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Il nodo più urgente da sciogliere è quello sulla scuola, ma nel governo e nella maggioranza è alta tensione anche sul dossier Autostrade e su quello dei cantieri.

Nel ‘fronte progressista’, ovvero quelle forze nel Pd e nel Movimento 5 stelle che hanno dato vita al Conte II e anzi auspicavano inizialmente anche un patto più stretto in prospettiva tra i due principali azionisti, si alza l’allarme. E non solo per le continue fibrillazioni.

Anche per quei messaggi che arrivano dall’ala pentastellata più ostile in un primo momento alla formazione del governo sul fatto che non c’è alcun automatismo che porti al voto qualora l’esecutivo dovesse andare in difficoltà.

Finora il premier è riuscito a trovare sempre una mediazione ma le tensioni aumentano ogni giorno. “Camminiamo su un crinale pericoloso”, dicono nel Pd. Sotto osservazione le mosse dell’ala che fa riferimento a Di Maio.

E l’attacco arrivato oggi dal vice ministro Cancelleri su Atlantia, con il ministro De Micheli già nel mirino di Italia viva sul tema dei cantieri. Il timore di un incidente dietro l’angolo o che il governo possa incagliarsi su qualche scoglio in estate è ben presente nelle forze che sostengono l’esecutivo che ha superato la prova dell’emergenza sanitaria ma ora si troverà ad affrontare l’emergenza economica.

L’assedio a Conte viene portato avanti tra sospetti e spinte contrapposte. Sul dossier della scuola, per esempio, non è facile trovare un punto di caduta. Ieri lo stesso presidente del Consiglio ha preso atto delle posizioni inconciliabili e ha spiegato di voler fare un’ulteriore valutazione con il ministro.

Ma nella premessa del vertice il premier ha spiegato che i concorsi sulla scuola si devono fare, ricordando come il decreto scuola sia già stato votato da Pd e Leu a dicembre (al dicastero dell’Istruzione c’era il ministro Fioramonti) e che ad aprile, quando il ministro Azzolina ha varato le regole per i concorsi, non c’è stata una vera sollevazione da parte degli altri partiti della maggioranza. Ditemi che cosa e’ cambiato, la richiesta del Capo dell’esecutivo ai partecipanti all’incontro in video conferenza. E se il Movimento 5 stelle ha preso la difesa del ministro è perché – questa la tesi – si rischia di delegittimare la sua azione, il Pd ha ricordato come sia cambiato il mondo con il Coronavirus e che, anche per non arrivare a uno scontro con i sindacati e le famiglie, l’unica strada è quella del reclutamento in base ad una semplice graduatoria per titoli.

Rilanciando – al pari di Leu – l’exit strategy: niente concorso ad agosto con 70 mila persone ma ‘partenza’ di 40 mila (in realtà sarebbero 32 mila) insegnanti a tempo determinato e poi una prova – orale o scritta – da tenersi al termine dell’anno scolastico per l’immissione in ruolo, allargando anche la platea. Ma M5s – e sul tema dei concorsi ha la sponda di Italia viva – tiene il punto e chiede al presidente del Consiglio di non arretrare. La parola ‘mediazione’ ieri al vertice non è stata pronunciata ma Pd e Leu si aspettano che arrivi una soluzione che vada anche al di là degli equilibri politici.

A pesare in ogni caso sono i numeri con l’asse Pd-Leu-centrodestra che potrebbe far passare gli emendamenti sulle assunzioni per titoli già lunedì in Commissione a palazzo Madama. E anche se poi giungesse un maxi emendamento al dl, la partita sul voto di fiducia si giocherebbe sul filo di lana. Il sentiero è stretto e ancora più stretti sono i tempi: i termini del decreto scadono il 7 giugno e il rischio è che pure alla Camera nel passaggio successivo possano riscontrarsi rallentamenti.

I dem non vogliono far cadere il governo “ma noi – ha avvertito Orlando – abbiamo solo due guance”. Un ragionamento che, al di là delle istanze di Delrio – che in realtà sono anche quelle di Zingaretti, ovvero la necessità di dare “un’anima politica” ai provvedimenti economici e una visione futura – vale anche per gli altri nodi, ovvero quello sui cantieri (con il rebus ‘modello Genova’ o no e le distanze tra Pd e Iv) e su Autostrade.

La posizione di Atlantia di bloccare i 14,5 miliardi di investimenti è stata recepita dall’esecutivo come un ricatto da respingere. Mail viceministro Cancelleri è andato oltre: “Mi rivolgo alle altre forze di maggioranza, a Iv al Pd, stiamo perdendo tempo, revochiamogli le concessioni, questa non è gente seria”. E poi l’affondo sulla De Micheli che a portato avanti una trattativa “senza che il Movimento 5 stelle conoscesse il dossier”. Sarà il premier a mediare. A partire dal tema dei concorsi nel vertice convocato domani.