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AGI – L’obiettivo è stemperare la tensione, evitare che possano scoppiare nuovi incidenti, che possa tornare un clima da ’68 nel Paese. Lo scontro in Parlamento resta, Pd M5s, Iv e Leu chiedono al centrodestra di non sfilarsi, di convergere sulle mozioni presentate sullo scioglimento di Forza Nuova e che saranno discusse il 20 ottobre. Ma allo stesso tempo l’appello arrivato dai vertici istituzionali è quello di non soffiare sul fuoco, anche perché l’Italia dopo le immagini dei manifestanti che assaltano la sede della Cgil è finita sotto i riflettori internazionali.     

E dunque solo la settimana prossima si discuterà sia alla Camera che al Senato delle conseguenze delle violenze di piazza, con il timore che sabato la manifestazione antifascista possa trasformarsi in un nuovo terreno di scontro, per di più il giorno prima dei ballottaggi.   Il 19 ottobre poi ci sarà un’informativa urgente del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.

Il premier Mario Draghi ieri ha condannato con fermezza l’assalto alla Cgil, preferirebbe non tornare sull’argomento, ad una domanda posta da un cronista al termine del G20 sull’Afghanistan si mostra cauto, prende tempo, si limita a sottolineare che il governo sta riflettendo. “La questione è all’attenzione nostra e dei magistrati che stanno continuando le indagini per formalizzare le conclusioni”, premette.

Il lavoro dei giudici potrebbe essere la spinta per un intervento ma il presidente del Consiglio è intenzionato ad aspettare. La strada del decreto prima ancora che arrivi una sentenza dovrebbe quindi essere esclusa.

Ma anche i partiti della maggioranza hanno cercato di abbassare i toni. La polemica però resta.  “La legge italiana dice che la competenza sullo scioglimento di organizzazioni eversive o contrarie all’ordinamento è del ministero degli Interni con o senza la magistratura. Se ci sono gli strumenti per scioglierla, che la sciolgano”, dice Meloni. “Quello che è successo sabato – sostiene – è funzionale alla sinistra”. Per poi tornare sui distinguo espressi nei giorni scorsi. “A Roma era Forza Nuova, certo, è una matrice fascista, a Milano erano anarchici, una matrice antifascista, la violenza è sempre violenza o va condannata solo da una parte?”.

“La verità è che hanno paura di dover votare una mozione contro ogni violenza, o peggio contro ogni totalitarismo”, rilancia La Russa. “E basta, ancora a parlare di fascismo”, sbotta il segretario della Lega, Salvini. “E’ curioso farsi dare lezioni di libertà e democrazia da chi ritiene che migliaia di italiani massacrati dagli slavi e dai titini siano un incidente di percorso che non merita un ricordo come altri”, taglia corto da Trieste.

“La legge Scelba parla chiaramente di movimenti che hanno un nome: fascisti e non sovversivi”, dice nell’Aula della Camera il dem Fiano. “La Costituzione repubblicana è molto chiara. Di fronte alla recrudescenza di violenza e intolleranza di matrice neofascista è necessario procedere con fermezza”, è il parere del capogruppo M5s Licheri.

Nel Pd c’è chi come il senatore Marcucci si sarebbe aspettato un’accelerazione e non una frenata: “Avrei preferito la calendarizzazione immediata della mozione sullo scioglimento di Forza nuova e non un altro rinvio”, puntualizza.     

Fari puntati del Copasir sulle manifestazioni di ieri. Mentre l’indagine giudiziaria prosegue – altri 4 indagati di Forza Nuova, giovedì sono previsti gli interrogatori a Fiore e Castellino – il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica ha audito il Direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, Baldoni.