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"C'era persino un'agenzia fuori sul fatto che quella riforma si sarebbe fatta". Matteo Renzi minimizza: nei giorni prima dell'emissione del decreto, tutti sapevano che il governo avrebbe messo mano alle Popolari. Oggetto della domanda del cronista di Radio Capital l'intercettazione, allegata al fascicolo trasmesso dalla Procura di Roma alla Commissione parlamentare sulle banche, nella quale Carlo De Benedetti racconta a Gianluca Bolengo, il broker che cura i suoi investimenti di aver ricevuto dall'ex premier rassicurazioni sul provvedimento quattro giorni prima della sua emissione, avvenuta il 20 gennaio 2015, e gli raccomanda di acquistare titoli del settore. 

La conversazione, sottolinea il Corriere, "sembra smentire la versione fornita da entrambi quando avevano escluso la veicolazione di informazioni riservate. L’indagine per insider trading fu avviata tre anni fa su segnalazione della Consob che aveva evidenziato plusvalenze e movimentazioni anomale sui titoli. In particolare De Benedetti aveva investito 5 milioni di euro con Romed spa guadagnando 600 mila euro. I magistrati hanno sollecitato l’archiviazione dell’inchiesta perché sia Renzi sia De Benedetti, interrogati dai pubblici ministeri, hanno escluso di essere entrati nel merito del testo poi approvato a Palazzo Chigi. Ma adesso — in attesa che il giudice decida se accogliere la richiesta dei pm — si esprimerà la Commissione nella relazione finale".

Gli interrogatori

Era stato lo stesso presidente della Consob, Giuseppe Vegas, durante l'audizione in Commissione dello scorso 13 febbraio, ad affermare che l'autorità aveva "rilevato la presenza di alcuni intermediari con un’operatività potenzialmente anomala" con acquisti prima del 16 gennaio, cioè prima che si sapesse "dell’intenzione del governo di adottare il provvedimento".

"Tra i casi citati c’è anche quello del finanziere Davide Serra, che avrebbe ottenuto guadagni con la sua Algebris. Gli atti Consob vengono trasmessi alla Procura di Roma che iscrive nel registro degli indagati Bolengo e nel maggio successivo interroga lo stesso De Benedetti e Renzi come persone informate dei fatti", sottolinea ancora il Corriere, "confermano di aver avuto contatti in quei giorni, ma negano lo scambio di informazioni privilegiate. In particolare Renzi assicura che «alla riforma delle banche si dedicarono cenni del tutto generici e non fu riferito a De Benedetti nulla di specifico su tempi e strumento giuridico»."


Il testo della telefonata

De Benedetti: Sono stato in Banca d’Italia l’altro giorno, hanno detto (incomprensibile) che è ancora tutto aperto.

Bolengo: Sì, ehm, però adesso stanno andando avanti… comunque non è…

De Benedetti: Faranno un provvedimento. Il governo farà un provvedimento sulle Popolari per tagliare la storia del voto capitario nei prossimi mesi… una o due settimane.

Bolengo: Questo è molto buono perché c’è concentrazione nel settore. Ci sono troppe banche popolari. Sa, tutti citano il caso di Sondrio città di 30 mila abitanti.

De Benedetti: Quindi volevo capire una cosa (incomprensibile) salgono le Popolari?

Bolengo: Sì su questo se passa un decreto fatto bene salgono.

De Benedetti: Passa, ho parlato con Renzi ieri, passa.

Bolengo: Se passa è buono, sarebbe da avere un basket sulle Popolari. Se vuole glielo faccio studiare, uno di quelli che potrebbe avere maggiore impatto e poi però bisognerebbe coprirlo con qualcosa.

De Benedetti: Togliendo la Popolare di Vicenza.

Bolengo: Sì.


Perché per la procura non è reato

"Il dettaglio del decreto (di cui parla il broker) è essenziale: con un provvedimento d’urgenza, al posto di un disegno di legge (con i suoi lunghi tempi parlamentari), i titoli salgono velocemente. Da qualche giorno infatti sui giornali ci sono indiscrezioni sui possibili contenuti della riforma ma non sul mezzo con cui sarà varata", osserva il Fatto, "sono davvero in pochi a saperlo, anche perché è inusuale che una riforma del genere passi per decreto d’urgenza. È lo stesso pm Stefano Pesci, nella richiesta di archiviazione al gip Gaspare Sturzo di quasi due anni fa, a sottolinearlo.

“Nel corso di una riunione ‘apicale’ tenuta l’8 gennaio 2015 – a cui partecipavano, tra gli altri, Renzi, Padoan, Visco e anche il vicedirettore di Bankitalia Fabio Panetta – fu deciso che l’intervento per eliminare il sistema di voto ‘capitario’ per le banche popolari sarebbe stato effettuato non mediante un disegno di legge, bensì con lo strumento, inatteso e inusuale in tale ambito, del decreto legge; si decise altresì che il decreto sarebbe stato varato nel Consiglio dei ministri del 20 gennaio”. 

Ma perché i pm non hanno aperto un fascicolo pe insider trading? Perché De Benedetti dimostra di essere stato a conoscenza della preparazione del provvedimento ma non c'è alcuna prova, dalle sue parole, che sapesse la data di emissione o che sarebbe stato utilizzato lo strumento del decreto, parola che Bolengo utilizza, si legge nelle carte dell'inchiesta, “a utilizzare la parola 'decreto' in modo del tutto generico e, palesemente, senza connotazione tecnica”.

L'Ingegnere non può quindi essere accusato di aver omesso a Bankitalia il possesso delle informazioni. "Per la Procura la vicenda è chiusa, conclude il Fatto, "nessun reato né per Renzi, né per De Benedetti, né per Bolengo. Da quasi due anni il Gip deve decidere se questa linea è corretta".