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(AGI) – Roma, 3 dic. – Google ha deciso di triplicare gli acquisti di energia rinnovabile entro il 2025. Il motore di ricerca si e’ impegnato ad aumentare i propri investimenti per raggiungere l’obiettivo di alimentare il 100% delle attivita’ con energia pulita. “Con i leader mondiali riuniti a Parigi per la Conferenza COP21 questa settimana, ci sembra – racconta Urs Holzle, SVP Technical Infrastructure – che non ci sia momento migliore per concentrarsi sulle energie rinnovabili. Speriamo che il nostro impegno possa accelerare, seppur in minima parte, il processo di risoluzione del problema del cambiamento climatico”.

“Gli accordi di oggi aggiungono 842 megawatt di capacita’ da energie rinnovabili per alimentare i data center, e raddoppiano la quantita’ di energia rinnovabile acquistata fino ad oggi. Nel 2013 – continua Urs Holzle – abbiamo creato un nuovo programma che consente a clienti come Google di acquistare grandi quantita’ di energie rinnovabili direttamente dalla loro utility e l’annuncio di oggi include nel programma il primo progetto di fotovoltaico. La scorsa estate abbiamo annunciato che il nostro nuovo data center verra’ realizzato al posto di una centrale a carbone che sta per essere chiusa e sara’ alimentato al 100% da energie rinnovabili. Oltre agli sforzi per usare nelle nostre attivita’ energia rinnovabile, abbiamo stipulato accordi separati per finanziare con 2,5 miliardi di dollari 22 progetti di rinnovabili su larga scala negli ultimi 5 anni, dalla Germania al Kansas al Kenya. Al momento l’attivita’ di Google in questa direzione – conclude Urs Holzle – equivale a togliere quasi un milione di automobili dalla strada”. (AGI)

(AGI) – Roma, 3 dic. – Fini’ il 4 dicembre 1991, dopo 64 anni, l’avventura della Pan American World, la piu’ grande compagnia aerea americana degli anni Sessanta e Settanta. Il suo marchio fu uno dei simboli del potere economico statunitense. L’attuale MetLife Building di New York era di proprieta’ della PanAm quando fu inaugurato nel 1963 e l’azienda all’epoca occupava molti uffici del palazzo e il suo nome dominava la Park Avenue. La PanAm non fu mai la compagnia aerea di bandiera degli Stati Uniti, ma negli anni della sua esistenza, tra il 1930 e il 1991, fu a lungo percepita come tale e fino agli anni Settanta considerata la piu’ ricca, la piu’ sofisticata, e la piu’ moderna del mondo. La fortuna della PanAm comincio’ a esaurirsi verso gli anni Settanta, quando l’azienda, che aveva costi operativi molto alti, fu colpita dalla crisi energetica del 1973. Gli investimenti in una nuova flotta di Boeing 747 non corrisposero in un aumento degli introiti e le politiche federali americane, che tassavano fortemente la PanAm, danneggiarono ancora di piu’ la solidita’ commerciale dell’azienda. La societa’ continuo’ ad accumulare debiti e divenne bersaglio del terrorismo internazionale, guadagnandosi la fama di compagnia aerea poco sicura. Tra gli attentati nel 1988 ci fu l’esplosione del volo 103 nei cieli di Lockerbie: l’attacco costo’ la vita a 270 persone. La PanAm chiuse nel 1991 con l’ultimo volo di linea che collegava Bridgetown, nelle Barbados, a Miami. Ricomparve, sotto forma di nuove compagnie, sei volte dopo il fallimento. Il marchio nel corso degli anni venne venduto a molti investitori. Tra le varie “reincarnazioni” e l’orginale non ci fu alcun legame, se non nel nome. (AGI) .

(AGI) – Roma, 3 dic. – Duro botta e risposta tra Beppe Grillo e Matteo Salvini. ‘Pomo’ della discordia il tema del terrorismo, ma anche i soldi pubblici che la Lega, in quanto partito, intasca dallo Stato. Ad aprire il fuoco e’ il leader dei 5 Stelle, che su facebook attacca: “Salvini e’ un ballista e la sua crebilita’ e’ zero”. Poi, su twitter, l’ex comico rincara la dose: Salvini e’ “segretario di un partito che sbraita ‘Roma Ladrona’ ma che dal 1998 al 2013 ha intascato 180 milioni di euro di finanziamenti pubblici”. Infine, sul suo blog, Grillo pubblica un lungo post dei grillini a Bruxelles che prendono di mira il leader della Lega per quanto dichiarato in tv: “nelle sue innumerevoli ospitate tv, Salvini ha detto che il MoVimento 5 Stelle avrebbe votato al Parlamento europeo a favore del reinserimento sociale dei ‘foreign fighters’. Lo ha ripetuto a Otto e mezzo, a Ballaro’ e ad Agora’”. Ma, spiegano i pentastellati, “l’invito dell’europarlamento sul reinserimento dei ‘combattenti stranieri’, e quindi il nostro voto, riguardano ovviamente misure successive ad eventuali procedimenti giudiziari. Salvini non afferma mai questo ‘piccolo’ particolare”. Tocca quindi a Salvini replicare alle accuse: “Grillo non sa leggere e i suoi a Bruxelles e Strasburgo non capiscono cosa votano”, scrive su facebook il segretario della Lega Nord. Salvini si riferisce al via libera dei cinquestelle al reinserimento sociale dei foreign fighters e del voto contrario a una richiesta d’impegno dell’Ue a chiudere accordi per far scontare ai condannati stranieri la pena nei paesi d’origine. “Chi sono i bugiardi? Ballista a chi?” si legge infine nel post pubblicato dal segretario leghista. (AGI)

(AGI) – Roma, 3 dic. – “Se potessimo cancellare tutti i contratti gas a lungo termine lo faremmo subito, sono un cappio al collo”. E’ quanto ha dichiarato l’ad di Eni, Claudio Descalzi, intervenendo a un convegno di Confindustria. “Perdiamo centinaia di milioni. Non hanno piu’ senso. Faremo di tutto per cambiarli”, ha aggiunto. Sui contratti take or pay, ha aggiunto Descalzi, “ci vuole la bacchetta magica. Siamo nella necessita’ di rinegoziarli costantemente per riportarli al prezzo dell’hub. Il business di comprare gas a lungo termine e rivenderlo e’ morto e sepolto. Quindi dobbiamo riuscire a rinegoziarli”. Si tratta, ha concluso, “di una vecchia struttura di commercializzare il gas”.

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Quanto allo stop russo al Turkish Stream “non cambia molto per l’Europa dal punto di vista del rifornimento del gas”, ha detto l’ad di Eni in merito alle tensioni in corso tra Istanbul e Mosca e la sospensione del gasdotto. Questo stop, ha spiegato, “preoccupa la Turchia perche’ e’ un Paese che ha bisogno di gas e ha un grande rapporto di acquisto di gas con la Russia. Il contributo del gas russo e’ importante per la Turchia”. “L’interconnessione non puo’ piu’ essere legata agli interessi dei singoli Stati. Non c’e’ una politica energetica di un singolo Stato quando non abbiamo risorse e senza risorse non si fa politica energetica”, ha affermato Descalzi. “Dobbiamo unificare – ha proseguito – l’unica risorsa che abbiamo, e sono le infrastrutture, che bisogna mettere a fattor comune. Chi parla linguaggi diversi e’ contro il consumatore, perche’ queste infrastrutture le paga il consumatore”.

L’Europa non produce piu’ gas, anzi ha evidenziato l’ad, “le politiche attuali vedono la perforazione per il gas come un delitto, un crimine”, e quindi “non produrremo piu’ niente”. All’Europa “rimangono le infrastrutture” ma “i tubi che arrivano dal nord sono praticamente vuoti, anche se paghiamo la logistica” e la Russia “non sta portando gas supplementare” e senza usare tutta la sua capacita’”. Insomma, “c’e’ pochissimo di aggiuntivo da fare” a livello di infrastrutture, dice l’ad di Eni, “abbiamo circa 700 miliardi di metri cubi di capacita’ in infrastrutture, in Europa, non connesse, e che vengono utilizzate a meno del 50%, abbiamo 190 mld mc di rigassificatori e ne utilizziamo meno del 20%, mentre sul fronte dei gasdottti su 460 mld mc di capacita’ ne usiamo il 50%”, ha concluso.

Sui tempi del ritorno in Iran, Descalzi ha spiegato che “finche’ la situazione non e’ completamente definita, visto che investiamo miliardi, questi soldi li tengo in tasca soprattutto in questa condizione di prezzo basso” del petrolio. “Dobbiamo comprendere bene i nuovi contratti perche’ sono stati appena presentati – ha aggiunto – dovranno essere legati a dei giacimenti. Queste cose devono essere messe insieme e bisogna capire inoltre quali siano le garanzie. Le sanzioni sono ancora attive. Quando rientreremo in Iran non lo so. Potrebbe essere il 2016 ma bisogna capire cosa si potra’ fare. Ci sono ancora questioni in questo perimetro che devono essere definite”. Sui nuovi modelli contrattuali presentati dal governo iraniano il manager ha ribadito che “bisognera’ studiarli e discutere con la controparte iraniana. Un approfondimento e’ opportuno”.

Interpellato sui rumors secondo cui il gruppo sarebbe vicino alla cessione del 70% di Versalis a un Fondo, il numero uno di eni ha risposto: “non e’ ancora stato fatto nulla, cerchiamo un compagno di viaggio ma non esiste ancora. Stiamo discutendo”. “Abbiamo spiegato che se vogliamo andare avanti e investire in un business che negli ultimi anni ci ha assorbito di cassa 5,8 miliardi, che ha perso di ebit 3,3 miliardi, che abbiamo trasformato e che per la prima volta abbiamo portato a break even e che sul quale dobbiamo ancora investire 1,2 miliardi, dobbiamo trovare un compagno di viaggio”, ha aggiunto. “Noi rimaniamo dentro e il partner dovra’ sottostare ad alcuni paletti molto alti ossia mantenere il contesto industriale intatto per 5 anni, seguire il nostro piano di investimenti, non toccare le persone per tre anni, mantenere una societa’ italiana, mantenere il management italiano. Questi sono i paletti che abbiamo messo”, ha osservato. L’alternativa, ha proseguito, “e’ che da soli non riusciamo a mettere dei soldi per questo sviluppo. Dobbiamo lavorare e trovare qualcuno che voglia investire con noi”, ha concluso. (AGI)

(AGI) – Amsterdam, 3 dic. – Il gruppo Fiat Chrysler scorpora Ferrari, che sara’ quotata in Piazza Affari dal prossimo 4 gennaio, con un’operazione che rappresenta “l’inizio di un nuovo capitolo e che consentira’ alla societa’ di realizzare il proprio potenziale”. Allo stesso tempo rimane alta l’attenzione al tema delle alleanze, anche dopo il no di General Motors, verso cui non c’e’ nessuna intenzione di “offerta ostile”. Gm pero’ “non e’ l’unico partner possibile sul tavolo”. Lo ha affermato l’a.d. del gruppo, Sergio Marchionne, oggi in occasione dell’assemblea di Fca che ha approvato la scissione; un appuntamento lampo, durato solo 45 minuti, a cui ha partecipato il 57,7% del capitale, chiuso con l’ok del 98,3% dei presenti. In seguito all’operazione i titoli Ferrari verranno assegnati agli azionisti Fca, al termine la societa’ sara’ controllata da Exor con il 24%, Piero Ferrari avra’ il 10% e il restante 66% sara’ sul mercato. Appuntamento in Borsa il 4 gennaio, ha confermato Marchionne: “Credo che l’ok della Borsa sia gia’ stato ottenuto, lo scorporo sara’ contestuale alla quotazione”. Con lo scorporo, ha spiegato “si apriranno nuove interessanti prospettive, potremo costruire un valore duraturo, permette alla Ferrari di realizzare meglio le proprie potenzialita’ per la futura crescita e di perseguire le proprie strategie con maggiore indipendenza finanziaria e operativa”. Sia Fca che Ferrari inoltre, in questa visione, beneficeranno dalla quotazione del titolo, gia’ trattato da ottobre a Wall Street. Lo schema della scissione non sara’ replicato invece per gli altri brand del gruppo, da Maserati a Jeep a Chrysler: “Il livello di interazione degli altri brand e cosi’ alto che rende altamente improbabile che vengano separati. Ferrari e’ un caso unico, abbiamo mantenuto sviluppo e produzione separati, negli altri marchi no e ora sarebbe difficile separarli”. Marchionne e il presidente John Elkann hanno poi certificato lo stallo nella ricerca di un’alleanza con General Motors: “Loro hanno dato una risposta chiara e noi non abbiamo intenzione di forzare la situazione”, ha detto Elkann. “Non abbiamo intenzione di fare un’offerta ostile – ha aggiunto Marchionne – oggi sul tavolo non c’e’ nessuna proposta, non c’e’ niente di ostile e non credo ci sara’ una lettera formale agli azionisti Gm. Ho visto Mary Barra (la numero uno di Gm, ndr.) alla riunione convocata dal ministro dei Trasporti americano Anthony Fox con le case automobilistiche, l’ho salutata ma non abbiamo preso appuntamenti ne’ iniziato un dialogo. Siamo stati pubblicamente respinti, queste situazioni non si possono forzare”. Secondo Marchionne pero’ “l’opzione e’ sempre sul tavolo, ma Gm non e’ l’unico possibile partner, ci sono altri, non dico chi”. La fusione comunque “non e’ questione di vita o di morte, noi nel 2018 saremo qui lo stesso, gli obiettivi restano invariati, poi a gennaio 2016 ci sara’ un aggiornamento. Noi vogliamo arrivare al 2018 con 5 miliardi di utile netto e l’azzeramento del debito, questi sono numeri piu’ importanti dei 7 milioni di auto da produrre perche’ cosi’ il titolo Fca si potra’ rivalutare al livello degli altri”. “Il piano va avanti – assicura Elkann – gli obiettivi sono confermati, poi come ci si arriva dipende da tante cose”. Il numero uno di Fiat Chrysler ha anche fatto il punto sulla situazione del mercato, dicendosi “piu’ ottimista sul mercato europeo rispetto al 2014, meno ottimista sul mercato sudamericano, mentre il mercato cinese registra meno importazioni”. Quanto alla Fiat “rimanere ingessati, non adattarsi ai cambiamenti sarebbe da suicidi. Se non avessimo fermato gli investimenti in Europa nel 2011 sarebbe stato un suicidio. I nostri modelli non cambieranno, cambieranno i tempi di lancio. Oggi noi abbiamo i marchi giusti e i prodotti giusti, stiamo facendo ripartire l’Europa”. Tra i passi attesi il lancio della prima ibrida del gruppo Fca, un minivan a marchio Chrysler che sara’ presentata al salone di Detroit a gennaio e debuttera’ nel 2016. “L’ibrido e’ essenziale per lo sviluppo dell’auto, la maggior parte dei nostri prodotti per il 2020 avranno l’ibrido”. (AGI) .

(AGI) – Roma, 3 dic. – Francesca Immacolata Chaouqui, il marito Corrado Lanino e altre sei persone risultano indagate dalla Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta, ereditata dal pm Elisabetta Massini di Terni, sulle presunti pressioni esercitate ai danni di esponenti della politica e dell’imprenditoria. I nomi degli indagati risultano dall’avviso di garanzia che i pm Stefano Pesci e Nicola Maiorano hanno notificato alla ‘pierre’ di origine italo-marocchina, gia’ sotto processo davanti all’autorita’ giudiziaria del Vaticano assieme ai giornalisti Nuzzi e Fittipaldi, a monsignor Balda e al suo segretario particolare per la fuga di documenti riservati della Santa Sede. Alla Chaouqui, a Lanino, tecnico di computer, all’ex giornalista Rai Mario Benotti, gia’ funzionario di Palazzo Chigi e all’imprenditrice Daniela Rossana Guarnieri i pm della Capitale contestano l’associazione per delinquere finalizzata all’accesso abusivo a un sistema informatico, all’intercettazione illecita di comunicazione informatiche e alla diffusione di dispositivi e apparecchiature diretti a interrompere o danneggiare un sistema informatico. I fatti risultano commessi a Roma tra il giugno e il dicembre del 2013, quando il procedimento era ancora radicato a Terni dove si indagava sul dissesto della Curia locale e, in particolare, sui presunti illeciti legati alla compravendita del Castello di San Girolamo a Narni. I reati di concussione e di induzione indebita sono attribuiti alla Chaouqui in concorso con l’editore del Giornale, Paolo Berlusconi, con i giornalisti Alessandro Sallusti e Enrico Cisnetto e con l’imprenditore Sauro Moretti. Solo nei confronti della lobbista calabrese, infine, e’ stato configurato il reato di millantato credito. L’avviso di garanzia segue di poche ore il provvedimento di perquisizione domiciliare e sequestro, affidato dalla Procura ai militari della Guardia di Finanza, di materiale informatico riconducibile alla Chaouqui e al marito, materiale che sara’ sottoposto ad accertamento tecnico con le forme dell’incidente probatorio. (AGI) .

(AGI) – Roma, 3 dic. – Il programma di ‘quantitative easing’ della Bce durera’ almeno fino al marzo 2017, con la possibilita’ di estenderlo ancora se necessario, e iniziera’ a includere anche obbligazioni emessi da regioni ed enti locali. Lo ha annunciato in conferenza stampa il presidente della Bce, Mario Draghi. Inizialmente il termine indicativo del ‘Qe’ era stato fissato al settembre 2016. Draghi ha inoltre comunicato che i rendimenti dei bond acquistati dalla Bce verranno reinvestiti “finche’ necessario” per contribuire al miglioramento della situazione di liquidita’. (AGI) .

(AGI) – Francoforte, 3 dic. – Il direttivo della Bce, riunitosi a Francoforte, ha lasciato, invariato il ‘refi’, il tasso di rifinanziamento pronti contro termine, al minimo storico dello 0,05%. Il tasso sui depositi cioe’ quello che le banche pagano per depositare i loro fondi a Francoforte, e’ ulteriormente sceso di 10 punti base e passa da -0,20% a -0,30% . Fermo il tasso marginale allo 0,30%. C’e’ grande attesa per il consueto intervento del presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, previsto per le 14.30. Draghi dovra’ pronunciarsi sui tempi e sulle modalita’ di applicazione del quantitative easing, l’allentamento quantitativo e sulle eventuali misure straordinarie per rialzare l’inflazione e far ripartire l’economia. (AGI) .

(AGI) – Roma, 3 dic. – “L’interconnessione non puo’ piu’ essere legata agli interessi dei singoli Stati. Non c’e’ una politica energetica di un singolo Stato quando non abbiamo risorse e senza risorse non si fa politica energetica”. E’ quanto ha affermato l’ad di Eni, Claudio Descalzi, intervenendo a un convegno di Confindustria sul gas. “Dobbiamo unificare – ha proseguito – l’unica risorsa che abbiamo, e sono le infrastrutture, che bisogna mettere a fattor comune. Chi parla linguaggi diversi e’ contro il consumatore, perche’ queste infrastrutture le paga il consumatore”. L’Europa non produce piu’ gas, anzi ha evidenziato l’ad, “le politiche attuali vedono la perforazione per il gas come un delitto, un crimine”, e quindi “non produrremo piu’ niente”. All’Europa “rimangono le infrastrutture” ma “i tubi che arrivano dal nord sono praticamente vuoti, anche se paghiamo la logistica” e la Russia “non sta portando gas supplementare” e senza usare tutta la sua capacita’”. Insomma, “c’e’ pochissimo di aggiuntivo da fare” a livello di infrastrutture, dice l’ad di Eni, “abbiamo circa 700 miliardi di metri cubi di capacita’ in infrastrutture, in Europa, non connesse, e che vengono utilizzate a meno del 50%, abbiamo 190 mld mc di rigassificatori e ne utilizziamo meno del 20%, mentre sul fronte dei gasdottti su 460 mld mc di capacita’ ne usiamo il 50%”, ha concluso. .

(AGI) – Roma, 3 dic. – “Se potessimo cancellare tutti i contratti gas a lungo termine lo faremmo subito, sono un cappio al collo”. E’ quanto ha dichiarato l’ad di Eni, Claudio Descalzi, intervenendo a un convegno di Confindustria. “Perdiamo centinaia di milioni. Non hanno piu’ senso. Faremo di tutto per cambiarli”, ha aggiunto. Sui contratti take or pay, ha aggiunto Descalzi, “ci vuole la bacchetta magica. Siamo nella necessita’ di rinegoziarli costantemente per riportarli al prezzo dell’hub. Il business di comprare gas a lungo termine e rivenderlo e’ morto e sepolto. Quindi dobbiamo riuscire a rinegoziarli”. Si tratta, ha concluso, “di una vecchia struttura di commercializzare il gas”.

Gas: Descalzi, no impatto per Europa da stop a Turkish Stream

Lo stop russo al Turkish Stream “non cambia molto per l’Europa dal punto di vista del rifornimento del gas”. Lo ha detto, a margine di un convegno sul gas a Confindustria, l’ad di Eni, Claudio Descalzi, in merito alle tensioni in corso tra Istanbul e Mosca e la sospensione del gasdotto. Questo stop, ha spiegato, “preoccupa la Turchia perche’ e’ un Paese che ha bisogno di gas e ha un grande rapporto di acquisto di gas con la Russia. Il contributo del gas russo e’ importante per la Turchia”.

Iran: Descalzi,per ingresso aspettiamo che situazione sia definita

“Finche’ la situazione non e’ completamente definita, visto che investiamo miliardi, questi soldi li tengo in tasca soprattutto in questa condizione di prezzo basso” del petrolio. Lo ha detto l’ad di Eni, Claudio Descalzi, interpellato, a margine di un convegno in Confindustria, sui tempi del ritorno in Iran. “Dobbiamo comprendere bene i nuovi contratti perche’ sono stati appena presentati – ha aggiunto – dovranno essere legati a dei giacimenti. Queste cose devono essere messe insieme e bisogna capire inoltre quali siano le garanzie. Le sanzioni sono ancora attive. Quando rientreremo in Iran non lo so. Potrebbe essere il 2016 ma bisogna capire cosa si potra’ fare. Ci sono ancora questioni in questo perimetro che devono essere definite”. Sui nuovi modelli contrattuali presentati dal governo iraniano il manager ha ribadito che “bisognera’ studiarli e discutere con la controparte iraniana. Un approfondimento e’ opportuno”.