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AGI – “Convincere gli ultimi indecisi, senza punizioni né ricatti”. E’ la strategia di Susanna Camusso, ex segretaria generale della Cgil, oggi responsabile delle politiche di genere del sindacato, nei confronti delle richieste della piazza che chiede risposte ed è riluttante.

Per Camusso “bisogna intervenire sulla disuguaglianza, sulla violenza, sul bisogno di contrastare le solitudini. Lo chiamerei bisogno di chiudere la lunga stagione dell’individualismo e degli egoismi. E’ giusto dire che i fascisti non devono esistere nella politica di questo Paese ma c’è anche una struttura sociale a cui bisogna dare delle risposte e non può esserci una politica disinteressata a dare una risposta alla disaggregazione sociale“, tant’è che “sui temi sociali il sindacato ha un suo ruolo. La sua è una lunga tradizione di presidio della democrazia ma non vuole prendere il posto della politica, vuole dire alla politica, al governo e a tutti di svegliarsi”.

Quanto alle manifestazioni contro il sindacato, Camusso precisa: “Distinguerei tra una riuscita operazione di strumentalizzazione delle piazze da parte dei fascisti dal rapporto del sindacato con i lavoratori. Quando si prendono decisioni può esserci sempre una parte dei lavoratori contraria. Il sindacato prende l’impegno di ascoltare, capita che qualcuno non sia d’accordo. La reazione non può essere ti assalto la sede. Noi comunque non abbiamo fatto un accordo con il governo sul green pass. Avevamo delle perplessità, le abbiamo espresse e in una certa fase ci hanno anche accomunato ai no vax” ma “noi fin dall’inizio, eravamo a favore dell’obbligo vaccinale, sarebbe stata un’assunzione di responsabilità che avrebbe messo al centro della discussione il vaccino”.

Poi sulla manifestazione sindacale di San Giovanni Camusso analizza: “Non era solo una piazza di reazione. Era una piazza di impegno che ha chiesto di ricostruire una dimensione culturale che sia una risposta democratica compiuta. Era una piazza non solo di riaffermazione ma anche di cambiamento”.