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Al termine del tavolo al ministero dello Sviluppo economico convocato da Carlo Calenda e al quale hanno partecipato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e il sindaco di Roma, Virginia Raggi, il ministro su Twitter ha condiviso il piano industriale “Sviluppo Capitale”. Un documento di 33 pagine in cui si descrivono le linee guida del programma che, nelle intenzioni, dovrebbe aiutare la rinascita economica e sociale di Roma. 

Il documento parte dalla constatazione che “Roma ha evidenziato una situazione di estrema sofferenza economica e produttiva del territorio”. Per ovviare alla crisi della città, sono stati individuati 5 pilastri di rilancio produttivo. 

I cinque mali della Capitale

 

1. Cala il PIL, meno giovani al lavoro, tessuto produttivo impoverito

  • Il pil pro capite a Roma è calato del 15% dal 2008 al 2016, con nove punti percentuali in meno di occupazione giovanile dal 2008 al 2016.
  • Si sono avute 58 crisi aziendali in un anno: 23mila lavoratori sono stati coinvolti 

2. Infrastrutture obsolete e collegamenti inefficienti, scarsa vocazione al green

3. Crollo del valore aggiunto, fuga delle grandi imprese, commercio low-cost

  • Valore aggiunto è calato del 5,3% dal 2008.
  • L’industria  ha perso il 9,7%,, l’agricoltura l’11,3%, e i servizi (commercio, turismo e comunicazioni) il 9,3%.
  • A Roma ci sono meno aziende strutturate (-13%) ma sono esplose le microimprese (+30% ambulanti, +150% affittacamere). 

4. Turismo mordi e fuggi, dispersione dell’offerta

  • Diminuisce la permanenza media dei turisti (-0,5% dal 2011 al 2015).
  • Roma è al 20esimo posto su 50 capitali per l’organizzazione di eventi

5. Degrado urbano e crisi del settore edile 

  • È crollato anche il valore aggiunto dell’industria delle costruzioni: -25% dal 2008 al 2016
  • Roma al 54esimo posto su 60 città europee del Digital City Index

Documento da scaricare: Piano industriale per Roma

Le cinque cure per Roma

 

Per ovviare a questi problemi, i principali individuati per Roma, il documento continua con una serie di interventi da portare a termine nei prossimi anni in uno sforzo congiunto di Sviluppo economico, Campidoglio e Regione Lazio. 

1. Rilanciare la competitività

I punti principali del rilancio del tessuto produttivo riguardano il supporto finanziario delle piccole e medie imprese con fondi regionali per l’accesso al credito (73 milioni) e il fondo di garanzia del Mise (600 milioni). Attenzione anche all’ecosistema dell’innovazione con una serie di progetti per la nascita e lo sviluppo di imprese innovative e potenziamento dei fondi di investimento in startup, dove la regione si è impegnata con 178 milioni e il comune con 10,5. Un’altra chiave è lo sviluppo del digitale per le imprese e l’ecommerce, chiavi che dovrebbero contribuire alla internazionalizzazione delle imprese romane. 

2. Sviluppo mobiltà e sostenibilità  

Nel piano per la mobilità romana, spicca il rinnovo del parco veicolare pubblico e investimenti per la riduzione delle emissioni di CO2. Il totale delle risorse mobilitate sono circa 490 milioni, di cui 227 arrivano dal Mise, 42 dal Comune e 20 dalla Regione. Anche in questo settore si punta sul digitale, per ottimizzare i servizi e la manutenzione produttiva. La Regione ha messo sul piatto 52,9 milioni per sviluppare un modello innovativo per la distribuzione urbana delle merci a basso impatto ambientale. Mentre altri 115 milioni sono destinati ad effettuare un piano per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e edilizia popolare (62 milioni dal Comune, 40 dal Mise). 

3. Rafforzamento di filiere e distretti

Il terzo pilastro riguarda una serie di interventi strutturali, tra cui circa 440 milioni di euro destinati al consolidamento del distretto industriale dell’aerospazio, con la filiera di Pmi annessa, e gli investimenti in ricerca e sviluppo del settore.  La “più grande area metropolitana agricola d’Europa” vedrà destinati un centinaio di milioni, in larga parte dalla Regione, per creare uno spazio multifunzionale agrifood e per valorizzare l’agricoltura sociale, le startup e gli imprenditori agricoli. Altri fondi saranno destinati alla costituzione di “Shopping in Rome”, un distretto digitale del commercio, la riqualificazione dei mercati rionali, e la promozione del decoro urbano vietando, nelle aree pubbliche a valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico, l’esercizio di attività commerciali e l’uso di insegne non compatibili con il decoro delle aree. 80 milioni circa saranno destinati alla creazione di un Hub delle scienze della vita per sviluppare l’industria biomedica, mentre per quanto riguarda lo sport e le attività ricreative sul piatto ci sono circa 120 milioni per creazione di nuovi hub dello sport, sul modello del Foro Italico, e la riqualificazione degli altri impianti.  Fondi anche all’industria dello spettacolo, con finanziamenti per far ripartire o potenziare le manifestazioni della Capitale su cinema, musica e teatro. 

4. Turismo di qualità 

Roma dovrà puntare al turismo di qualità, sviluppando soluzioni innovative per differenziare e riqualificare l’offerta turistica. Molte delle risorse necessarie devono essere ancora quantificate, si legge nel documento, ma riguarderanno soprattutto la digitalizzazione del patrimonio artistico e la costituzione di un distretto tecnologico dedicato al patrimonio regionale e del comune. 

5. Riqualificazione urbana e periferie

Obiettivo principale di questo punto è la riqualificazione degli spazi urbani grazie ai fondi della Cassa depositi e prestiti. Le aree individuate per la riqualificazione sono l’ex fiera di Roma, Caserma Guido Reni, gli Uffici delle Dogane, l’area Forlanini, l’area del fiume Tevere e l’isola Tiberina. È previsto inoltre un sistema di video sorveglianza che integri le telecamere di sicurezza pubbliche e private per aumentare il controllo del territorio.