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AGI – “La danza immobile delle parole, slogan, furbizie lasciamoli alle destre, noi anche nel nostro partito dedichiamoci a dare risposte alle persone e ricostruire l’Italia uniti. Questa è la missione del Pd”: è l’invito lanciato dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti, in un intervento di proprio pugno sul Corriere della Sera in cui avverte che “non possiamo permetterci ancora di tergiversare” sul Mes in quanto può “migliorare la qualità dell’assistenza e della cura delle persone” e “dare un concreto impulso alla ripresa economica”.

Il leader dem indica il suo decalogo per operare “un salto nel futuro e di costruire un nuovo modello”, in quanto “l’attuale sistema di cura e presa in carico fondato su tre politiche distinte che spesso non comunicano sanità, sociale e terzo settore ha mostrato tutti i suoi limiti, non va più bene, è inadeguato”.

Nei suoi dieci punti, Zingaretti indica la necessità di “investire nella ricerca, rivoluzionare e digitalizzare il settore sanitario, dare più centralità a medicina territoriale e distretti più forza alla medicina di base, riformare i servizi per anziani e malati cronici, modernizzare e adeguare gli ospedali, aumentare gli investimenti nel personale sanitario, garantire l’accesso alle terapie, ampliare le borse di studio e, da ultimo, aumentare i posti finanziati per gli specializzandi”.

Il segretario del Pd ritiene questi dieci punti “sfide” che saranno nei prossimi mesi e anni decisive, “non solo per produrre benessere, ma anche ricostruire fiducia nella capacità dello Stato di essere utile e vicino ai bisogni delle persone”. Per questi obiettivi, dunque, Zingaretti osserva che “il Mes è stato criticato e combattuto da molti – scrive – ma ora e’ uno strumento finanziario totalmente diverso da quello del passato”.

E il leader dem aggiunge anche, lanciando un messaggio agli alleati: “Io non credo possiamo permetterci ancora di tergiversare”. E chiosa: “Oggi possiamo avere le risorse mai viste prima per fare quei grandi investimenti che ci permetteranno di migliorare la qualità dell’assistenza e della cura delle persone e, insieme, anche di dare un concreto impulso alla ripresa economica” ritenendo che la spesa sanitaria e nella scienza sia “infatti un investimento produttivo decisivo, in un settore con un altissimo tasso di innovazione e livelli elevati di capitale umano”.

Per poi concludere: per fare tutto questo “è necessario cambiare radicalmente approccio rispetto agli ultimi decenni, quando questo intero settore è stato considerato solo come ‘spesa pubblica’, spesso da tagliare. Il servizio sanitario va considerato invece come un grande driver di sviluppo e di benessere”.