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Roma - Matteo Renzi si rimette nelle mani degli elettori, ma annuncia: ha la stessa 'fame' del primo giorno a Palazzo Chigi. "Il giudizio che ciascuno di noi può dare è vario e variegato, ma il vero giudizio lo daranno gli elettori nel febbraio del 2018" ha detto il presidente del Consiglio alla stampa estera. "In due anni molte delle iniziative che il governo aveva scelto di realizzare stanno andando avanti. L'Italia aveva il segno meno" su molte questioni "ora ha il segno piu' ma molto resta da fare" e io, ha sottolineato, "ho la stessa fame del primo giorno"

"Fare il premier in Italia non è facile ma è un'esperienza affascinante. Il futuro è tornato di casa. Il passato c'è e lo conoscono tutti; la nostra sfida e' mettere il futuro di residenza in Italia" ha aggiunto "Siamo a un bivio, o l'Europa cambia oppure rischia di vanificare la più grande operazione di costruzione politica mai fatta". Il premier ribadisce la sua visione dell'Unione europea e afferma che "L'Italia lavora per questo non per ottenere qualche briciola di compensazione ma per l'ideale europeo". (AGI)

(AGI) – Roma, 22 feb. – Matteo Renzi fa il tifo per Hillary Clinton nella corsa alla Casa Bianca. “Lavoreremo con chiunque sara’ il presidente degli Stati Uniti”, ha dichiarato il premier ripsondendo a una domanda rivoltagli alla Stampa Estera, “se lei parla al cittadino pero’, nel rispetto della grande democrazia, faccio il tifo per Hillary Clinton”. La Clinton e’ incalzata da Bernie Sanders nelle primarie democratiche per la successione a Barack Obama.
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Roma – E' partito la notte scorsa il nuovo intervento di pulizia, diserbo, lavaggio e sanificazione lungo via Appia, previsto nel piano di pulizia straordinario mensile delle consolari e dei percorsi giubilari, predisposto da Ama d'intesa con il commissario straordinario di Roma Capitale Francesco Paolo Tronca. Gli interventi, che saranno svolti in orari diversi e dureranno fino a venerdi' 26 febbraio, interesseranno l'intera via Appia, dallo svincolo del GRA fino a piazzale Appio. L'operazione, che comprende anche la pulizia approfondita di marciapiedi e sedi stradali centrali, si snoda complessivamente su circa 40 chilometri di superficie. Sul posto saranno impegnati quotidianamente 8/10 operatori supportati da spazzatrici, lavastrade, veicoli a vasca, compattatori a carico posteriore. Le operazioni rientrano nell'ambito del programma di itinerari protetti di spazzamento meccanizzato predisposti da Ama in collaborazione con il Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale per garantire il decoro dei percorsi giubilari. Oltre a supportare l'attivita' di Ama, il personale della Polizia di Roma Capitale provvedera' a informare i cittadini sulle modalita' e le tempistiche dei divieti di sosta temporanei e dei cantieri di lavoro previsti.Le informazioni sugli itinerari protetti si possono consultare sul sito www.amaroma.it. Per i giorni e gli orari dei divieti di sosta temporanei, e' possibile visitare la sezione Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale del sito istituzionale www.comune.roma.it. (AGI) 

Roma - Lo scetticismo di Matteo Salvini sulla candidatura di Guido Bertolaso a sindaco di Roma lascia perplesso l'ex 'zar' della Protezione Civile. "Ero a Londra, ho parlato a lungo con Matteo Salvini. Lui mi ha detto: punto su di te perche' noi vogliamo vincere. Cosi' ho chiamato Berlusconi e ho accettato la candidatura" ha affermato Bertolaso nel corso del videoforum su Repubblica Tv.

"Io lavoro per ricostruire Roma. E' una citta' bombardata, non me ne vogliano i cittadini aquilani, ma Roma e' una citta' terremotata. Chi la ricostruisce? Chi vuole fare polemica a livello politico o chi ci ha messo la faccia e che magari ha anche sbagliato, ma ha pagato. Io lavoro per ricostruire e riorganizzare la citta' piu' bella del mondo. Della mia vita ho una grande colpa, se prendo un impegno lo porto fino alla fine". Poi sulle polemiche con il leader della Lega, e i Rom: "Di ruspe ne parlano tanti, io parlo di sistemi democratici per evitare che questa gente viva nella totale illegalita'. Io non vado in giro ad ascoltare solo problemi, ma cerco – conclude – soluzioni".

Tornando alle inchieste in cui e' coinvolto, afferma: "voi li chiamate massaggi, io fisioterapia. Sono andato sette volte al Salaria a fare delle sedute di fisioterapia e non avevo idea di quando andai che fosse di Anemone. Pagavo l'abbonamento, pagavo la fisioterapia, dopo tre volte che andai capii che era di Anemone e non ci andai più" ha affermato Bertolaso. Sulle vicende relative al terremoto dell'Aquila: "Quando mi hanno chiesto di candidarmi, ho sottolineato il fatto che mi trovavo in una situazione processuale difficile. Sono vicende che si riferiscono a sei anni fa e per sei anni mi sono messo nelle mani della giustizia, aspettando serenamente che la giustizia facesse il suo corso. Dopo sei anni e mezzo mi trovo ancora in questa situazione. Entrambi processi verranno prescritti io ho detto che rinuncio alla prescrizione, voglio una sentenza". (AGI) 

Roma – Il premier Matteo Renzi lancia un sondaggio-referendum dalla sua pagina di Facebook per individuare le prossime riforme piu' richieste dai cittadini dai cittadini. "Buongiono. Qui trovate 24 slide sui primi 24 mesi di governo. Siamo a meta' del cammino, mancano ancora due anni – scrive Renzi – quale e' per voi la priorita'? Quale e' secondo voi la riforma piu' urgente adesso?"

 

 

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Buongiorno. Qui trovate #ventiquattro slide sui primi #ventiquattro mesi di governo. Siamo a metà del cammino, mancano…

Pubblicato da Matteo Renzi su Domenica 21 febbraio 2016

 

(AGI) 

Washington - La richiesta del Dipartimento di Giustizia Usa e' solo di avere accesso al telefono bloccato e riguarda "le vittime e la giustizia". E' quanto ha affermato il direttore dell'Fbi, James Comey, commentando per la prima volta la decisione di Apple di non collaborare per sbloccare l'iPhone di uno dei due attentatori della strage di San Bernardino, in California. "Non vogliamo decrittare nulla", ha detto Comey spiegando che gli investigatori vogliono accedere al telefono che apparteneva a Syed Farook, il cittadino Usa che insieme alla moglie Tashfeen Malik, ha ucciso 14 persone lo scorso 2 dicembre. "Il contenzioso di San Bernardino non riguarda il tentativo di stabilire un precedente o inviare alcun tipo di messaggio – ha osservato Comey – riguarda le vittime e la giustizia". Secondo il direttore dell'Fbi, "la particolare questione legale e' piuttosto stringente. Noi semplicemente vogliamo avere la possibilita', con un mandato di perquisizione, di tentare di trovare il codice di accesso del terrorista senza arrivare all' autodistruzione del telefono e senza impiegare un decennio per farlo correttamente. Questo e' tutto". Il telefono, ha riferito Comey, potrebbe contenere indizi importanti oppure no "ma non possiamo guardare negli occhi i sopravvissuti – ha aggiunto – o noi stessi allo specchio, se non seguissimo questa traccia". Per il direttore dell'Fbi, questo e' un caso che crea "tensione tra i valori di cui tutti facciamo tesoro: privacy e sicurezza". Una tensione che, ha sottolineato, "non dovrebbe essere risolta da aziende che vendono beni di consumo" e "nemmeno dall'Fbi, che investiga" ma "dal popolo americano che deve decidere come vogliamo governare noi stessi in un mondo che non abbiamo mai visto prima"

(AGI/AFP) – Washington, 22 feb. – La richiesta del Dipartimento di Giustizia Usa e’ solo di avere accesso al telefono bloccato e riguarda “le vittime e la giustizia”. E’ quanto ha affermato il direttore dell’Fbi, James Comey, commentando per la prima volta la decisione di Apple di non collaborare per sbloccare l’iPhone di uno dei due attentatori della strage di San Bernardino, in California. “Non vogliamo decrittare nulla”, ha detto Comey spiegando che gli investigatori vogliono accedere al telefono che apparteneva a Syed Farook, il cittadino Usa che insieme alla moglie Tashfeen Malik, ha ucciso 14 persone lo scorso 2 dicembre. “Il contenzioso di San Bernardino non riguarda il tentativo di stabilire un precedente o inviare alcun tipo di messaggio – ha osservato Comey – riguarda le vittime e la giustizia”. Secondo il direttore dell’Fbi, “la particolare questione legale e’ piuttosto stringente. Noi semplicemente vogliamo avere la possibilita’, con un mandato di perquisizione, di tentare di trovare il codice di accesso del terrorista senza arrivare all’ autodistruzione del telefono e senza impiegare un decennio per farlo correttamente. Questo e’ tutto”. Il telefono, ha riferito Comey, potrebbe contenere indizi importanti oppure no “ma non possiamo guardare negli occhi i sopravvissuti – ha aggiunto – o noi stessi allo specchio, se non seguissimo questa traccia”. Per il direttore dell’Fbi, questo e’ un caso che crea “tensione tra i valori di cui tutti facciamo tesoro: privacy e sicurezza”. Una tensione che, ha sottolineato, “non dovrebbe essere risolta da aziende che vendono beni di consumo” e “nemmeno dall’Fbi, che investiga” ma “dal popolo americano che deve decidere come vogliamo governare noi stessi in un mondo che non abbiamo mai visto prima”.
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CdV - Dopo più di venti anni, padre Federico Lombardi lascia la Radio Vaticana, restando però direttore della Sala Stampa della Santa Sede e portavoce di Papa Francesco. Lo annuncia un comunicato della Segreteria delle Comunicazioni precisando che il prefetto del nuovo super dicastero, monsignor Dario Viganò, ha nominato ad interim, dal primo marzo prossimo, Legale Rappresentante nonché responsabile della Direzione Amministrativa della Radio Vaticana Giacomo Ghisani, attuale vicedirettore generale della Segreteria per la Comunicazione, "affinché curi l'ordinaria amministrazione della medesima Radio Vaticana nel contesto dell'attuale ristrutturazione dei media vaticani".

Ex provinciale della Compagnia di Gesu' per l'Italia, padre Lombardi e' arrivato alla Radio Vaticana nel 1990 come direttore dei programmi. Dal 2005 era direttore generale, incarico al quale assommo' dal 2006 quello di portavoce e direttore della Sala Stampa. Dal 2001 al 2013 e' stato anche direttore generale del Centro Televisivo Vaticano, incarico poi passato a monsignor Vigano' ed oggi ricoperto da Stefano D'Agostini. 

Nato a Saluzzo 73 anni fa, padre Lombardi ha dato tantissimo al sistema delle comunicazioni vaticane sotto tre Papi e gode di grande stima da parte di tutti, soprattutto per la sua fedelta' al Pontefice regnante, quale che fosse. Ne ha dato prova nei passaggi davvero complicati delle dimissioni di Benedetto XVI e del primo processo Vatileaks. 
La decisione di fargli lasciare la Radio Vaticana serve a favorire una riorganizzaizone complessiva dei media vaticani, come spiega una nota della Segretria delle Comunicazioni, che pero' ribadisce: "nulla viene modificato circa la competenza della Segreteria di Stato per quanto attiene alla comunicazione istituzionale".

Il cambiamento riguarda dunque l'organizzazione della comunicazione e non i suoi contenuti. Di fatto a fare un passo indietro sono i gesuiti che fino ad oggi avevano la gestione della Radio Vaticana attraverso una convenzione, anche se resta direttore dei programmi un membro della Compagnia di Gesu', il polacco Andrej Majewski. (AGI) 

(AGI) – Ankara, 22 feb. – Roma attende con “prudenza” l’esito del voto che il Parlamento di Tobruk e’ chiamato a esprimere nelle prossime ore sul governo di unita’ nazionale in Libia. “Non diamo per scontato nulla -ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, conversando con i giornalisti nel corso della sua visita ad Ankara, dove sara’ ancora questa sera prima di raggiungere Istanbul- devo dire quello che spinge sul lato dell’ottimismo e’ il fatto che nella comunita’ internazionale c’e’ uno sforzo convergente e significativo”. Pero’, ha aggiunto, “il quadro e’ frammentato e prendere decisioni non sara’ facile: conoscete la mia antica e perdurante prudenza”. Roma non sembra preoccupata dalle azioni militari mirate degli Stati Uniti contro gli jiahdisti: “La strada della soluzione della crisi libica e’ quella del governo nazionale -ha spiegato- e ha visto una crescita enorme in questa direzione del ruolo diplomatico degli Stati Uniti. Queste azioni hanno un quadro di riferimento che non contraddice la scelta della via diplomatica”. Washington “non ha cambiato strada”. Quanto ad Ankara, questa “ha sempre avuto atteggiamento molto positivo e costruttivo nella crisi libica”, a partire dal “tema, prematuro ma molto importante, dell’insediamento del governo nazionale a Tripoli. La collaborazione della Turchia su questo passaggio e’ molto importante”. Al tempo stesso il capo della diplomazia italiana si “augura che l’Egitto possa e voglia contribuire, perche’ il suo ruolo e’ determinante” mentre quello del generale Khalifa Haftar, sostenuto dal Cairo, “non coincide con le soluzioni contenute nel testo di Skhirat: non e’ una questione facile da risolvere ma bisogna farlo se si vuole arrivare a un governo di unita’ nazionale”.
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