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Roma – Il 2015 è stato un anno record nel recupero di redditi evasi, quasi 15 miliardi di euro. E' il dato annunciato dal premier Matteo Renzi che in un tweet ha inviato "un abbraccio" a chi definiva il governo "filo-evasori". 

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A confermare il trend è stato il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi: il recupero dell'evasione fiscale nel 2015 e' risultato superiore a quello dell'anno precedente, ha affermato durante il 'Telefisco' del Sole 24 Ore. "I dati definitivi ancora non ci sono – ha spiegato – sono in validazione, ma siamo sicuri di essere in crescita, e' stato un anno straordinario". Nel 2014 il recupero dell'evasione era stato di 14,2 miliardi, segnando a sua volta una crescita rispetto al 2013. "In un anno molto difficile a causa dei nostri problemi organizzativi abbiamo proseguito con forza e determinazione nel recupero dell'evasione pregressa. Ora continuiamo la nostra attivita' di deterrenza. Noi pensiamo sempre in termini di cassa che contribuisce ai conti dello Stato", ha detto Orlandi.

Per il recupero dell'evasione delle multinazionali, non ci sono ne' sconti ne' accordi, ha spiegato Orlandi. "Si sbaglia a usare la parola accordo – ha detto – specie per quanto riguarda Apple. La societa' ha aderito a un verbale, abbiamo lavorato molto, non era facile e ora ce lo riconoscono tutti. L'Italia per prima ha concluso un'operazione che molti hanno cercato di fare. Con un lavoro di squadra sinergico che ha riguardato anche la procura di Milano e le dogane. La parola sconto non l'accetto, non c'e' stato nessun accordo". Orlandi ha puntualizzato, inoltre, che "non c'e' alcuna differenza nel comportamento del fisco tra piccoli e grandi contribuenti. Il nostro compito e' soprattutto quello di contrastare comportamenti evasivi di grande rilevanza. Abbiamo controllato il 40% delle societa' di grandi dimensioni, devono comprendere che in caso di mancata compliance ci puo' essere un danno reputazionale".

Stretta Ue su evasione imprese, ecco le nuove regole - Regole vincolanti per fermare "gli usi piu' comuni" utilizzati dalle compagnie per evadere il fisco, una strategia di scambio di informazioni tra gli Stati membri dell'Ue per la prevenzione di accordi fiscali che determino "abusi", la creazione di una lista europea dei Paesi terzi che si rifiutano di agire correttamente. Sono alcune delle misure varate dalla Commissione europea con l'approvazione del pacchetto anti-frode fiscale adottato dal collegio dei commissari e presentato oggi a Bruxelles. L'obiettivo delle proposte e' duplice: da un parte si intende dare vita a "un'ampia risposta coordinata dell'Ue alla evasione fiscale delle imprese", e dall'altro si intende armonizzare un sistema, quello fiscale, ancora troppo disomogeneo. Per "combattere" le pratiche fiscali "aggressive" delle imprese in Europa in modo "efficiente ed efficace", la Commissione europea ritiene che "nuove regole sono necessarie per allineare la legislazione fiscale in tutti i 28 paesi dell'Unione europea". Certezza e trasparenza sono le due parole d'ordine della Commissione europea. Nella proposta di oggi si intende introdurre il principio fondamentale per cui le compagnie dovrebbero pagare le tasse dove producono il proprio profitto. Per una migliore trasparenza, poi, l'Ue propone una revisione della direttiva per la Cooperazione amministrativa che va nel senso di scambio di informazioni tra autorita' nazionali su attivita' delle compagnie multinazionali e loro stato fiscale. A inizio primavera poi la Commissione europea presentera' relazioni sulla situazione in ogni Stato membro dell'Ue. (AGI)

(28 gennaio 2016)