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Anche la Merkel se n'è accorta: l'Italia è stata lasciata sola di fronte all'emergenza migranti. In un'intervista all'edizione domenicale della Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), la cancelliera tedesca ha riconosciuto che il tema delle migrazioni, la sicurezza alle frontiere esterne dell'Europa e una politica di asilo comune sono "la vera questione esistenziale dell'Ue".

La stampa italiana accoglie l'ammissione con un misto di scetticismo e sollievo. per il Fatto quotidiano, ad esempio, si tratta di un tentativo di offrire una sponda al governo giallo-blu e togliere argomenti alla Lega di Salvini e "un po' per mascherare l'obiettivo di mantenere lo status quo".

Cosa ha detto la cancelliera

La Merkel ha riconosciuto che "parte dell'insicurezza in Italia ha la sua origine nel fatto che gli italiani, dopo il crollo della Libia, si sono sentiti lasciati soli con il compito di accogliere i tanti migranti in arrivo dall'Africa". Per la leader tedesca, "abbiamo bisogno di un sistema d'asilo comune e parametri coerenti nella decisione di chi deve ricevere asilo e chi no". Da qui, la convinzione che "Frontex debba diventare nel medio periodo una vera polizia di frontiera europea con competenze europee", e che alla fine ci sia "un'istituzione europea che si occupi di asilo" sulla base di un diritto comunitario.

"Noi – ha aggiunto la Merkel – ci impegniamo per una maggiore solidarietà all'interno di un sistema comune europeo di asilo, ogni Paese membro deve portare il suo contributo, ma soprattutto dobbiamo sin dall'inizio ridurre l'immigrazione illegale", facendo accordi con i Paesi di transito e di origine. "Il nostro obiettivo sono rapporti ordinati alle frontiere esterne, ma la chiusura non è la strada giusta".

Il Messaggero ha messo in evidenza la reazione di Salvini, secondo cui ora sta a "lei e Macron passare ai fatti", mentre secondo il Corriere la cancelliera tedesca sta cogliendo la palla al balzo per usare l'Italia per accelerare le procedure di rimpatrio dei migranti fermi in Italia, ma pronti a muoversi verso il Nord Europa. Anche a costo di finanziarle con i fondi europei attraverso la creazione di un sistema d'asilo, una polizia di frontiera comune e un'agenzia per i rifugiati.