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L'unico incontro è stato con un bicchiere di 'Di Majo Norante', spumante brut dell'omonima cantina molisana, ottenuto da vitigni Falanghina Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono rimasti tre ore sotto gli stessi padiglioni del Vinitaly senza incrociarsi nemmeno.

Non che un incontro fosse stato concordato, anzi i due protagonisti avevano chiarito sin dal loro arrivo che non vi sarebbe stato faccia a faccia, ma intorno alla loro presenza contigua e contemporanea dei due leader si era creata una attesa mediatica e forse anche un po' nei rispettivi partiti.

Nemmeno un brindisi o uno scatto insieme, Salvini e Di Maio hanno duellato a distanza in una giornata al termine della quale, nel 'borsino' dei posizionamenti post voto in vista della formazione del governo, appaiono forse un po' più distanti tra loro. A dividerli le questioni note: la premiership rivendicata da entrambi e soprattutto il 'no' del M5s a un governo esteso a tutta la coalizione del centrodestra, Forza Italia e Silvio Berlusconi compresi.

Al Vinitaly – oggi quasi una 'terza' Camera del Parlamento per l'affollamento di protagonisti dell'attuale scenario politico (oltre a Salvini e Di Maio, anche la presidente del Senato Elisabetta Casellati, il segretario reggente del Pd Maurizio Martina e la presidente di FdI Giorgia Meloni) – Salvini ha confermato che il suo "obiettivo è di tenere unito il centrodestra"; mentre Di Maio è stato duro forse come non mai, definendo la coalizione Lega-FI-FdI come "un danno per il Paese".

"Un brindisi con vino scaduto al governo Pd-5 stelle"

"L'ipotesi di un governo del cambiamento la proponiamo anche al Pd", ha poi detto il leader cinque stelle. Suscitando la replica amara del 'capitano' leghista: "Auguri. Un bel brindisi con uno vino scaduto, prodotto in Romania finto italiano, al governo Pd-5 stelle". Mentre dal Pd l'unica apertura sulla partita governo rimane l'eventuale disponibilità, confermata da Martina, a "incontrare l'eventuale incaricato" dal presidente della Repubblica "quando ci sarà".

La mattinata si era aperta con Salvini e Meloni che erano tornati a escludere governi di larghe intese, evocati da Silvio Berlusconi nella lettera sulla crisi siriana pubblicata dal 'Corriere' (il presidente di Fi chiede un "governo autorevole" sostenuto da una "maggioranza non qualsiasi). Lapidaria la risposta di Meloni: "Se c'è una cosa che abbiamo imparato è che un governo autorevole non è mai frutto di inciucio".

Il segretario leghista si era poi detto "pronto a governare" e a guidare l'unico esecutivo possibile, quello formato dall'unione della coalizione di centrodestra e dei secondi arrivati alle elezioni, il M5s. A chi gli chiedeva che vino avrebbe offerto a Di Maio, Salvini aveva 'scomodato' lo 'Sforzato', vino della Valtellina: "Qualcuno si dovrebbe sforzare", aveva detto, al fianco dello scrittore Mauro Corona.

Tra assaggi e bagni di folla con 'selfie' il capo del partito di via Bellerio si era poi trasferito nel padiglione del Veneto per l'inaugurazione con Casellati e il governatore Luca Zaia. Salvini aveva brindato con la presidente del Senato, salutandola poi "affettuosamente".

"Il centrodestra non esiste"

"E' molto brava", aveva tenuto a dire della seconda carica dello Stato in predicato per un mandato esplorativo che faciliti la formazione di un governo. Con l'arrivo di Di Maio, la doccia fredda. "C'è qualcuno che in questo momento continua a ostinarsi sull'idea di centrodestra, che le stesse immagini del Quirinale hanno dimostrato non esistere", ha esordito il pentastellato. "Siamo di fronte ad un centrodestra che non esiste, una strada non percorribile, ma che potrebbe essere anche un danno per il Paese".

Da Di Maio e' arrivata anche qualche apertura, pero'. Il leader 5 stelle ha lanciato un appello "al senso pratico di tutti", compreso il Pd. "Non ci si puo' fermare e bloccarsi su delle logiche politiche", ha detto. "Il vino fa conoscere le nostre bellezze e dà un valore in più al nostro Paese in tutto il mondo ma e' anche una grande occasione per distendere gli animi, per vedersi, per parlare, per dialogare. È uno strumento di dialogo". Ma dal Pd Martina si è detto, invece, "preoccupato" da "questa situazione di grande incertezza generata dall'incapacità di centrodestra e M5s".

"Assistiamo in queste ore al disfacimento del centrodestra", ha sostenuto il 'reggente' dem.