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L’amore e il rispetto che uno sviluppatore mostra nei confronti dei giocatori non si esprime solo con l’alta qualità di un titolo videoludico, ma anche con la coerenza e la ferma volontà di rimanere ancorati alle meccaniche che hanno decretato il successo di un prodotto.

Un ragionamento di onestà intellettuale che ormai non è più scontato: alcune saghe videoludiche hanno ormai abbandonato le atmosfere e i meccanismi della loro origini per trasformarsi in prodotti completamente diversi e piegati alle leggi di mercato. Un esempio tra tutti la saga di Resident Evil: dalle splendide atmosfere puramente survival horror delle origini, le avventure di Chris Redfield e compagni si sono via via trasformate in uno sparatutto non molto differente da un qualsiasi Call Of Duty.

Tra le poche saghe rimaste saldamente fedeli al concetto iniziale troviamo quella conosciuta come Soulslike. Partita nel 2009 con Demon’s Souls, eccellente action RPG passato quasi di nascosto nel panorama videoludico e che ha riscritto da capo le regole del genere, la serie dei Souls col passar del tempo si è rafforzata grazie ad altri titoli come Dark Souls e relativi seguiti, fino al recente Bloodborne, un titolo, esclusiva per PlayStation 4, che ha visto il ritorno di Hidetaka Miyazaki (vero deus ex machina dietro la saga) come direttore, dopo la breve parentesi di Dark Souls 2 come supervisore.

Proprio Bloodborne, uscito a marzo di quest’anno, ha ridefinito le stesse atmosfere della serie Souls: non più un fantasy oscuro, ostile e affascinante fatto di guerrieri, draghi, non-morti, castelli e spade, ma un lungo incubo gotico di sangue, aberrazioni, assassini mutati e cacciatori di streghe. Un’ambientazione diversa dai precedenti episodi della saga, quindi, molto ispirata ai lavori di Howard P. Lovecraft, ma sempre affascinante, opprimente, oscura e saldamente ancorata agli aspetti che ne hanno segnato il successo: meccaniche da approfondire con pazienza, nemici decisamente ostici da affrontare studiandone gli stili, ambientazioni vaste e complesse e difficoltà generale superiore alla media, molto vecchia scuola, ma in grado di regalare quelle soddisfazioni che sembravano ormai perse nel moderno panorama videoludico.

Ma From Software non ha mai riposato pigramente sul successo dei suoi Souls, ne ha invece ampliato e approfondito l’universo con vari eccellenti DLC (rimangono ancora ottimi i vari Crown di Dark Souls 2) fino a quest’ultimo The Old Hunters, la prima (e, pare, unica) espansione per Bloodborne, che promette di riportarci nei meravigliosi incubi di Yharnam.

Bloodborne: The Old Hunters Recensione

Una nuova avventura nell’incubo

Bentornato, buon cacciatore

From Software non è mai stata generosa nella spiegazione delle storie che fanno da sfondo ai vari Souls, un meccanismo che sin dall’inizio è un marchio caratteristico della saga, Bloodborne incluso, e questo The Old Hunters non è un’eccezione.

Dopo aver affrontato il vicario Amelia nell’avventura principale, dovremo dirigerci nella Cathedral Ward, uscendone dalla parte sinistra, per poi farci catturare dall’Amygdala che vigila sulla parete esterna dell’edificio. L’attacco dell’enorme creatura ci farà risvegliare nell’Incubo del cacciatore, una nuova zona solo apparentemente uguale a quelle già visitate, ma che ben presto si rivelerà come una lunga avventura attraverso tre nuove ambientazioni in gran parte decisamente ispirate, tra la Cattedrale dell’incubo, il Centro ricerche e il Villaggio dei pescatori. Zone collegate tra loro da altre numerosi e contorti scenari, intrappolati in una vegetazione selvatica che sembra ormai avere preso il sopravvento sulle strutture, in un viaggio da incubo dove dovremo scoprire le origini e le motivazioni che hanno spinto i vecchi cacciatori a trasformarsi in spietati assassini.

La trama di questo DLC, quindi, è ancora una volta volutamente criptica, disseminata nei numerosi indizi che troveremo nel corso dell’avventura, dalla descrizione di un’arma fino al dialogo con uno dei rari personaggi incontrati, senza farci mancare qualche interessante collegamento con il passato (la vera identità del primo boss, ad esempio)

Bloodborne: The Old Hunters Recensione

I nuovi contenuti rendono il DLC interessante anche per i veterani

Combatti da eroe, muori come una leggenda

Le meccaniche e il sistema di controllo di The Old Hunters rimangono identici a quelli del titolo principale: comandi reattivi, numerose nuove zone da esplorare, nemici inediti, boss ostici da battere e nuovi oggetti e armi. L’assenza di uno scudo, vera novità di Bloodborne rispetto ai precedenti Souls, ci ha già portati ad assimilare delle meccaniche di combattimento fluide e reattive, una caratteristica che ritroviamo in questo The Old Hunters.

La presenza costante dei cacciatori (che ora si resettano esattamente come i nemici comuni) e i nuovi schemi di attacco degli avversari ci costringeranno a migliorare e rinnovare quelle strategie che nel titolo base erano ormai consolidate, anche perché la difficoltà generale del prodotto è piuttosto alta anche per i veterani. Chi si aspetta una sfida facile solo perché dotato di un personaggio di 150mo livello (From Software e Sony consigliano di essere minimo di 65mo, prima di affrontare il nuovo incubo) o perché ha passato centinaia di ore tra i labirinti di Yharnam, andrà incontro a una prematura e dolorosa morte. Anche se la presenza di alcune novità nell’ambientazione, come i nemici che in alcuni casi combattono fra loro, ci permette di elaborare nuove strategie che, unite alla presenza delle classiche scorciatoie da attivare e di circa una decina di lanterne sparse per la vasta ambientazione (la longevità varia tra le dieci e le quindici ore), rappresentano l’unica speranza di sopravvivere un un’avventura persino più ostile di quella principale.

Ma la vera novità di The Old Hunters va a correggere quello che forse era uno dei pochi, lievi difetti dell’avventura principale: la scarsità delle armi. Dove in Bloodborne potevamo contare solo sulle accoppiate mannaia, spada e ascia con fucile e pistola, con ben poche varianti, in The Old Hunters troveremo una quantità e varietà di nuove armi in grado di soddisfare ogni tipo di approccio. Ogni arma, tra le circa quindici disponibili, è dotata di uno stile unico, sia estetico che funzionale, e in molti casi rappresenta una tale novità da farci cambiare totalmente stile di combattimento, dalla devastante ruota dentata fino all’arco, passando anche per numerosi nuovi oggetti (è presente anche una nuova Roccia del sangue, necessaria per portare un’arma a +10).

Un’altra colonna della serie Souls è da sempre rappresentata dai boss, veri punti fermi che caratterizzano le opere di Miyazaki: ostici, affascinanti, spesso disturbanti e in grado di rappresentare una sfida altissima anche per i giocatori più abili e pazienti. E questo Old Hunters conferma di nuovo la filosofia di From Software con cinque nuovi boss, di cui uno opzionale, tra i quali troveremo anche una nostra vecchia conoscenza, ormai mutata, e un paio di creature che possono essere considerate tra i vertici più alti raggiunti dall’intera saga.

Il lato online è sostanzialmente identico a quanto visto in Bloodborne: rimane la possibilità di affrontare altri utenti in rete e di evocare aiuti nei momenti più ostici dell’avventura, anche grazie alla presenza di nuovi oggetti per il multiplayer.

L’unica vera mancanza è rappresentata dalla totale assenza di nuovi dungeon chalice. Nell’avventura principale, la possibilità di creare nuovi dungeon, di affrontarli offline e di condividerli in rete, ampliava di molto le già vaste ambientazioni dell’avventura, grazie anche all’inclusione di boss esclusivi e nuovi oggetti. Ma in The Old Hunters, forse perché ormai presa dallo sviluppo di Dark Souls 3, From Software non ha recuperato questa interessante modalità.

Bloodborne: The Old Hunters Recensione

Alcuni boss sono tra i vertici dell’intera saga

Il fascino del gotico

Anche il comparto tecnico di Old Hunters rimane, nei difetti e nei pregi, ancorato ai canoni già tracciati da Bloodborne. Nei difetti, perché soffre ancora di un frame rate piuttosto incostante e di sporadici rallentamenti. Nulla che vada a rovinare la qualità complessiva dell’insieme, ma a otto mesi di distanza dall’avventura principale ci si sarebbe aspettati almeno una patch correttiva. Nei pregi, perché l’ambientazione è ancora ispirata, inquietante, decadente e dotata di un fascino gotico unico. I nuovi scenari iniziano da quelli vecchi, al punto che inizialmente avremo l’impressione di non aver nemmeno iniziato la nostra avventura nell’Incubo del cacciatore, ma basta poco perché divengano ancora più contorti e disturbanti di quelli a cui eravamo ormai abituati.

Dopo quattro titoli e altrettante espansioni, ancora stupisce la capacità di From Software di rinnovare ogni volta l’estetica di un Souls, raggiungendo vette di ispirazione sempre alte. Anche i nemici più comuni, i nuovi boss, le nuove armi e le tre ambientazioni rappresentano una gradita novità, sia dal lato estetico che da quello delle meccaniche di gioco.

Anche il lato sonoro della nostra avventura rimane negli ottimi standard del titolo principale: dalle epiche musiche delle battaglie contro i boss fino agli eccellenti effetti sonori che ci circondano in ogni momento. In un’epoca in cui la tecnologia permette ormai da tempo di realizzare musiche orchestrali ed effetti sonori realistici e perfetti, l’unico modo per distinguersi è quello di inventarsi nuovi stili ed effetti sonori originali e inquietanti. Un’impresa che è sempre riuscita benissimo a From Software.

Bloodborne: The Old Hunters Recensione

Il frame rate è ancora incostante, ma il fascino delle ambientazoni rimane unico

The Old Hunters, lo diciamo sin da subito, rappresenta l’ennesima conferma dell’eccellenza dei titoli di From Software. Rimane fedele alle meccaniche, alle atmosfere e allo stile di Bloodborne, ma aggiunge quelle novità necessarie a stimolare anche i veterani della saga, che si sentiranno di nuovo a casa tra boss ispirati, nuove armi e ben tre ambientazioni inedite e affascinanti. Ma nello stesso tempo saranno costretti a fronteggiare una curva di difficoltà piuttosto alta anche per chi ha esplorato fino in fondo l’avventura principale, e che porterà a cambiare molte strategie utilizzate in passato. Nonostante erediti anche i pochi difetti di Bloodborne, tra cui un frame rate ancora instabile, The Old Hunters rappresenta l’ennesimo, eccellente segno d’amore di From Software nei confronti dei giocatori, confermando ancora una volta l’abilità dell’azienda di Tokyo nel rinnovarsi ogni volta pur rimanendo fedele ai suoi principi. Di carne al fuoco ne troviamo molta, tra la longevità piuttosto estesa per un DLC, la difficoltà ancora più alta e i numerosi contenuti inediti. L’idea stessa di far iniziare la nostra nuova avventura in un’ambientazione molto simile a quelle già visitate è un colpo di genio, il portale per un nuovo, affascinante, angosciante e ostico viaggio verso inesplorate regioni dell’incubo

(AGI) – Washington, 2 dic. – “Aspettare troppo” per alzare i tassi di interesse costituisce “un rischio”. E’ il monito lanciato dal presidente della Federal Reserve, Janet Yellen, durante una conferenza. I mercati al momento sembrano puntare sull’ipotesi di un rialzo in occasione del direttivo di dicembre. Dopo un primo incremento dei tassi di interesse dagli attuali minimi storici, la politica monetaria della Federal Reserve “restera’ accomodante”. Lo ha dichiarato durante una conferenza il presidente della banca centrale Usa, Janet Yellen, spiegando che la normalizzazione monetaria sara’ quindi graduale. “Una stretta improvvisa rischierebbe di destabilizzare i mercati finanziari e forse anche spingere inavvertitamente l’economia in una recessione”, ha affermato Yellen, la quale prevede che nei prossimi anni gli Usa manterranno un ritmo di crescita “moderato” ma sufficiente a far progredire ancora un mercato del lavoro “ancora lontano dalla piena occupazione”. Il presidente della Fed ha poi constatato l’affievolimento delle spinte al ribasso provenienti dalla fase di volatilita’ attraversata nei mesi scorsi dai mercati cinesi e ha sottolineato la tendenza “particolarmente solida” della spesa per consumi in Usa. .

(AGI) – Roma, 2 dic. – Migliora la situazione economica degli italiani che sono piu’ ottimisti verso il futuro, grazie anche al miglioramento del mercato del lavoro, all’innalzamento del tenore e della durata della vita. E’ la fotografia scattata dall’Istat nel rapporto Bes 2015 che sottolinea come tale miglioramento tuttavia non sia uniforme e non tocchi le classi piu’ deboli della popolazione, i giovani e le zone piu’ disagiate del paese come il Mezzogiorno. A conferma di tutto cio’, il presidente dell’istituto, Giorgio Alleva, ha detto che “e’ possibile ma non semplice” che il Pil dell’Italia si attesti al +0,9% nel 2015. Nonostante il Paese non si sia ancora affrancato dalla crisi, nel 2014 cresce l’ottimismo verso il futuro (dal 24% di persone di 14 anni e piu’ che ritengono che la loro situazione migliorera’ nei prossimi 5 anni nel 2013 al 27% nel 2014). I giovani, che si confermano il segmento piu’ ottimista, presentano il maggiore incremento positivo nonostante siano stati tra i soggetti sociali piu’ colpiti dalla crisi. Nel 2014 e ancor piu’ nei primi mesi del 2015, rileva l’Istat, la situazione economica registra una serie di segnali positivi che dalle regioni del Nord si diffondono al resto del Paese, riflettendosi sulla condizione delle famiglie, a partire da quelle piu’ agiate fino a quelle condizionate da maggiori vincoli di bilancio. Secondo il Rapporto aumenta il reddito disponibile (dello 0,7% nel 2013 e dello 0,1% nel 2014) e il potere d’acquisto. Cresce anche la spesa per consumi finali, anche se in misura piu’ limitata in conseguenza del lieve aumento della propensione al risparmio. Sempre meno famiglie mettono in atto strategie per il contenimento della spesa mentre e’ piu’ elevata la quota di quelle che tornano a percepire come adeguate le proprie risorse economiche. Il rischio di poverta’ e soprattutto la poverta’ assoluta, aggiunge l’Istat, hanno smesso di aumentare (dal 4,4% del 2011 sale al 7,3% nel 2013, per riscendere al 6,8% nel 2014); mentre la grave deprivazione diminuisce per il secondo anno consecutivo, attestandosi sui livelli del 2011. In leggero miglioramento anche gli indicatori di natura soggettiva: la percentuale di persone in famiglie che arrivano a fine mese con grande difficolta’ torna a scendere (17,9%) dopo aver raggiunto il valore massimo del decennio proprio nel 2013 (18,8%). Segnali di ripresa anche sul fronte del lavoro anche se permangono forti divari di genere ed esclusione dei giovani. La quota di persone di eta’ 20-64 anni occupate in Italia sale al 59,9% nel 2014 (+0,2 punti percentuali rispetto al 2013), ma la distanza con l’Europa continua ad aumentare. Altri dati incoraggianti arrivano da Confcommercio secondo cui dopo 7 anni di crisi finalmente il prossimo sara’ un Natale positivo con consumi in crescita del 5%. (AGI)

(AGI) – CdV, 2 dic. – La distanza tra ricchi e poveri in Africa ma anche in tutto il mondo rappresenta “uno scandalo“. Lo ha affermato Papa Francesco all’Udienza Generale di oggi – dedicata al suo recente viaggio apoistolico in Kenya, Uganda e Centrafrica – sottolineando che “la convivenza fra ricchezza e miseria e’ uno scandalo, una vergogna per l’umanita’”.

Il Papa ha poi ricordato il ultimo viaggio: “Che bella e’ l’Africa! Rendo grazie al Signore per questo suo grande dono!”, ha detto Francesco introducendo la cetechesi dell’Udienza Generale. “La sfida globale della nostra epoca: tutelare il creato riformando il modello di sviluppo perche’ sia equo, inclusivo e sostenibile”.

All’ Udienza Generale in piazza San Pietro hanno partecipato oggi circa 15 mila fedeli (10 mila secondo la stima della sempre prudente Prefettura della Casa Pontificia) cioe’ meno della meta’ della media degli altri mercoledi’. Come spiegare questo calo? Alle condizioni climatiche meno favorevoli e all’apprensione per la sicurezza, testimoniata da imponenti miosure di sicurezza, si somma, fanno notare fonti informate, un fattore determinante per chi ha fede: mancano pochi giorni al Giubileo e quindi un viaggio a Roma ormai conviene programmarlo a partire dall’8 dicembre. (AGI) .

(AGI) – Roma, 2 dic. – Un vasto incendio ha interessato questa mattina gli uffici amministrativi dell’ambasciata dell’Indonesia in una palazzina di via Campania, nei pressi di via Veneto a Roma. Le fiamme, sviluppate per cause ancora da accertare, hanno provocato un fumo denso e un diplomatico dell’ambasciata si e’ lanciato dal secondo piano dell’edificio dopo essersi aggrappato ad una tenda nel tentativo di trarsi in salvo. L’uomo e’ caduto nel chiostro interno ed e’ stato poi soccorso dal 118 e trasferito in codice rosso al Policlinico Umberto I, le sue condizioni sono gravi. Le fiamme hanno interessato gli uffici amministrativi del primo piano ma il denso fumo si e’ propagato anche negli altri piani. Sono ancora da chiarire le cause del rogo ed e’ in corso un sopralluogo dei vigili del fuoco. Al momento l’ipotesi piu’ plausibile e’ quella di un cortocircuito. Sul posto sono intervenute 8 squadre dei Vigili del Fuoco e gli agenti del Commissariato Castro Pretorio. Quando si e’ sviluppato l’incendio, negli uffici amministrativi si trovavano 4 persone. (AGI) .

(AGI) – Kabul, 2 dic. – Il leader dei talebani afghani, Mullah Akhtar Mansour, e’ rimasto ferito in una sparatoria dopo una lite scoppiata durante una riunione di comandanti vicino a Quetta, in Pakistan.

La notizia, riferita dal portavoce del primo vicepresidente afghano, Sultan Faizi, e’ stata smentita dai talebani. “Mansour e’ rimasto gravemente ferito.

E’ stato Portato all’ospedale e non sappiamo se e’ sopravvissuto”, ha comunicato Faizi. (AGI) .

(AGI) – Roma, 2 dic. – Martedi’ 8 dicembre, giorno della festivita’ di Maria Immacolata e giorno di inizio dell’Anno giubilare, sara’ attuato il livello di sicurezza 4, il massimo nella scala predisposta dal Prefetto e dal Questore di Roma nel piano che sovrintendera’ alla gestione della sicurezza da qui al novembre 2016. Lo ha detto lo stesso Prefetto, Franco Gabrielli, nel corso della conferenza stampa tenuta con il commissario straordinario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca, per la presentazione della ‘Sala Gestione Giubileo’.

A livello invece di ‘safety’, la giornata di apertura del Giubileo straordinario della Misericordia e’ considerata di livello 2, cioe’ e’ prevista una partecipazione stimata tra le 50mila e le 100mila persone. I livelli ‘safety’ riferiti agli eventi in prossimita’ della basilica di San Pietro e di altre basiliche romane sono anch’essi quattro, piu’ quello considerato 0, cioe’ con presenze fino a 30mila persone.

Il livello 1 va fino a 50mila, il livello 2 come detto arriva a 100mila, il livello 3 e’ per presenze superiori a 100mila persone e infine il livello 4 e’ per presenze stimate fino a 300mila persone. Quindi per il giorno 8 dicembre il livello considerato e’ quello intermedio nella scala ‘safety’ messa a punto. E a proposito del giorno di apertura del Giubileo, con cerimonia alle 9,30 e apertura degli accessi alle 7,30, Gabrielli rivolge una raccomandazione a quanti intendono raggiungere piazza San Pietro: “venite presto e con meno borse e bagagli possibili. Questo consentira’ procedure di controlli piu’ celeri, e quindi piu’ rapidita’ nell’accesso alla piazza”.

E l’esigenza e’ quella di far si’ che la piazza si riempia in condizioni di sicurezza, con forze dell’ordine impegnate con Rapiscan (le macchine e gli archi che ‘radiografano’ il contenuto di borse e bagagli in genere e il passaggio di persone, come negli aeroporti, ndr) e attrezzature portatili, “pero’ c’e’ un limite fisico oltre il quale non possiamo andare.

Quindi la raccomandazione e’ quella di non arrivare tutti insieme all’ultimo momento e non portarsi bagagli“. Piu’ celeri saranno i controlli, piu’ agevole sara’ l’accesso per tutti. .

(AGI) – Roma, 2 dic. – Migliora la situazione economica degli italiani che sono piu’ ottimisti verso il futuro, grazie anche al miglioramento del mercato del lavoro, all’innalzamento del tenore e della durata della vita. E’ la fotografia scattata dall’Istat nel rapporto ‘Bes 2015′, che sottolinea come tale miglioramento tuttavia non sia uniforme e non tocchi le classi piu’ deboli della popolazione, i giovani e le zone piu’ disagiate del paese come il Mezzogiorno. A conferma di tutto cio’, il presidente dell’istituto, Giorgio Alleva, ha detto che “e’ possibile ma non semplice” che il Pil dell’Italia si attesti al +0,9% nel 2015. Nonostante il Paese non si sia ancora affrancato dalla crisi, nel 2014 cresce l’ottimismo verso il futuro (dal 24% di persone di 14 anni e piu’ che ritengono che la loro situazione migliorera’ nei prossimi 5 anni nel 2013 al 27% nel 2014). I giovani, che si confermano il segmento piu’ ottimista, presentano il maggiore incremento positivo nonostante siano stati tra i soggetti sociali piu’ colpiti dalla crisi. Nel 2014 e ancor piu’ nei primi mesi del 2015, rileva l’Istat, la situazione economica registra una serie di segnali positivi che dalle regioni del Nord si diffondono al resto del Paese, riflettendosi sulla condizione delle famiglie, a partire da quelle piu’ agiate fino a quelle condizionate da maggiori vincoli di bilancio. Secondo il Rapporto aumenta il reddito disponibile (dello 0,7% nel 2013 e dello 0,1% nel 2014) e il potere d’acquisto.

 

Cresce anche la spesa per consumi finali, anche se in misura piu’ limitata in conseguenza del lieve aumento della propensione al risparmio. Sempre meno famiglie mettono in atto strategie per il contenimento della spesa mentre e’ piu’ elevata la quota di quelle che tornano a percepire come adeguate le proprie risorse economiche.
   Il rischio di poverta’ e soprattutto quella assoluta, aggiunge l’Istat, hanno smesso di aumentare (dal 4,4% del 2011 sale al 7,3% nel 2013, per riscendere al 6,8% nel 2014); mentre la grave deprivazione diminuisce per il secondo anno consecutivo, attestandosi sui livelli del 2011. In leggero miglioramento anche gli indicatori di natura soggettiva: la percentuale di persone in famiglie che arrivano a fine mese con grande difficolta’ torna a scendere (17,9%) dopo aver raggiunto il valore massimo del decennio proprio nel 2013 (18,8%). Segnali di ripresa anche sul fronte del lavoro anche se permangono forti divari di genere ed esclusione dei giovani. La quota di persone di eta’ 20-64 anni occupate in Italia sale al 59,9% nel 2014 (+0,2 punti percentuali rispetto al 2013), ma la distanza con l’Europa continua ad aumentare. Altri dati incoraggianti arrivano da Confcommercio secondo cui dopo 7 anni di crisi finalmente il prossimo sara’ un Natale positivo con consumi in crescita del 5%. (AGI)

(AGI) – Roma, 2 dic. – Si e’ svolto oggi, nella sede nazionale del Partito Democratico, un incontro tra il segretario nazionale, Matteo Renzi, i vicesegretari, Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, e la vicesindaco, Francesca Balzani. Durante l’incontro e’ stato espresso l’apprezzamento per il lavoro dell’amministrazione e dell’esperienza milanese di questi anni, cosi’ come e’ stata ribadita l’importanza delle primarie. Primarie vere, aperte, coinvolgenti e partecipate che tengano conto – si legge ancora in una nota Pd – della peculiarita’ e dell’autonomia di Milano e che portino all’individuazione della candidata o del candidato migliore per vincere le prossime elezioni comunali e proseguire nel buon governo della citta’ con innovazione e nuova progettualita’. A margine dell’incontro si e’ affrontato brevemente anche il tema del futuro e delle prospettive della citta’ metropolitana. (AGI) .

(AGI) – New York, 2 dic. – Gli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del ’72 furono brutalmente picchiati durante le 20 ore in mano ai fedayyin di Settembre Nero; e uno di loro fu anche castrato, oltre ad essere abusato e lasciato morire dinanzi agli occhi degli altri ostaggi.

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I nuovi macabri dettagli del massacro del 5 settembre ’72 arrivano dalla diretta testimonianza al New York Times di due vedove, Ilana Romano ed Ankie Spitzer, che hanno raccontato l’orrore di quelle ore, ma anche gli anni terribili della ricerca della verita’, in un documentario, ‘Munich 1972 e Beyond’, in uscita a gennaio negli Usa. Le due donne appresero i dettagli di quel che era successo ai loro mariti in quelle terribili 20 ore di sequestro solo nel settembre 1992, esattamente 20 anni dopo la tragedia, quando i loro avvocati entrarono in possesso della documentazione sulla strage: solo allora, poterono visionare le foto del massacro e, malgrado fossero rimaste totalmente sconvolte, all’epoca acconsentirono a non parlarne pubblicamente. Secondo l’inchiesta delle autorita’ tedesche, Yossef Romano, sollevatore di pesi, fu aggredito proprio nella fase iniziale dell’assalto, quando’ tento di reagire ai terroristi. Poi fu lasciato morire e castrato (non e’ chiaro, se prima o dopo il suo decesso). Gli altri ostaggi, ha raccontato la Spitzer – vedova dell’allenatore di scherma Andre Spitzer – furono picchiati selvaggiamemnte e i loro cadaveri furono ritrovati con le ossa rotte. (AGI) .