Ultime News

Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterEmail this to someone

Roma – Dalla pubblicazione del "libretto rosso" di Mao, all'ascesa del boss John Gotti, capo della potente famiglia mafiosa Gambino, ecco gli eventi del 16 dicembre.

1920 – Violento sisma di magnitudo Richter 8,5 nella provincia di Ningxia (Cina), 235000 le vittime stimate

1922 – Polonia: Il primo presidente polacco Gabriel Narutowicz viene assassinato

1940  - Seconda guerra mondiale: primo bombardamento a tappeto da parte della Royal Air Force sulla cittadina tedesca di Mannheim

1966 – Il Libretto rosso di Mao viene pubblicato a Pechino

1971 – Il Pakistan si arrende, portando alla fondazione del Bangladesh (ex Pakistan orientale), il giorno seguente

1985 – A New York, i boss della mafia Paul Castellano e Thomas Bilotti vengono uccisi all'uscita di un ristorante, rendendo l'organizzatore dell'assassinio, John Gotti, capo della potente Famiglia Gambino

2008 - Usa: la Federal Reserve azzera per la prima volta nella storia il tasso di sconto

Nati il 16 dicembre

1941 – Vittorio Mezzogiorno, attore italiano (morto nel 1994)

1954 – Ivana Spagna

1973  - Luisa Ranieri, attrice e conduttrice televisiva italiana

Addio a…

1989 - Lee Van Cleef, attore americano

(AGI)

(16 dicembre 2015)

Roma – L'Italia invierà 450 uomini a Mosul, in Iraq, per difendere la diga dai miliziani dell'Isis. Lo ha annunciato il premier, Matteo Renzi. "L'Italia sara' non sara' solo in Afghanistan, Libia, Kosovo, Iraq ma anche con un'operazione importante nella diga di Mosul, nel cuore di un'area pericolosa, che rischia il crollo con la distruzione di Baghdad", ha sottolineato Renzi a Porta a Porta. "Un'azienda di Cesena ha vinto questa gara, noi metteremo 450 uomini e metteremo la diga a posto". Il presidente americano, Barack Obama "ha detto che l'Italia sta gia' facendo di piu'. Noi abbiamo gia' scelto una strategia", ha aggiunto il premier, "non è pensabile raccontare che tutti i problemi nascano lontano dall'Europa. Abbiamo presentato progetti per un sacco di periferie. Ci sono due ambiti di intervento. Da un lato i musei, le borse di studio, la scuola. Dall'altro la sicurezza e su questa la consonanza di vedute con gli americani e' totale. (AGI)

(15 dicembre 2015)

Roma – Annullamento con rinvio delle assoluzioni pronunciate in Appello nei confronti di cinque medici della struttura protetta dell'ospedale Pertini di Roma in relazione alla morte di Stefano Cucchi. Questo il verdetto emesso dalla Quinta sezione penale della Cassazione, che ha invece confermato le assoluzioni dei tre agenti di polizia penitenziaria, del medico che per primo visito' Cucchi e dei tre infermieri finiti sotto procedimento.

I giudici della Suprema Corte, dopo circa cinque ore di camera di consiglio, hanno dunque parzialmente accolto il ricorso presentato dalla Procura generale di Roma contro la sentenza emessa dalla Corte d'Assise d'Appello della Capitale il 31 ottobre dello scorso anno. Subiranno un nuovo processo d'appello il primario Aldo Fierro, i medici Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preipe e Silvia Di Carlo. Diventano invece definitive le assoluzioni degli agenti di polizia penitenziaria Nicola Minichini, Corrado Santantonio e Antonio Domenici, del medico Rosita Caponetti e degli infermieri Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe. La Corte ha evidentemente accolto le richieste avanzate oggi con la sua requisitoria dall'avvocato generale della Suprema Corte, Nello Rossi. Non erano in aula al momento della lettura del verdetto i familiari di Stefano Cucchi che, invece, stamattina, hanno assistito all'udienza. (AGI)

(15 dicembre 2015)

Nairobi – E' il viceministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, a rappresentare l'Italia a Nairobi per la decima conferenza ministeriale del Wto, la prima in territorio africano, nell'anno del ventennale dell'organizzazione. Calenda, oltre che capo delegazione nazionale, e' anche uno dei tre vicepresidenti della riunione insieme al ministro del Commercio della Costa Rica, Alexander Mora, e al segretario al Commercio e all'Industria delle Filippine, Gregory L Domingo. In questa doppia veste Calenda ha assistito oggi pomeriggio alla cerimonia di apertura ufficiale dei lavori, mentre in mattinata ha preso parte al Consiglio dei ministri del commercio della UE per definire la posizione negoziale dell'Unione. I ministri del commercio dei 162 stati membri sono riuniti in Kenya per negoziare, dopo il successo della nona ministeriale due anni fa a Bali, un accordo che migliori ulteriormente le norme commerciali internazionali, con particolare riguardo alle esigenze dei paesi meno avanzati. Sul tavolo dei lavori permangono difficolta' per raggiungere un accordo, in particolare sui sussidi all'esportazione in agricoltura e sul futuro del negoziato multilaterale, la cosiddetta Doha Development Agenda. I lavori della Conferenza continueranno fino a venerdi' prossimo. (AGI)

(15 dicembre 2015)

Washington – Le minacce alle scuole di Los Angeles e New York sarebbero una bufala. Questo il risultato delle prime indagini preliminari, secondo quanto ha reso noto il parlamentare democratico Adam Schiff, membro del Comitato parlamentare di intelligenceL'allarme bomba, scattato all'alba a Los Angeles, ha interessato diverse scuole e ha spinto le autorita' a chiudere piu' di 900 istituti.

Una "minaccia terroristica quasi simile" e' stata rivolta anche alle scuole di New York, ma le autorita' locali l'hanno tuttavia giudicata "non credibile". "Non esiste alcuna minaccia credibile nei confronti dei nostri bambini", ha assicurato il sindaco della metropoli americana, Bill de Blasio: "Siamo assolutamente convinti che le nostre scuole sono al sicuro".

L'allarme a Los Angeles – "Questa mattina abbiamo ricevuto una minaccia elettronica che interessava la sicurezza delle nostre scuole", ha reso noto Steven Zipperman, capo del dipartimento di polizia specializzato nella difesa delle scuole. La minaccia riguardava non solo una scuola ma molte scuole del distretto e sono state decise la chiusura e la perquisizione di tutti gli edifici. Il distretto scolastico di Los Angeles conta 640mila studenti ed e' il secondo piu' grande degli Usa. "Riceviamo minacce tutti i giorni. Ma questa e' stata una minaccia insolita", hanno spiegato le autorita' locali. Tutti i bambini e i ragazzi che si trovavano gia' a scuola sono stati vigilati fino all'arrivo dei genitori, ai quali e' stato richiesto di presentarsi con i documenti. (AGI)

Roma – L'Arabia Saudita ha annunciato una coalizione militare contro il terrorismo composta da 34 Paesi islamici e che puo' contare sull'appoggio di altri 10, tra cui l'Indonesia. La base operativa sara' a Riad. L'obiettivo e' "serrare le fila e unire gli sforzi per combattere il terrorismo" in tutte le sue forme e manifestazioni. Il ministro della Difesa, il principe Mohammad bin Salman Al Saud, uno degli uomini piu' potenti del Paese, ha precisato che l'alleanza non combattera' solo l'Isis, ma "tutti i gruppi terroristici che abbiamo di fronte"; e a questo fine la coalizione si coordinera' con le potenze mondiali e le organizzazioni internazionali. Il ministro e principe ha spiegato che i gruppi terroristici saranno combattuti non solo militarmente, ma anche attraverso "l'ideologia e mediaticamente" Oltre all'Arabia Saudita, tra i 34 i Paesi della coalizione vi sono Paesi a maggiorana sunnita, ma non c'e' l'Iran, il potente rivale sciita di Riad, ne' la Siria o l'Iraq. Tra essi vi sono Stati del Medio oriente, dell'Africa e dell'Asia: Arabia Saudita, Emirati arabi, Pakistan, Giordania, Bahrein, Bangladesh, Turchia, Somalia, Qatar, Egitto, Marocco, Nigeria, Yemen, Benin, Ciad, Togo, Tunisia, Gibuti, Senegal, Sudan, Sierra Leone, Somalia, Gabon, Guinea, Palestina, Comore, Costa d'Avorio, Kuwait, Libano, Libia, Maldive, Mali, Mauritania, Niger.

Il regno saudita e' la culla dell'ideologia wahabita, una versione molto rigorosa dell'Islam sunnita, che viene spesso accusato dall'Occidente di avere un atteggiamento troppo blando con il terrorismo. L'inatteso annuncio e' arrivato dopo che tanto in Europa che in Usa si erano levate numerose voci che accusavano Riad di finanziare i gruppi estremisti. Nelle ultime settimane gli Usa avevano moltiplicato gli appelli sulla necessita' di mobilitare truppe di terra, in particolare arabe. E Riad ha sottolineato oggi che questa e' "tra le opzioni sul tavolo" della coalizione. "Sono in corso discussioni con gli Emirati, il Qatar e il Bahrein riguardo all'invio di truppe speciali in Siria. Non e' escluso che lo si faccia", ha affermato al-Jubeir indicando che il nodo riguarda la necessita' e gli obiettivi di un'operazione del genere, il cui quadro completo sara' piu' chiaro tra poche settimane. "Questa coalizione di 34 paesi non e' solo per combattere l'Isis ma tutti gli estremisti e dunque ha un raggio di azione molto piu' ampio dell'Isis", ha osservato il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest. Il successo nella guerra contro l'Isis dipende anche dalla ricerca di una soluzione politica in Siria. Russia e Stati Uniti tentano di avvicinare le rispettive posizioni. Mosca e Washington hanno trovato un "terreno comune" riguardo ai gruppi d'opposizione che andranno invitati ai negoziati di pace in Siria. Lo ha detto il segretario di Stato americano, John Kerry, al termine degli incontri con il capo del Cremlino, Vladimir Putin, e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. Un vertice internazionale sulla Siria si terra' a livello dei ministri degli Esteri venerdi' a New York. L'Europa, fuori da uno scenario negoziale che sembra escluderla, e' preoccupata invece dai foreign fighters. Sono, ha affermato Europol, tra i cinque e i settemila quelli europei che hanno combattuto in Siria e in Iraq e hanno subito una ulteriore radicalizzazione. Se tornassero indietro e' per fare gli attentati e quindi sono un pericolo con cui ci si deve confrontare e una minaccia difficile da identificare.(AGI)

 

Berlino – Il governo tedesco ha stretto un accordo con Facebook, Google e Twitter che li impegna a rimuovere dalle loro piattaforme entro 24 ore i messaggi considerati in violazione delle leggi nazionali perche' razzisti. Lo ha annunciato il ministro della Giustizia, Heiko Maas, spiegando che l'intesa rende piu' semplice per gli utenti e i gruppi anti razzisti denunciare abusi o presunti tali. "Quando i limiti della liberta' di parola vengono superati, quando ci sono criminalita', sedizione e incitamento a compiere delitti contro la persona, tali contenuti vanno rimossi dalla rete", ha dichiarato Maas, "la liberta' di espressione protegge anche i commenti ripugnanti, volgari o sgradevoli ma si passa il limite quando si tratta di incitare alla violenza o attaccare la dignita' delle persone in maniere punibili come delitti di incitazione all'odio razziale". Alle prese con il calo dei consensi legato alla gestione dell'emergenza immigrazione, che ha fatto salire alle stelle i toni della discussione tra cittadini sui social network, l'esecutivo di Berlino aveva denunciato lo scorso mese i vertici locali di Facebook accusandoli di non far nulla per rimuovere i messaggi razzisti dal social network. Dato che l'accusa potrebbe costare un processo penale a quattro manager di Facebook (tra i quali Martin Ott, responsabile del gruppo californiano per l'Europa centro-settentrionale), la societa' californiana si e' messa subito al lavoro, intensificando la collaborazione con l'Fsm, un'associazione no profit privata gestita da volontari che finora si e' occupata principalmente di tutela dei minori e lotta alla pedopornografia ma ha ora promesso di incoraggiare i suoi aderenti a occuparsi maggiormente delle incitazioni all'odio razziale.

I limiti della liberta' di espressione, posto che ci siano (Maas ne appare convinto), sono un tema assai complesso ed e' legittimo domandarsi come verra' distinto un commento genuinamente xenofobo da una critica particolarmente sonora alle politiche migratorie del governo Merkel. Che si attuino censure politiche o meno, si potrebbe poi ottenere il duplice effetto di far emergere un consenso percepito per il governo superiore a quello effettivo nonche' di togliere da un radar prezioso le organizzazioni estremiste davvero pericolose. Intanto lo scorso weekend, in vista dell'accordo di oggi, ignoti hanno scritto con lo spray 'Facebook dislike' sui muri della sede di Amburgo dell'azienda. E sarebbe molto frettoloso dare per scontato che si tratti di un qualche gruppo neonazista. (AGI) 

(15 dicembre 2015)

New York – Una "minaccia terroristica quasi simile" a quella che ha provocato la chiusura di tutte le scuole pubbliche di Los Angeles e' stata rivolta sempre oggi anche a quelle di New York, le cui autorita' l'hanno tuttavia giudicata "non credibile": lo ha rivelato il capo della polizia cittadina, Bill Bratton. Dello stesso avviso il sindaco della metropoli americana, Bill de Blasio: "Non esiste alcuna minaccia credibile nei confronti dei nostri bambini", ha assicurato. "Siamo assolutamente convinti che le nostre scuole sono al sicuro". (AGI)

(15 dicembre 2015)

Roma – L'orizzonte si fa sempre piu' fosco per le Olimpiadi del 2016. La gravissima crisi economica che ha investito il Brasile ha costretto un governo mai cosi' impopolare a effettuare crescenti tagli alle spese, con un impatto che si preannuncia durissimo per l'organizzazione dei Giochi. Appena due settimane fa il portavoce di Rio 2016, Mario Andrada, aveva spiegato che agli atleti sarebbe stato chiesto di pagare per l'aria condizionata e che la mancanza di fondi non avrebbe consentito di sistemare dei televisori nei loro appartamenti. E la scorsa estate l'Associated Press aveva messo in guardia riguardo i pericoli per la salute degli atleti derivanti dalla scarsa salubrita' delle acque nelle strutture olimpiche e paralimpiche, che conterrebbero virus e batteri fecali che avrebbero gia' causato problemi di salute in alcuni sportivi che si stanno allenando in loco. E' invece di oggi la notizia, riportata da Reuters, secondo la quale la compagnia scozzese Aggreko ha abbandonato la gara d'appalto per la fornitura di elettricita' alle strutture olimpiche. Andrada ha assicurato di non avere alcun problema con le aziende rimaste a concorrere ma c'e' una ragione se l'agenzia britannica parla di "un colpo enorme per gli organizzatori, che ora dovranno assicurarsi in fretta una fonte di energia per il maggior evento sportivo del mondo". Aggreko infatti non e' un'azienda qualunque. Il gruppo di Glasgow ha finora illuminato ben nove edizioni delle Olimpiadi e sei Mondiali di calcio e, sulla base di tale esperienza, appariva a tutti scontato che si aggiudicasse l'appalto.

"C'e' un grande rischio che la commessa vada a qualcuno che non abbia esperienza", osserva Will Kirkness, analista di Jefferies, "c'e' qualcuno la' fuori con abbastanza attrezzature? Puo' essere. Ma dal punto di vista operativo, la Aggreko ci sa fare davvero". Posto che un'azienda con abbastanza attrezzature esista. Fonti vicine al dossier hanno confidato a Reuters che le aziende internazionali e brasiliane ancora in lizza sarebbero cosi' inadeguate a occuparsi di un evento di tali proporzioni che "e' probabile che chiunque vinca sara' costretto a chiedere generatori in leasing ad Agrekko". "Non siamo stati colpiti dall'apprezzamento del dollaro, non abbiamo materiale da importare e possiamo offrire un prezzo migliore", giura Abraham Curi, ad di Tecnogera, una delle societa' rimaste in gara. I soliti ben informati sostengono pero' che il contratto possa essere proposto in camera caritatis al colosso Usa Caterpillar, che non ha finora commentato le indiscrezioni. Aggreko non ha spiegato le ragioni del ritiro ma e' abbastanza plausibile che, molto prosaicamente, abbia il timore di non essere pagata. Il problema di fondo e' che Brasilia, costretta a una dura austerita', non puo' coprire eventuali aumenti imprevisti dei costi. L'organizzazione potra' contare quindi solo sui ricavi di sponsor e prevendite e sulla garanzia del Comitato Olimpico Internazionale. Peccato che, nel frattempo, i costi siano aumentati di 520 milioni di dollari rispetto agli 1,9 miliardi previsti, complici l'inflazione galoppante e il crollo del real. Cio' ha costretto gli organizzatori ad abbassare da 5.000 a 4.500 il numero di persone assunte per i lavori (in ritardo di 12 mesi rispetto alla tabella di marcia dei giochi di Londra, sottolinea ancora Reuters) ed effettuare continui tagli, "i piu' profondi dei quali", sostiene Bloomberg, "riguarderanno probabilmente catering, trasporti e servizi di pulizia". "Finche' non compromettiamo i giochi, la qualita' dei giochi e l'esperienza del pubblico, dovremo aumentare l'efficienza", aveva dichiarato Andrada a Bloomberg alcuni giorni fa, "il processo non e' stato doloroso finora ma da adesso lo sara' perche' dobbiamo concluderlo". Quel che si rischia, insomma, e' una sorta di 'apartheid' tra gli atleti dei Paesi ricchi che potranno permettersi di optare per un albergo di lusso (come hanno gia' fatto le stelle dell'Nba nella squadra di basket Usa) e quelli dei paesi piu' poveri che, non avendo alternative, dovranno accontentarsi di stanze senza condizionatore e televisore, con il rischio aggiuntivo di contrarre un virus dall'acqua corrente. (AGI)

(15 dicembre 2015)

L’infelice vicenda tra Kojima e Konami sembra aver raggiunto finalmente la fine. Il game designer sembra essersi finalmente staccato definitivamente dall’azienda, diventando così libero di continuare la sua professione altrove.

Kojima sony

Inoltre Kojima, in una recente intervista presso il giornale Nikkei, ha dichiarato che, in questo periodo, è impegnato nella creazione di un nuovo studio e che sta contrattando, prima su tutte, con Sony Computer Entertainment. Per ora on ci sono altre notizie al riguardo, ma chissà cosa ha in serbo per noi il padre di Metal Gear e Zone of the Enders.

Cosa ne pensate? Avete fiducia in Kojima?