Ultime News
Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterEmail this to someone

(AGI) – Roma, 6 ago. – La minoranza Pd lancia la sfida sulle riforme, e presenta 10 emendamenti – sottoscritti da 28 senatori – che rimettono in discussione l’impianto del ddl Boschi, insistendo sull’elezione diretta del Senato. Alla vigilia della scadenza dei termini per la presentazione delle richieste di modifica al testo delle riforme costituzionali, domani alle 13, la minoranza interna del Pd affila le armi, in vista della ripresa dei lavori a settembre, quando il confronto sulle riforme entrera’ nel vivo con l’esame sull’ammissibilita’ degli emendamenti, su cui gia’ ieri la relatrice Anna Finocchiaro era stata netta, invitando il presidente Grasso a non dar vita a interpretazioni non in accordo con la presidenza della commissione. Matteo Renzi, pero’, ostenta sicurezza e minimizza la portata della battaglia che la sinistra dem si appresta a combattere in Senato, dove i numeri – soprattutto in commissione Affari costituzionali – fanno ‘tremare’ la maggioranza. “Siamo aperti al confronto, ad una discussione, ma senza permettere a chicchessia di mettere veti”, avverte il premier. Se poi si vuole andare avanti con gli emendamenti, “si votera’ e si vedra’ chi ha i numeri”, e’ la ‘contro sfida’ lanciata da Renzi, che elogia le parole dell’ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano. Il presidente emerito, in una lettera al Corriere, e’ tornato a mettere in guardia dal rischio che salti tutto: “La modifica su quel punto nodale del testo”, spiega Napolitano riferendosi al Senato non elettivo, “farebbe cadere l’impianto di base della riforma, quale era stato delineato e ampiamente concordato”. Quindi, conclude l’ex presidente, “non si sovrappongano a un confronto che resti nei limiti di una doverosa responsabilita’ comune, contrapposizioni politiche distruttive e puri artifizi polemici”. Parole che scatenano la polemica, sia interna al Pd che con le opposizioni. “Con profondo rispetto e l’affetto di sempre dico al presidente Napolitano che la sua presa di posizione supera il limite da lui stesso recentemente invocato. L’autonomia del presidente Grasso costituisce infatti una garanzia per tutti”, afferma Paolo Corsini (Pd), mentre le osservazioni di Napolitano “preoccupano” il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, secondo il quale l’intervento dell’ex presidente della Repubblica “non aiuta il dibattito sulle riforme”. .