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AGI – Il conto alla rovescia termina oggi: il Transatlantico di Montecitorio cesserà di essere un prolungamento dell’Aula e tornerà alla sua originaria funzione. Il lungo corridoio antistante l’emiciclo, dopo oltre un anno, potrà tornare a essere liberamente frequentato da deputati, funzionari e, soprattutto, dai giornalisti, tenuti a debita distanza per 17 mesi.

Riaprirà i battenti anche la buvette, dove però dovrebbero continuare a valere le norme sul distanziamento: gli ingressi allo storico bar-ristorante interno a Montecitorio dovrebbero infatti essere contingentati a un massimo di 20 avventori per volta. La riapertura del Transatlantico, non priva di polemiche, (le stesse che avevano segnato anche la sua chiusura), ha un significato soprattutto simbolico: non solo il ritorno alla normalità della vita parlamentare, ma in particolare la libera ‘circolazione’ dei giornalisti in uno dei luoghi storici dello ‘scambio’ tra fonte e cronista.

Il Transatlantico, infatti, da sempre rappresenta il luogo in cui i giornalisti si confrontano con i deputati e i leader politici, assistono ai capannelli, carpiscono frasi dai conciliaboli, ‘rubano’ notizie e immagini da incontri, faccia a faccia e riunioni più o meno ‘carbonare’. La chiusura del Transatlantico, noto agli addetti ai lavori e non come il ‘corridoio dei passi perduti’, è stata decisa dai vertici della Camera e dal Collegio dei Questori, con il placet della conferenza dei capigruppo, nel maggio del 2020.

A fine mese iniziarono i lavori per l’allestimento delle 120 postazioni riservate alle votazioni dei deputati. E, di conseguenza, il Transatlantico divenne rigorosamente off limits ai giornalisti. L’esordio del primo voto dal Transatlantico è stato il 3 giugno del 2020, con le questioni pregiudiziali presentate dalle opposizioni al decreto Scuola. Una soluzione che ha consentito di tornare al plenum dell’Aula, pur rispettando le distanze di sicurezza. Nel pieno dell’emergenza pandemica, infatti, per garantire la sicurezza dei deputati, si era stabilito il contingentamento delle presenze nell’emiciclo.

L’allargamento dell’Aula grazie alle postazioni allestite in Transatlantico e nelle tribune solitamente riservate al pubblico, hanno poi consentito di tornare alla presenza numerica normale. La decisione, tuttavia, è stata accompagnata da non poche polemiche, legate soprattutto all’interdizione alla stampa del lungo corridoio.

Polemiche che ora accompagnano anche la riapertura del Transatlantico, salutata invece con soddisfazione dai giornalisti. Una cinquantina di deputati, infatti, (alcuni, tra cui i forzisti, hanno poi preferito ritirare la sottoscrizione) hanno scritto una lettera al presidente Roberto Fico esprimendo preoccupazione per l’imminente riapertura del lungo corridoio: una preoccupazione dettata dal timore che il ritorno in Aula di tutti e 630 i parlamentari possa rappresentare un rischio per la diffusione del Covid. Mossa che tuttavia non ha prodotto frutti: Fico e i Questori hanno subito fatto sapere che la decisione era presa e non sarebbe stata modificata.

Il Transatlantico è un simbolo di Montecitorio. Prende il nome dalla sua stessa struttura: un lungo e maestoso atrio liberty floreale, progettato alla fine dell’800 dall’architetto Basile sullo stile delle grandi navi passeggeri impiegate nelle rotte intercontinentali, noto alle cronache anche come il ‘corridoio dei passi perduti’. Denominazione che, secondo alcuni, deriverebbe dalla natura massonica del governo Sabaudo (si dicono infatti “sale dei passi perduti” quelle antistanti le massoniche logge).

Secondo altri, invece, deriverebbe dall’abitudine dei deputati di ‘perdere tempo’ e ‘stazionare’ in questa sala durante le pause tra una seduta e l’altra dell’Aula. Palazzo Montecitorio viene commissionato nel 1653 da Papa Innocenzo X a Gian Luigi Bernini, come residenza per la famiglia Ludovisi. Dopo un’interruzione dei lavori durata vent’anni, il progetto fu ripreso da Carlo Fontana, che nel 1696 vi instaurò, d’accordo col nuovo Papa, la Curia Pontificia. Dopo il Risorgimento, il Regno d’Italia espropria il Palazzo e decide di adibirlo a sede parlamentare. I lavori per la realizzazione dell’emiciclo vengono affidati nel 1902 all’architetto palermitano Ernesto Basile.

Tra il 1902 e il 1918, Basile rinnova Palazzo Montecitorio: dell’impianto originale del Bernini lascia soltanto la facciata. Molti gli elementi liberty, tra cui il lucernario (Il Velario), realizzato da Giovanni Beltrami e dal quale l’Aula prende la luce. Il Transatlantico è un salone di 56 metri (largo quasi 12) con pavimento in marmi policromi siciliani, mentre il soffitto ligneo e l’illuminazione a plafoniera sono dovuti all’antico mobilificio Ducrot di Palermo, specializzato nell’arredamento di grandi piroscafi dei primi del 900.