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“Ora il massimo sarebbe se dopo tutto questo pasticcio la soluzione” fosse “l’ingresso dello Stato nella società che produce acciaio. Allora sì, torneremmo al “fattore M”, come ai tempi di Mussolini”: lo ha detto Giancarlo Giorgetti in un colloquio con Repubblica. “Ma nel senso che il pubblico si metterebbe a produrre acciaio, magari per costruire che? Carri armati? Che di questi tempi poi, tornano utili, no…?”, ha aggiunto l’esponente leghista.

Sul ritiro di ArcelorMittal, Giorgetti ha detto: “Questo dell’acciaieria alla fine è stato uno dei tre motivi principali dell’apertura della crisi: i no reiterati dei nostri alleati su Taranto, sulla Tav, sugli inceneritori… Non c’era modo di portare un provvedimento serio come quello sull’ex Ilva al Senato che cinque o sei dei loro erano pronti a non votare la fiducia”. Ancora: “Stiamo assistendo alla messa in scena di una multinazionale che sta cercando di prendere quanto più possibile dal governo in carica”, dice Giorgetti.

Sulle elezioni in Emilia Romagna del 26 gennaio, Giorgetti si è mostrato fiducioso. “Io non ho letto gli ultimi, ma non penso affatto che il Pd la possa spuntare, alla fine vinciamo noi con Lucia Borgonzoni. Di una cosa però sono certo: Stefano Bonaccini farebbe bene a correre da solo piuttosto che in cordata coi 5 stelle. Questo è poco ma sicuro”.