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“Ormai siamo ad un punto di non ritorno”. La nota di Silvio Berlusconi in cui attacca apertamente Mara Carfagna – senza però mai citarla – apre un solco ancora più ampio dentro Forza Italia. E chi ritiene di rappresentare il ruolo ‘moderato’ del partito azzurro è sempre più propenso ad accelerare sul nuovo progetto politico. La vice presidente della Camera non ha replicato alle dichiarazioni con le quali il Cavaliere se la prende con chi sta portando avanti “una rappresentazione falsa dell’alleanza di centrodestra”.

Raccontano nel partito che molti parlamentari abbiano chiamato direttamente Gianni Letta, gli abbiano chiesto come mai l’ex presidente del Consiglio preferisce affondare il colpo contro chi dimostra – come ha scritto nero su bianco l’ex premier – un atteggiamento “irrispettoso per la mia storia” parlando “di un appiattimento ad una ‘generica destra sovranista’”, piuttosto che dichiarare su quanto successo in Iraq.

“Così – sostiene anche chi assiste in maniera neutrale alla ‘guerra’ intestina azzurra – tutti ci facciamo del male”. Eppure anche coloro i quali intendono staccarsi da Forza Italia, in quanto – spiega una fonte parlamentare – “è l’unico partito liberale in Europa che è succube della destra”, stanno vivendo un momento delicato.

Un travaglio personale, un tormento perché – assicura un’altra fonte – “non è mai facile dire addio ad una storia durata 25 anni”. Non è stata presa alcuna deliberazione, ma i ‘moderati’ rilanciano la tesi della Carfagna: “Un conto è l’alleanza con la Lega e Fratelli d’Italia, un altro è la sudditanza. Vogliamo rappresentare un’area di centro che ormai non esiste più”.

Fare ‘concorrenza’ a Renzi e Calenda però – questo il ragionamento – non vorrebbe dire andare a rafforzare le fila della maggioranza. Ma la tesi dei ‘berluscones’ è che la vicepresidente della Camera stia lavorando proprio in quella direzione. “Chi va a fare la stampella al governo è un irresponsabile. Basta con il controcanto, ognuno si assuma le proprie responsabilità”, ha spiegato il Cavaliere a chi lo ha chiamato oggi.

In serata la nota: “Far intendere che ci sia bisogno di un nuovo e diverso contenitore per i liberali e i moderati significa essere in malafede o ignorare la realtà. La frammentazione ha sempre determinato avventure politiche di cortissimo respiro”. Dunque chi lavorava affinché si arrivasse ad una possibile ‘separazione consensuale’ dovrà rinunciarci. “Se la Carfagna lascia tradirà come hanno fatto altri”, il ‘refrain’. “Una comunità – spiega chi ritiene che FI stia andando a rimorchio della Lega – non si tiene insieme con le minacce, ma con le idee e una prospettiva politica”.

Carfagna, Renzi e “Forza Italia Viva”

A due giorni dall’apertura e dalla successiva frenata di Mara Carfagna nei confronti di Italia Viva, non si spengono le polemiche dentro Forza Italia. In molti chiedono al presidente del partito di non privarsi di una risorsa come quella rappresentata dalla vice-presidente della Camera. Ma Silvio Berlusconi risponde con un comunicato che non ammette repliche.

Respinge, in primo luogo, l’interpretazione secondo cui Forza Italia sarebbe ormai una ridotta dei sovranisti. Si difende, e difende il suo partito, dalle insinuazioni sulla natura del’astensione di Forza Italia in occasione del voto che istituiva la Commissione Segre. Ma soprattutto, ‘stoppa’ le velleità di chi vorrebbe creare un nuovo contenitore liberal fuori da Forza Italia: “Una operazione di corto respiro”.

Messaggi inviati a Mara Carfagna, certo, ma anche e forse soprattutto a Matteo Renzi, indicato da molti nel parito come l’autore di una Opa ostile nei confronti dei parlamentari forzisti. La deputata, nei giorni scorsi, aveva risposto così a chi gli chiedeva di una possibile collaborazione con l’ex rottamatore: “Se Renzi dichiarasse di non voler più sostenere il governo di sinistra, Forza Italia Viva potrebbe essere una suggestione”.

Un’offerta che Renzi ha colto al volo, dicendo di lasciare la porta aperta a Carfagna e a chi, come lei, volesse entrare in Italia Viva per dare corso al ‘mashup’ immaginato dalla vice presidente della Camera. E anche se la stessa Carfagna rivede, poco dopo, la sua posizione spiegando che il suo campo politico è e resterà il centrodestra”, la ‘frittata’ è ormai fatta.

Alla base della mossa della mossa della vicepresidente della Camera ci sarebbero i nuovi equilibri interni a Forza Italia, con la nomina di Antonio Tajani come vice presidente unico. La cena ad Arcore di qualche sera fa non sembra aver placato gli animi. E le parole di Berlusconi mostrano che l’uscita di Carfagna ha gettato solo benzina sul fuoco: “L’immagine di Forza Italia appiattita o subordinata ad una generica ‘destra sovranista’ è un radicale stravolgimento della realtà, irrispettoso della mia e della nostra storia”, sottolinea l’ex premier.

“Far intendere che ci sia bisogno di un nuovo e diverso contenitore per i liberali e i moderati significa essere in malafede o ignorare la realtà”, aggiunge, per poi concludere: “Se l’obiettivo è costruire una vasta area liberale, cattolica, riformatrice, alternativa alla sinistra e determinante per la vittoria del centro-destra, non lo si ottiene certo con la frammentazione, che ha sempre determinato avventure politiche di cortissimo respiro”.