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Roma – Tre sindaci lanciano un appello al centrosinistra, affinche' si presenti unito all'appuntamento elettorale della prossima primavera. "Imparate dalla Francia. Non lasciamo il campo alla destra populista", scrivono in una lettera-appello, pubblicata su Repubblica, i sindaci di Genova Marco Doria, di Milano Giuliano Pisapia e di Cagliari Massimo Zedda, in vista delle amministrative. "Pensiamo che in un momento cosi' difficile e complesso sia necessario ritrovare quell'unita' aperta e larga del centrosinistra che, sola, puo' ridare fiducia alle cittadine e ai cittadini italiani. Per far questo e' indispensabile ripartire dalle forze politiche che, insieme al civismo autentico, compongono, in gran parte d'Italia, il centrosinistra e che, con differenze ma unita' di intenti, hanno saputo vincere e governare. Quelle forze sono principalmente il Partito Democratico, perno e componente maggioritaria, e Sel", spiegano Pisapia, Zedda e Doria. Insomma, i tre amministratori locali chiedono principalmente a Pd e Sel di "superare le attuali divisioni". Ma l'appello, seppur con sfumature diverse, cade sostanzialmente nel vuoto, in una sorta di reciproco 'scarica' responsabilita'. Se i vertici del Pd, con il vice segretario Lorenzo Guerini, ritengono infatti che l'appello vada "rivolto ad altri", ovvero a Sel, la reazione di Sinistra italiana e' di gelo: e' colpa di Renzi se il centrosinistra non c'e' piu', quindi sta a Renzi rispondere, e' in sostanza il commento del coordinatore di Sel e deputato di SI, Nicola Fratoianni.

 Il premier-segretario, senza far riferimento alcuno alle parole dei tre sindaci, nella e-news settimanale torna ad affrontare il tema delle divisioni, ma quelle interne al suo partito e, rivolgendosi ai dirigenti Pd, dice: "Anziche' parlare di divisioni e litigi dovrebbero fare uno sforzo maggiore per comunicare cio' che stiamo facendo". E ancora: "Altro che regole delle primarie e discussioni correntizie – sottolinea Renzi – abbiamo risultati concreti da offrire, che cosa stiamo aspettando?". Ma a fronte della risposta 'tiepida' da parte dei big dem – fatta eccezione per il presidente del partito, Matteo Orfini, che definisce la lettera "saggia, propone uno schema forte e condivisibile" – e' la sinistra Pd a far sentire la sua voce e ad accogliere la richiesta dei tre sindaci, anche per bloccare l'avanzata del Partito della Nazione tanto per le comunali quanto soprattutto in prospettiva futura, ovvero per le elezioni politiche: "Il Pd e' un grande partito in grado di raccogliere un consenso ampio ma la nostra prima responsabilita' e' quella di essere consapevoli che non siamo autosufficienti e percio' e' giusto ripartire dalla vocazione originaria del Pd: essere l'architrave di un centrosinistra piu' largo, oggi per il governo delle grandi citta' e domani per il governo del paese", afferma Gianni Cuperlo. Non la pensa cosi' l'ex Pd Pippo Civati: "Pretendere che ora, grazie alla lettera, il Pd cambi rotta e torni a sinistra e un po' come tentare di far rientrare il dentifricio nel tubetto. La lettera si presenta insomma come una versione anticipata ed esasperata del voto utile". Chi e' pronto a sottoscrivere l'appello dei tre sindaci e' il governatore pugliese Michele Emiliano: "Per un centrosinistra 'new style', quello vero, senza Verdini, io ci sto, ci sto subito". (AGI)