioni di fondo. Se avessimo voluto conservare le poltrone avremmo seguito strade piu’ felici. Siamo consapevoli di rischi ma noi tra il Pd e un popolo democratico abbandonato dal Pd, abbiamo scelto il popolo democratico. Noi – ha sottolineato – non e’ uno spazio chiuso ma aperto e accogliente. Questa e’ una scelta di vita”. “Oggi si incontrano tanti uomini e donne che hanno lasciato il Pd perche’ il Pd ha abbandonato il suo popolo. Parte un cammino in tante citta’, in tanti territori. Ci sara’ Sel. Ci incontreremo con Sel nel prossimo autunno per avviare un percorso comune”, ha spiegato. “Civati – ha detto ancora l’ex dem – e’ parte integrante di questo percorso insieme ad altri movimenti, associazioni, liste civiche che sono nate in questi mesi nei territori e tutti insieme lavoreremo poi per un soggetto politico unitario di una sinistra di governo capace di costruire un’agenda alternativa”. “Vogliamo evitare la sindrome di Jep Gambardella… che, secondo la descrizione del bravissimo attore che l’ha interpretato nella ‘Grande Bellezza’ Tony Servillo, e’ ‘un vuoto in cerca di contenitore’. Ecco, noi non vogliamo questa sindrome”, ha aggiunto Fassina, concludendo il suo intervento citando Edoardo Bennato e la celebre canzone ‘L’isola che non c’e”. “E ti prendono in giro se continui a cercarla – ricorda Fassina ripetendo il testo della canzone – ma non darti per vinto perche’, chi ci ha gia’ rinunciato e ti ride alle spalle, forse e’ ancora piu’ pazzo di… noi”. E conclude: “Sono convinto che possiamo insieme, da qua, raggiungere l’isola che non c’e'”. (AGI) .