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(AGI) – N’Djamena, 5 dic. – Almeno 27 persone sono state uccise e 80 ferite in un triplice attentato suicida avvenuto nel mercato di Loulou Fou, una isola ciadiana sul Lago Ciad. Lo hanno riferito fonti di sicurezza della capitale del Ciad, N’Djamena. “Tre kamikaze si sono fatti esplodere in tre posti differenti nel mercato settimanale di Loulou Fou”, riferisce una fonte di sicurezza che vuole mantenere l’anonimato. Questa regione e’ stata sottoposta il 9 novembre, dal governo del Ciad, in “stato di emergenza”, dopo i precedenti attentati suicidi messi in atto dagli islamisti nigeriani di Boko Haram, gruppo che vuole instaurare lo stato islamico. Da mesi il gruppo Boko Haram sta moltiplicando gli attacchi e gli attentati suicidi nei villaggi ciadiani del lago, situati a qualche chilometro dalla frontiera con la Nigeria. L’attacco piu’ grave, sulle rive del Lago Ciad, e’ avvenuto il 10 ottobre quando tre kamikaze si sono fatti esplodere e hanno provocato 41 morti e 48 feriti nella sub-prefettura di Bega Sola. Dall’inizio dell’anno, l’esercito ciadiano e’ impegnato in operazione militare regionale contro Boko Haram, da quando gli attentati e i raid degli islamisti si sono estesi superando il confine del nord-est della Nigeria, toccando il Ciad, il Niger e il Camerun. Operazione che ha portato a notevoli perdite nelle file degli islamisti ma, nonostante l’offensiva militare regionale, il gruppo di Boko Haram continua a moltiplicare le sue incursioni utilizzando il Lago Ciad come luogo di ripiegamento. .

(AGI) – Firenze, 5 dic. – “Cercheremo una soluzione. Il governo se ne fara’ carico. Il tema delle banche e’ un tema delicato. L’atteggiamento avuto dal governo e’ quello che ha permesso di salvate 4 banche, i posti di lavoro, i correntisti”. Cosi’ il presidente del Consiglio Matteo Renzi, parlando con i giornalisti dopo aver inaugurato a Rignano sull’Arno la campagna del Pd ‘Italia Coraggio!’. “Stiamo studiando l’ipotesi di dare, attraverso un’operazione di cui stiamo valutando la fattibilita’ anche in Europa, una qualche forma di sollievo ad un particolare tipo di obbligazionisti, ma il punto centrale e’ che quelle quattro banche sarebbero state chiuse se non fosse intervenuto il governo”, ha aggiunto il presidente del Consiglio. “Queste persone, alle quali va tutta la nostra vicinanza, non sono correntisti come tutti gli altri: hanno acquistato dei titoli, delle obbligazioni particolari, e noi cercheremo di trovare una soluzione, ma ovviamente non e’ la cosa piu’ semplice del mondo pensando a come funziona oggi il mercato delle banche in Europa”, ha aggiunto. “Quindi noi ce ne facciamo carico, ma ricordiamoci sempre che l’alternativa era la chiusura”. Renzi ha spiegato che l’Italia deve “tornare a smuovere quella enorme massa di denaro che c’e’, il denaro del risparmio privato: l’Italia e’ il Paese al mondo con il piu’ alto tasso di risparmio privato rispetto al Pil, che mette da parte con piu’ attenzione”. “Siamo un Paese che nonostante tutto quello che ci raccontiamo vive di formichine – ha spiegato Renzi – bene, queste persone devono anche essere messe in condizione di poter fare i propri investimenti, spendere, non vivere costantemente nella paura. Anche per questo – ha concluso Renzi – oggi il Pd dice a viso aperto, con 2.000 banchetti, militanti, Italia Coraggio”. .

(AGI) – Napoli, 5 dic. – In duemila “in cammino” per dire no alla camorra e non solo. Anche per chiedere, sollecitare interventi per le politiche sociali, per il lavoro, la sicurezza e per la scuola. Alcune centinaia di studenti, in rappresentanza di diversi istituti scolastici napoletani, infatti, si sono affiancati ai tanti parroci, provenienti dalla periferia della citta’, dal centro storico, che hanno organizzato la manifestazione, sfilando lungo le strade cittadine. L’iniziativa, intitolata “un popolo in cammino”, tra gli altri ha visto anche la partecipazione del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, defilato rispetto la testa del corteo. “Quando qualcuno dice che la capitale morale e’ altrove – sostiene il primo cittadino – io penso che in questo momento Napoli sta scrivendo pagine di questione morale serie. Questo significa che non sappiamo che c’e’ camorra, sopraffazione, violenza, paura”. A chi cerca di inculcare qui, come altrove, la strategia del terrore, “Napoli mette in atto la cultura della pace, del dialogo, dell’accoglienza, della legalita’”, conclude. Presenti anche il padre e gli amici di Genny Cesarano, il diciassettenne ucciso alla Sanita’ lo scorso 6 settembre in un agguato, Antonella Leardi, la mamma di Ciro Esposito, morto in seguito agli scontri avvenuti a Roma, prima della finale di calcio di Coppa Italia del 2014. Ad aprire il corteo, partito poco dopo le 10.30 e conclusosi alle 13 in piazza del Plebiscito, davanti al Palazzo della Prefettura, e’ stato uno striscione con la scritta “Un popolo in cammino per la giustizia sociale contro le camorre”. Prima di partire gli organizzatori hanno chiesto ad alcuni manifestanti di evitare di esporre striscioni come quello con la scritta ‘Potere al popolo’ e di marciare con bandiere rosse. In pratica, il corteo e’ risultato diviso in tre parti: davanti c’erano le associazioni cattoliche con alcuni parroci e l’associazione dei disabili ‘Tutti a scuola’; in mezzo studenti, insieme ai centri sociali, dietro rappresentanti delle istituzioni politiche. L’obiettivo degli organizzatori era consegnare una lettera-documento al prefetto di Napoli per chiedere “piu’ scuola, piu’ sicurezza e piu’ diritti”. Una richiesta rivolta direttamente al presidente del consiglio Matteo Renzi. “Innanzitutto chiediamo – spiega padre Vincenzo Liardi, del Decanato San Giovanni-Barra-Ponticelli – l’apertura delle scuole a tempo pieno, una maggiore sicurezza in strada attraverso anche normali strumenti di prevenzione; ed infine, un’attenzione ai giovani e ai minori creando per loro nuove e inedite possibilita’ di lavoro”. “Il corteo non riguarda in particolare la vicenda di Genny Cesarano – aggiunge Antonio Loffredo, parroco del rione Sanita’ – anche se, naturalmente, si attende che i responsabili siano assicurati alla giustizia ma e’ sintetizzata dalle richieste che rivolgiamo al governo sul lavoro, sulla scuola e sulla sicurezza”. .

(AGI) – Baghdad, 5 dic. – I peshmerga curdi hanno precisato che il contingente di militari turchi arrivati nella zona di Mosul fa parte di un programma di addestramento a rotazione e ha solo funzioni di protezione. “Qualche tempo fa un gruppo di ufficiali turchi e’ arrivato per addestrare le forze Hashad a-Watani nella base Zilkhan”, ha spiegato il comandante dei peshmerga curdi, il generale Nureddin Herki, in un comunicato. “Un’altra squadra e’ giunta al campo per rimpiazzare quella precedente, e la missione delle nuove forze appena arrivate e’ soltanto di proteggere gli addestratori e far tornare la squadra precedente in Turchia”, ha aggiunto il comandante, smentendo che i militari inviati da Ankara debbano prendere parte a un’offensiva per riconquistare la citta’ di Mosul, roccaforte dell’Isis. Secondo il quotidiano turco Hurriyet, invece, la Turchia ha inviato “600 soldati” con l’obiettivo di “stabilire una base nella regione Bashiqa di Mosul”. Il quotidiano ha spiegato che in tal senso era stato concluso un accordo, lo scorso mese, tra il presidente del Kurdistan iracheno, Massud Barzani, e l’allora ministro degli Esteri turco, Feridun Sinirlioglu. Le forze peshmerga curde, schierate nella zona di Bashiqa, sono leali al presidente Barzani, che storicamente ha stretti rapporti con Ankara. .

(AGI) – Roma, 5 dic. – La “prima” della Scala quest’anno si potra’ seguire anche al cinema. Il 7 dicembre in tutti i The Space Cinema alle 18 si potra’ assistere alla rappresentazione della ‘Giovanna d’Arco’ di Giuseppe Verdi. Quest’opera esordi’ proprio alla Scala il 15 febbraio 1845 e vi torno’ nel settembre del 1865. Settima nell’enorme produzione verdiana, e’ una delle meno rappresentate e questo rende l’appuntamento quanto mai imperdibile. Attesa da 150 anni, ‘Giovanna d’Arco’ torna alla Scala con una produzione affidata al belga Moshe Leiser e al francese Patrice Caurier, una coppia di registi estrosi che rappresentano le opere in chiave moderna. In scena il soprano Anna Netrebko e il tenore Francesco Meli. Le sale The Space Cinema avranno l’opportunita’ di proiettare un evento eccezionale dal punto di vista tecnologico: 10 telecamere in alta definizione, 2 microcamere posizionate sulla scena, 60 microfoni. Il lavoro viene svolto da 50 professionisti tra cameramen, microfonisti, tecnici audio e video. .

(AGI) – Roma, 5 dic. – “E’ inaccettabile che una minoranza possa mettere la capitale d’Italia nella situazione che i cittadini romani hanno vissuto ieri”. E” quanto ha affermato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, parlando a Campo de’ Fiori con i cittadini, partecipando all’iniziativa del Pd “Italia, coraggio” che si sta svolgendo in tutto il Paese. “Ci vuole senso di responsabilita’ – ha aggiunto – e in questa direzione va il Protocollo di disciplina degli scioperi sottoscritto per il periodo giubilare dai sindacati piu’ rappresentativi con il ministro delle Infrastrutture e confermato dalla Commissione di garanzia degli scioperi”. “Il Governo e’ determinato ad attivare tutti gli strumenti previsti dalla normativa, compreso quello della precettazione, per evitare il ripetersi di fatti come quelli di ieri e tutelare il diritto alla mobilita’ dei cittadini romani”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, parlando a Campo dei Fiori a Roma, a margine dell’iniziativa “Italia coraggio” promossa dal Pd, in merito allo sciopero dei mezzi pubblici che si e’ svolto ieri nella Capitale. .

(AGI) – Roma, 5 dic. – C’e’ anche la strada, anzi le autostrade, del web come terreno di caccia al terrorismo da parte degli investigatori. La Rete informatica si va rivelando sempre piu’ come snodo chiave per le formazioni terroristiche per veicolare i propri messaggi, criptici, e campagne di affiliazione. E non fa eccezione il terrorismo di matrice islamica, quello jihadista. Se n’e’ parlato anche in occasione del G20 in Turchia, dove i leader di governi e Stati si sono trovati d’accordo sulla necessita’ di contrastare la propaganda terroristica effettuata anche attraverso Internet e su quella di impedire ai terroristi di sfruttare la tecnologia per il reclutamento e l’incitazione a compiere atti criminali. Di qui lo sforzo sempre piu’ intenso degli investigatori per arginare e contrastare il fenomeno dei ‘bit jihadisti’. E la Polizia postale e delle comunicazioni sta ‘marcando’ il territorio, come spiega in una intervista al periodico Poliziamoderna il direttore del servizio, Roberto Di Legami. “Non sottovalutiamo nulla e monitoriamo tale tipo di tecnologia sia sotto il profilo tecnico che investigativo”, spiega a proposito delle nuove piattaforme tecnologiche utilizzate dai terroristi per comunicare. “Abbiamo rilevato – spiega – alcune tendenze, come, ad esempio, la progressiva trasmigrazione delle conversazioni di affiliati e simpatizzanti dell’Isis sulle piattaforme Telegram e Instagram, dovuta alle continue chiusure di profili Twitter da noi richieste al pari delle forze di polizia dei vari Paesi impegnati in attivita’ di monitoraggio antiterrorismo o sollecitate da gruppi riconducibili al movimento hacktivista Anonymous nel corso di apposite campagne ad alta valenza dimostrativa”. Dopo gli attentati di Parigi il ministro dell’Interno belga ha dichiarato che gli attentatori hanno usato delle Playstation 4 per comunicare tra loro, e questo significa un ulteriore sforzo investigativo per tracciare questo tipo di comunicazioni. “L’evoluzione della tecnologia – dice in proposito Di Legami nell’intervista a Poliziamoderna – consente a chiunque di potersi connettere alla Rete e utilizzare canali telematici criptati attraverso i quali veicolare le proprie comunicazioni. Il passaggio dai sistemi analogici (i telefoni classici) ai sistemi digitali (comunicazioni cosiddette Voip) ha reso possibile l’utilizzo di sistemi di cifratura. Questi sistemi, se ben configurati, risultano per la loro stessa natura, particolarmente difficili, se non impossibili, da decriptare. Il sistema Voip utilizzato dalla Playstation e’ tra quelli piu’ difficili da intercettare, per il protocollo di cifratura utilizzato. In linea di principio, i terroristi potrebbero inviarsi messaggi di testo all’interno di una chat creata nell’ambito di una sessione collettiva di gioco on line senza dire o digitare una sola parola”. Si e’ letto dell’ipotesi che, nell’ambito di una sessione di gioco on line, i terroristi potrebbero addirittura comunicare un breve messaggio componendo le parole con i buchi dei proiettili virtuali esplosi contro un muro o una parete del gioco, si pensi comuni videogiochi di guerra come Call of Duty, Modern Warfare o Crysis, e il direttore della Polizia postale conferma “e’ tutto vero”. Anche se allo stato attuale “debbo dire che le nostre indagini non ci hanno sinora dato evidenze di una comune rilevanza di questo fenomeno”. Per quanto attiene, invece, le successive attivita’ forensi sugli hard disk contenuti nelle PS4 sequestrate dopo i fatti di Parigi, “benche’ il sistema operativo non sia dei piu’ diffusi, al momento risulta possibile ricavare informazioni sui messaggi scambiati, tramite applicativi Sony ‘Party’ e ‘Messaggi’, ma anche notifiche, contatti di amici e altro, analogamente a come avviene per i messaggi scambiati su altri dispositivi (per esempio tramite WhatsApp sui dispositivi mobili), tutti facilmente disponibili e scaricabili dalla Rete e generalmente ottimizzati per un uso su apparati mobili come gli smartphone, sia nelle piattaforme Android che IOS, Windows Phone e Blackberry”. .

(AGI) – Roma, 5 dic. – “Un Paese impaurito, dove si costruiscono muri, dove si allentano i legami sociali, e’ un Paese piu’ debole, destinato ad incontrare difficolta’ nel mondo globalizzato”. Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio , in occasione della Giornata internazionale del volontariato. “Un Paese unito, un Paese solidale, dove i cittadini avvertono il senso della responsabilita’ sociale e’ un Paese piu’ forte, in grado di affrontare le sfide del nostro tempo”, ha aggiunto. Accoglienza nella sicurezza, integrazione delle periferie urbane ed esistenziali per impedire che dilaghi il verbo della violenza: questa la formula ricordata da Sergio Mattarella come necessaria per affrontare l’emergenza dei flussi migratori. Questi, ha detto il capo dello Stato in occasione della Giornata internazionale del volontariato, “ci richiedono, senza rinunciare alla sicurezza, un di piu’ di accoglienza e disponibilita’”, ma vi e’ “molto da lavorare sul piano dell’integrazione, perche’ l’accoglienza e’ solo il primo passo”. Un pieno inserimento nella nostra societa’ implica infatti “conoscere la nostra cultura, le nostre leggi, la nostra lingua”. Senza si creano “periferie urbane ed esistenziali da risanare”, ricordando che “la solitudine colpisce di piu’ quando i legami sociali sono deboli. Una persona sola e disperata e’ piu’ a rischio di fronte ad una predicazione di violenza”. .

(AGI) – Washington, 5 dic. – Barack Obama ha assicurato che gli Stati Uniti “non si lasceranno terrorizzare” dopo la strage di San Bernardino, in California, e ha rinnovato l’appello per maggiori controlli sulla vendita di armi negli Stati Uniti. Nel suo messaggio settimanale, il presidente americano ha promesso che le indagini “andranno a fondo” sulle modalita’ e il movente del massacro di mercoledi’ scorso, che sembrano sempre piu’ puntare verso la pista jihadista. “Siamo statunitensi – ha detto Obama – difenderemo una societa’ aperta e libera. Siamo resistenti e non ci lasceremo terrorizzare”.

NEW YORK TIMES SFIDA LA LOBBY DELLE ARMI: BASTA CON QUESTA “EPIDEMIA”

Oggi in un’editoriale pubblicato per la prima volta in 95 anni in prima pagina il New York Times lancia un appello per porre fine a quella che chiama e condanna come “l’epidemia delle armi” e sfida i candidati alle elezioni presidenziali a prendere posizione sullo scottante tema nel Paese, nel quale, il diritto a girare armati e’ sancito dall’anacronistico II emendamento alla Costituzione, che risale al 1791. Il quotidiano definisce “un oltraggio morale e una sciagura nazionale che dei civili possano legalmente comprare armi progettate per uccidere persone con velocita’ ed efficienza brutale”. Il Nyt punta il dito contro i membri del Congresso “il cui lavoro e’ tenerci al sicuro ma che pongono piu’ attenzione al denaro e al potere politico di un’industria concentrata a trarre e’ profitto dalla diffusione senza limiti di armi da fuocosempre piu’ potenti”. Un riferimento, pur senza citarla esplicitamente, alla potente lobby delle armi, la National Riffle Association (Nra) che finanzia in modo bipartisan le campagne elettorali di centinaia di membri del Congresso. Per il quotidiano “non e’ necessario discutere della singolare formulazione del II emendamento (riferimento al testo che parla della formazione “di milizie” armate per difendere la sicurezza dei giovani Stati Uniti, ndr)” ma “nessun diritto e’ privo di limiti ed immune ad una regolamentazione ragionevole”.

Per il Time “certe tipi di armi, come i leggermente modificati fucili da combattimento usati in California (il massacro di San Bernardino del 2 dicembre con 14 morti e 21 feriti, ndr) e certi tipi di munizioni, debbono essere illegali per i civili” ed “i possessori (di tali armi) debbono consegnarle per il bene dei loro compatrioti”. L’ultima volta che il Times pubblico’ un’editoriale in ‘prima’ fu nel giugno del 1920 quando si boccio’ la candidatura alla Casa Bianca del repubblicano Warren G. Harding. Evento non di totale buon auspicio per la campagna contro “l’epidemia delle armi”: Harding alla fine venne comunque eletto ed e’ stato il 29esimo presidente degli Stati Uniti. All’epoca era uno dei piu’ popolari. Mori’ durante il secondo anno del suo mandato nel 1923. Solo dopo il decesso si rivelarono esatti i timori del Times quando emersero una serie di scandali che oggi lo fanno ricordare tra i peggiori inquilini della Casa Bianca.

(AGI) – Le Bourget (Francia), 5 dic. – I rappresentanti dei 195 Paesi partecipanti alla 21ma Conferenza sui cambiamenti climatici si Parigi hanno approvato una prima bozza di accordo che suggella la conclusione della prima fase dei lavori, apertisi lunedi’ scorso con un summit. Il testo di 48 pagine sara’ sottoposto da lunedi’ ai ministri dell’Ambiente come “nuova base negoziale accettata da tutti” per arrivare a un accordo sulla riduzione dei gas serra e la lotta al surriscaldamento globale, dopo quattro anni di confronto spesso aspro. Il testo lascia ancora molte questioni irrisolte e anche nelle tabelle in annesso mancano elementi importanti come la suddivisione dei finanziamenti da erogare ai Paesi piu’ poveri. “Adesso si tratta di scrivere il resto”, ha sottolineato davanti ai colleghi riuniti a le Bourget la delegata francese Laurence Tubiana. Non sara’ facile entro la scadenza di venerdi’ prossimo armonizzare le diverse posizioni e appare lontano l’obiettivo di contenere entro i due gradi centigradi (o addirittura meno) l’aumento della temperatura terrestre, prendendo come riferimento quella dell’era pre-industriale. Un possibile compromesso potrebbe consistere nell’inserire un meccanismo di cosiddetto ‘ratcheting-up’, o incremento a scala: cioe’ la previsione di rivedere i termini dell’intesa a cadenza quinquennale, in vista di possibili inasprimenti degli impegni assunti dai governi. .