AGI – I passi in avanti sul fronte dell’immigrazione si vedranno al prossimo vertice Ue di giugno, in ogni caso la premier Giorgia Meloni si ritiene soddisfatta sul fatto che il dossier stia diventando “un tema centrale” in Europa, “una cosa impensabile fino a qualche mese fa”. A Bruxelles, il capo dell’esecutivo ha lanciato di nuovo l’allarme per l’emergenza che si sta verificando nel Mediterraneo, ponendo l’attenzione soprattutto sul rischio che ci sia un vertiginoso aumento sulle coste italiane di arrivi dalla Tunisia, da qui la necessità di sbloccare i fondi del Fondo monetario internazionale. “La guerra innesca crisi alimentari e di conseguenza da vita a crisi migratorie”, ha detto nel suo intervento, durante la sessione di lavoro con il segretario generale dell’Onu, Guterres.
“Il dossier migranti verrà aggiornato con una relazione della presidente della Commissione che racconterà dei passi concreti”, aveva sottolineato al suo arrivo. Annunciando, tra l’altro, di essere in contatto con il presidente francese Macron. E ribadendo, inoltre, che non ci sono distanze nel governo con la Lega, neanche sul conflitto in Ucraina. “Non sono preoccupata perché guardo ai fatti e la linea dell’Italia è molto chiara”, il ‘refrain’. Nelle conclusioni del vertice Ue c’è il richiamo alle decisioni prese al Consiglio europeo di febbraio. “La migrazione è una sfida europea che richiede una risposta europea”.
von der Leyen e il modello italiano
Ma palazzo Chigi ha apprezzato soprattutto le parole di Ursula von der Leyen che in questa partita resta la principale interlocutrice della premier. “Sono favorevole a un incremento del numero di ingressi regolari di lavoratori dai Paesi terzi”, ha sostenuto la presidente della Commissione Ue durante la prima sessione del vertice, “tengo a menzionare a questo riguardo l’esperienza estremamente positiva dell’Italia con i corridoi umanitari”. Il tema dei migranti verrà approfondito ancora, il convincimento del governo. Così come quello sul patto di stabilità.
Su quest’ultimo punto Meloni ha sottolineato come ci siano visioni “abbastanza differenti”, ma – ha aggiunto – “penso che l’Ue debba imparare dai suoi errori, dal passato. Oggi a tutti sono chiesti importanti investimenti per la transizione ecologica, digitale, per le catene di approvvigionamento strategiche. Non si può pensare che gli investimenti necessari a rendere competitivo il nostro sistema non siano tenuti in considerazione nella governance”. E ancora: “Per noi sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti, serve una governance più attenta alla crescita”.
I dossier sul tavolo
Tanti sono i temi in discussione, tra gli altri quello sullo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035. La posizione della Germania è “svantaggiosa” per l’Italia, è la posizione del presidente del Consiglio che ne parlerà con la presidente della Commissione europea von der Leyen. Il governo è d’accordo sugli obiettivi che si è prefissata l’Unione europea, non sull’intenzione di Bruxelles di dettare le regole su quando e come raggiungerli. Al momento i capi di Stato e di governo hanno discusso della necessità di ribadire il sostegno a Kiev, sono d’accordo su eventuali ulteriori misure restrittive nei confronti di Mosca.
Schlein invoca la riforma dei regolamenti di Dublino
A Bruxelles c’è anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha chiesto “una ‘Mare Nostrum’ europea” e la riforma dei regolamenti di Dublino. In un punto stampa sotto la sede della Commissione europea, dopo aver incontrato i commissari Timmermans e Gentiloni, ha attaccato il capo dell’esecutivo: “Questa destra fa sempre domande sbagliate. Perché non ha il coraggio di affrontare i suoi alleati nazionalisti e chiedere maggiore solidarietà e condivisione delle responsabilità sull’accoglienza, a Orban e ai suoi alleati? È curioso – ha spiegato – che rivendichi una nuova centralità del tema immigrazione quando dalle bozze che circolano sulle conclusioni del Consiglio europeo ci sono poche righe senza misure concrete”.
A incontrare il commissario Ue all’Economia è stato anche il ministro degli Affari europei e le politiche di coesione, Raffaele Fitto. L’incontro si è incentrato sul tema del Pnrr e in particolare “sull’assessment in corso da parte della Commissione Ue in vista dell’esborso della terza rata destinata all’Italia”. Fitto e Gentiloni – ha fatto sapere palazzo Chigi – “hanno effettuato una disamina degli obiettivi in merito ai quali è ancora in corso un’interlocuzione fra il Governo italiano e i competenti servizi della Commissione. Il colloquio – viene riferito – si è poi incentrato sulle prospettive di integrazione al Pnrr italiano alla luce delle possibilità offerte dal RePowerEu”.
AGI – Inizia in salita il percorso di qualificazione agli Europei 2024 per l’Italia, sconfitta nella gara d’esordio del Girone C dall’Inghilterra. Allo stadio Diego Armando Maradona di Napoli finisce 2-1 per la selezione del ct Gareth Southgate (in dieci dall’80’ per l’espulsione di Shaw), che s’impone grazie alle reti di Rice e Kane nella prima frazione di gioco, mentre agli uomini di Roberto Mancini serve a poco il gol all’esordio in azzurro dell’italo-argentino Retegui.
Azzurri chiamati quindi subito a reagire a partire da domenica sera, quando sarà in programma la seconda sfida contro Malta. L’avvio degli Azzurri è intenso e fatto di tanta aggressività, ma è solo un piccolo fuoco di paglia.
Infatti gli inglesi prendono in mano il comando delle operazioni e al 13′ sbloccano la gara: la firma è quella di Rice che, in mischia sugli sviluppi di un corner, realizza da pochi passi l’1-0 ospite. La squadra di Southgate continua a dominare, quella di Mancini non riesce a reagire e a ridosso dell’intervallo è costretta a incassare il raddoppio.
Da un altro corner Di Lorenzo tocca di braccio in area, l’arbitro viene richiamato dal Var all’on field review e assegna il penalty all’Inghilterra: Kane va dagli 11 metri, spiazza Donnarumma e firma il 2-0.
Al rientro dagli spogliatoi l’Italia scende in campo con un altro atteggiamento e al 56′ si rimette in carreggiata con il gol di Retegui, che riceve da Pellegrini e di destro fulmina Pickford riaccendendo il pubblico del Maradona.
La squadra di Mancini continua a premere alla ricerca del pareggio, ma altri grandi occasioni da gol gli Azzurri non ne creano. Nel finale viene espulso Shaw per doppia ammonizione tra le fila inglesi, la nazionale dei Tre Leoni però si difende con le unghie e con i denti mettendosi in tasca un risultato pesante.
AGI – Accenture taglierà 19.000 posti di lavoro, pari al 2,5% della forza lavoro, nel tentativo di ridurre i costi e snellire le operazioni. L’azienda irlandese-americana, con sede a Dublino, ha registrato nel trimestre un aumento del 5% del fatturato e utili migliori del previsto. Accenture, società di consulenza strategica, servizi tecnologici e outsourcing, impiega circa 738.000 persone in tutto il mondo; i licenziamenti saranno effettuati nei prossimi 18 mesi.
“Stiamo adottando misure per ridurre i nostri costi nell’anno fiscale 2024 e oltre, mentre continuiamo a investire nel nostro business e nel nostro personale per cogliere le significative opportunità di crescita che ci attendono”, ha dichiarato Julie Sweet, presidente e amministratrice delegata di Accenture, in un comunicato. Tra le altre grandi aziende che hanno licenziato migliaia di lavoratori quest’anno figurano Amazon, Google, Meta, Microsoft e Twitter, oltre a IBM, Cisco, Dell, HP e Disney.
L’annuncio della riduzione di personale è in un documento depositato presso l’autorità di regolamentazione del mercato azionario statunitense, la SEC. Il gruppo prevede di registrare in questo periodo oneri eccezionali per circa 1,5 miliardi di dollari legati al piano di riduzione dei costi, di cui 1,2 miliardi direttamente legati ai licenziamenti.
AGI – Immaginate di entrare in un film di Melies dei primi del ‘900. Una sorta di ‘Viaggio sulla Luna’ dove personaggi bizzarri sfilano accanto ai professori dall’aspetto stravagante. Mettete poi un po’ di cinema espressionista tedesco, da Fritz Lang di ‘Metropolis’ con robot umani a Robert Wiene di ‘Il gabinetto del dottor Caligari’ con un tocco di Martin Scorsese di ‘Hugo Cabret’ con le fantastiche immagini meccaniche e gli oggetti di scena.
E’ quello che capita allo spettatore che entra sotto il tendone maestoso costruito a Tor di Quinto a Roma per assistere allo show ‘Kurios – Cabinet of Curiosities’ del Cirque du Soleil. Sotto il Grand Chapiteau, costituito per la prima volta in Italia con una tela gialla e blu che, in corrispondenza dei quattro alberi principali, arriva a misurare un’altezza superiore ai 25 metri, circa 2.500 persone vivono un’esperienza unica, condotte in un affascinante e misterioso regno, che disorienta i sensi e le percezioni, a tal punto da chiedersi: “È tutto vero o è solo frutto della mia immaginazione?”.
Sono accessibili le porte dell’armadietto di curiosità di un ambizioso inventore, che sfida le leggi del tempo e dello spazio per reinventare il mondo intorno a lui: personaggi unici e stravaganti lo guidano in un luogo meraviglioso, dove tutto accende l’immaginazione e le sue curiosità prendono vita una ad una davanti ai suoi occhi.
Un mondo capovolto di poesia e di umorismo dove il visibile diventa invisibile e le prospettive si trasformano. E tutto questo accompagnato dalla musica suonata dalla Kurios Band composta da sei musicisti che si esibiscono dal vivo per mostrare ciò che avviene sul palco, motivi che riportano al jazz classico anni ‘20.
‘Kurios – Cabinet of curiosities’, spettacolo itinerante di Cirque du Soleil Entertainment Group che ha venduto finora oltre 130.000 biglietti in Italia, presentato dai partner italiani Show Bees e Vivo Concerti, è un mix di curiosità insolite e di prodezze acrobatiche mozzafiato, un vero kolossal in puro stile Cirque du Soleil in scena a Roma fino al 29 aprile (a Tor di Quinto è stato allestito un villaggio dalla superficie di 48.000 metri quadrati) per poi andare a Milano a Piazzale Cuoco dal 10 maggio al 25 giugno.
Questa produzione, la 35ª del Cirque du Soleil dal 1984, vanta un cast di 50 artisti provenienti da 17 paesi diversi, alcuni dei quali sono in tournée con il Cirque du Soleil da oltre 15 anni. La scenografia colloca lo spettatore in un luogo ben definito: la camera delle meraviglie di un Cercatore, pieno di oggetti insoliti raccolti durante i suoi viaggi. Ambientato in quello che si potrebbe definire un retro-futuro, l’impianto scenico fa numerosi riferimenti all’inizio della rivoluzione industriale avvenuta durante il XIX secolo, senza esserne vincolato però.
“È come se Jules Verne incontrasse Thomas Edison in una realtà alternativa, fuori dal tempo”, spiega lo scenografo Stéphane Roy. In questo universo parallelo, è il motore a vapore e non il motore a combustione interna a regnare sovrano. Il set evoca l’inizio dell’era dell’industrializzazione, ma è come se la scienza e la tecnologia si fossero evolute diversamente e il progresso avesse assunto una dimensione più umana.
Lo spazio della performance è dominato da due strutture chiamate ‘camere’; una esplora il tema del suono e l’altra il tema dell’elettricità. Costruite dal Cercatore, utilizzando scarti e pezzi raccolti nel tempo, le due grandi torri servono anche come ‘sensori d’onda’ realizzati con componenti vari come grammofoni, vecchie macchine da scrivere, lampadine elettriche e turbine. In realtà questi oggetti sono stati recuperati dalle discariche e in seguito smontati, amalgamati e uniti tra loro attraverso tubi e condotti.
Le due camere delle meraviglie sono collegate tra loro attraverso l’arco principale – un altro sensore di onde – che domina il palco. L’apertura al centro, in fondo alla scena, ricorda l’imboccatura di un tunnel ferroviario che attraversa una montagna; è principalmente da qui che gli artisti entrano ed escono dalla scena e che le attrezzature e gli oggetti vengono portati dentro e fuori dal palco.
Lo spettacolo è un omaggio alla fantasia e alla curiosità. Questo mondo meccanico alternativo celebra l’unione di oggetti preesistenti. “Tutti questi oggetti – la tromba, la macchina da scrivere – hanno una loro storia ed è dalla loro associazione che emerge un nuovo significato – dice ancora Roy – un’ulteriore prova che il tutto è maggiore della somma delle sue parti”. Padrone di casa è il Cercatore, un umanista tanto ingenuo quanto ingegnoso, con innocenza infantile, crede in un mondo invisibile dove risiedono le idee più folli e i sogni più grandiosi. Scoprirà che le meraviglie sono a disposizione di chi si fida del proprio intuito e della propria immaginazione.
Poi ci sono i curiosistani, gli abitanti di un paese immaginario chiamato Curiosistan e si presentano nel mondo del Cercatore per attivare la sua immaginazione. Una figura autoritaria, il signor Microcosmos è il leader del gruppo. Un tipo serio, incarnazione del progresso tecnologico; il suo mondo è solido, rappresentato dal treno a vapore e dalle strutture edilizie massicce: la Torre Eiffel e il Grand Palais. Quindi c’è Nico l’uomo fisarmonica che ha un costume che gli permette grande flessibilità nei movimenti, può diventare molto piccolo oppure altissimo, arrivando a guardare tutti negli occhi. C’è poi Klara che ha un linguaggio tutto suo e incarna l’ossessione per le telecomunicazioni che l’uomo aveva durante l’età d’oro delle ferrovie, quando furono inventati il telegrafo e il grammofono.
Poiché c’è così tanto lavoro da fare prima che il suo sogno diventi realtà, il Cercatore si circonda di una brigata di assistenti tra cui Kurios Winch e Kurios Plunger, due bizzarri robot costruiti con scarti e parti riciclate dallo stesso Cercatore. Sono creature imperfette e disfunzionali, hanno un forte odore di metallo e pelle e l’immaginazione sfrenata del loro inventore.
Diviso in due tempi, con un intervallo di 25 minuti, lo show mette in scena spettacolari performance. Tra queste un incredibile numero di acrobazia: un uomo forte e una bambola dal viso di porcellana, risvegliati da una scarica elettrica, emergono dal loro carillon e prendono vita. I due artisti si arrampicano in cima a un apparato posizionato a quasi 4 metri da terra. Poi c’è un altro eccezionale numero acrobatico in cui una ragazza salta sulla sua bicicletta sospesa a mezz’aria e, sfidando la forza di gravità, assume, una dopo l’altra, pose plastiche: sul manubrio o sulla ruota, tenendosi solo con un piede o con un braccio. Si accomoda persino sul sellino, mani sul manubrio e piedi sui pedali, ma lei e la sua bici sono a testa in giù.
Non manca il numero di contorsionismo con quattro creature degli abissi, che incarnano anguille elettriche all’interno della camera delle meraviglie del Cercatore, prendono vita in questa performance di contorsionismo sorprendente, veloce e fluida. Le artiste che eseguono questo numero danno vita una serie di incredibili piramidi e fantastiche figure a un ritmo sorprendente. Non manca poi il mimo che gestisce un circo in miniatura con artisti invisibili. Dall’altalena ai tuffi dall’alto, passando per il monociclo su una corda tesa, gli spettacoli si materializzano tutti nella mente dello spettatore grazie alla pura potenza degli effetti visivi e sonori: un cenno poetico e comico alle tradizionali arti circensi.
I numeri si susseguono tra lo stupore e la meraviglia del pubblico fino all’epilogo quando un gruppo di 13 artisti esegue sequenze spettacolari di acrobazie perfettamente sincronizzate e piramidi umane che mettono in mostra l’incredibile agilità del corpo. Oltre a stare in piedi in tre o quattro, ognuno sulle spalle dell’altro, gli artisti si librano nell’aria dove fanno evoluzioni e si incrociano su tre livelli, a terra, invece, si spostano su un monolite posizionato al centro del palco, e tra il pubblico.
AGI – Nell’inverno appena concluso, secondo il Joint Research Centre (Centro Comune di Ricerca) della Commissione Europea, la neve sulle Alpi è stata il 30% in meno rispetto al 2022 quando, alla fine di febbraio, il deficit sulla media era già del 67%. Non solo: mentre lo scorso anno, la carenza di neve era maggiormente evidente nel Nord Ovest, ora la scarsità di risorsa colpisce tutto il versante italiano dell’arco alpino. La quantità di neve caduta sulle Alpi, fino a fine febbraio, è stimabile in 2,9 miliardi di metri cubi, a fronte di una media storica di 8,7 mld di mc e dei 4 miliardi di metri cubi presenti nello stesso periodo del 2022.
A renderlo noto è il report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, che segnala anche come lo scioglimento della poca neve sui rilievi stia comunque provocando un innalzamento dei livelli dei grandi bacini naturali del Nord Italia, a eccezione del più grande: il lago di Garda, il cui riempimento non riesce a raggiungere il 40%, continuando a sfiorare il minimo storico (Verbano al 44% e Sebino al 18,6% restano sotto media, mentre il Lario al 22,4% si regolarizza).
La situazione nelle principali regioni
In Valle d’Aosta, a causa delle alte temperature (a Nus, Les Illes, a 534 metri di altitudine si sono sfiorati i 20 gradi) e dell’assenza di precipitazioni, il manto nevoso si è ridotto notevolmente rispetto alla scorsa settimana: meno centimetri 16 sulla fascia occidentale, meno 13 su quella centrale, meno 37 su quella orientale. Ciò nonostante, calano sia la Dora Baltea che il torrente Lys. Anche sulle Alpi del Piemonte la neve va riducendosi velocemente, ma pure qui non crescono le portate dei fiumi con l’unica eccezione della Stura di Demonte.
In Lombardia, il fiume Adda continua a decrescere da 3 mesi e si attesta stabilmente ai livelli del 2022; calano anche Serio ed Oglio, mentre cresce il Mincio, nonostante la ridotta portata erogata dal lago di Garda. Cronico è ormai il deficit delle riserve idriche regionali: sui rilievi rimangono meno di 790 milioni di metri cubi (-69,1% rispetto alla media, nonche’ il 18,2% in meno rispetto al minimo storico). Nel complesso, la quantità di risorsa idrica stoccata è inferiore del 60,2% rispetto alla media, ma addirittura del 6,2% rispetto al critico 2022.
“L’anno scorso, a fine maggio, la neve era già sciolta in tutta la regione, azzerando un’importante riserva idrica; quest’anno sarà ancora peggio – ammonisce Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) -. La situazione è comune a tutta l’Italia settentrionale e per questo sollecitiamo l’operativita’ delle recenti scelte del Governo: è urgente un’autorità nazionale che dirima, nel rispetto delle norme di legge, inevitabili contrasti sull’uso della risorsa idrica. A rischio c’è la coesione sociale del Paese”.
In Liguria c’è da registrare il brusco calo dei fiumi Entella (meno 44 centimetri ) e Vara (meno 39), mentre Magra ed Argentina decrescono moderatamente. È crisi idrica anche a Nord-Est: in Veneto, il fiume Adige, pur in leggera crescita, rimane oltre 4 metri sotto lo zero idrometrico; decrescenti e inferiori agli anni precedenti sono i livelli di Livenza, Bacchiglione e Brenta; in Friuli Venezia Giulia, portata sostanzialmente invariata per il fiume Cellina, mentre calano Fella, Tagliamento e Cornappo, scendendo a livelli inferiori anche all’anno scorso.
In Emilia-Romagna, crescono i livelli dei fiumi Savio, Secchia, Enza e Trebbia, mentre cala il Reno; i corsi d’acqua appenninici registrano portate inferiori alle medie storiche, ma superiori al 2022. Nonostante un lieve aumento di portata nel tratto piemontese, continua il declino del fiume Po, che in Lombardia ed Emilia (unica eccezione, Boretto) si ritrova ampiamente sotto i valori minimi storici (a Piacenza ed a Pontelagoscuro mancano oltre 130 metri cubi al secondo).
La Toscana, che ha potuto beneficiare di apporti meteorici localmente intensi (soprattutto nel Grossetano, sulla costa massese e livornese, nonche’ sulla fascia settentrionale) vede crescere le portate dei fiumi, tra i quali spiccano l’Arno (+ 90 metri cubi al secondo), l’Ombrone, che quadruplica la portata e la Sieve, che la raddoppia. Nelle Marche calano le portate dei fiumi Tronto, Potenza e Nera, mentre resta stabile sui livelli della settimana scorsa l’Esino; in crescita il Sentino. Continuano ad aumentare i volumi d’acqua stoccati negli invasi.
In Umbria si registra un modesto accrescimento dell’altezza idrometrica del lago Trasimeno, mentre i fiumi Nera e Chiascio hanno livelli assai inferiori alla media storica ed a quelli degli anni recenti (2022 compreso). Nel Lazio, su Roma le precipitazioni dal 1 gennaio 2023 (mm.114) sono pressoché’ dimezzate rispetto all’analoga media dello scorso decennio (mm.220).
Il livello del lago di Bracciano è inferiore allo scorso anno, condizionato dalle scarse precipitazioni (tra gennaio 2022 e marzo 2023 sono caduti 777 millimetri di pioggia); chiarificatore della contingenza in essere è il confronto con due recenti annate siccitose: nello stesso periodo dell’annata 2016-2017 piovvero 926 millimetri, mentre in quello 2011-2012 i millimetri di pioggia furono 972. La quota del lago di Nemi attualmente si attesta a 29 centimetri sullo zero idrometrico; nello stesso periodo del 2021 aveva un’altezza di m.1,13.
La portata del fiume Tevere a Roma (mc/s107,98) è in media con le annate precedenti, mentre è deficitaria la portata dell’Aniene, la cui media storica è quasi doppia rispetto ai valori attuali; calano anche i livelli di Sacco e Liri. A testimoniare l’importanza degli invasi è il bacino della diga dell’Elvella, al confine tra Lazio e Toscana: l’altezza dell’acqua trattenuta è oggi di 378 metri sul livello del mare; l’anno scorso era ben 6 metri più basso (m.372,09).
In Molise, nonostante una timida crescita, restano bassi i livelli del fiume Volturno, che continua a calare anche in Campania, così come Sele e Garigliano. In Basilicata e in Puglia, le alte temperature stanno già costringendo a irrigare i campi; lo si deduce dal calo dei volumi idrici trattenuti negli invasi: meno 2 milioni di metri cubi in Lucania, mentre in Puglia lo scarto negativo raggiunge i 3 milioni e mezzo. Resta comunque positivo il confronto tra le riserve idriche di quest’anno e quelle del 2022, anno gia’ idricamente favorevole per le due regioni.
Migliora la condizione del bacino della diga di monte Marello sul fiume Angitola in Calabria: in un mese, l’acqua invasata e’ cresciuta di quasi 2 milioni di metri cubi, toccando il valore più alto in recenti annate (mln. mc. 9,89). Infine le dighe siciliane che, nonostante il notevole incremento registrato nell’ultimo mese (oltre 47 milioni di metri cubi) a causa di forti precipitazioni, restano fortemente deficitarie rispetto alla media degli scorsi 13 anni (meno 19,31%).
AGI – Il presidente della Qatar Islamic Bank, lo sceicco Jassim Bin Hamad Al Thani, e il miliardario britannico Jim Ratcliffe avrebbero presentato una seconda offerta per acquistare il club inglese del Manchester United, dopo aver ottenuto una proroga dal gruppo Rane che si sta occupando della cessione rispetto alla deadline delle ore 21 di ieri sera. “Possiamo confermare che la nostra offerta è stata presentata”, ha detto ad Afp una fonte vicina allo sceicco Jassim, senza fornire altri dettagli.
A novembre dello scorso anno la famiglia statunitense dei Glazer, proprietaria del ricco club tra i più titolati della Premier League, ha messo in vendita la società. Una prima asta, a metà febbraio, si era rivelata insoddisfacente per i proprietari, che puntano ad incassare quasi 7 miliardi di euro, mentre le prime proposte sarebbero state vicine ai 5 miliardi.
La stampa inglese riporta anche che a questa seconda tornata di aste avrebbe partecipato anche Ratcliffe, proprietario del gruppo petrolchimico Ineos e di diverse squadre di calcio, tra cui l’Ogc Nice in Francia.
AGI – “L’Italia farà sentire la sua voce e molto forte”. La premier Meloni si appresta a mettere sul tavolo della riunione del Consiglio europeo, che riguarderà soprattutto i temi dell’economia, le battaglie che sta portando avanti. Dalla conferma di un sostegno senza se e senza ma a Kiev alla necessità che l’Europa si faccia carico del problema dell’immigrazione. L’obiettivo è far sì che le istituzioni comunitarie prendano un impegno concreto, con delle tempistiche certe, per evitare che il nostro Paese sia ancora una volta lasciata solo e diventi “il campo profughi d’Europa”.
Prima di volare a Bruxelles il capo dell’esecutivo ha tessuto una tela, sentendo innanzitutto più volte la presidente della Commissione von der Leyen. È lei – rimarca un ministro – l’interlocutrice che deve spingere gli altri Paesi a fare in modo che ci sia un cambio di passo. Meloni ha sentito il Cancelliere tedesco Scholz, il primo ministro greco Mitsotakis e il primo ministro polacco Morawiecki.
La convinzione del governo è che, anche grazie alla sponda dei Paesi che affacciano sul Mediterraneo, si possano ottenere dei risultati. La premier prima al Senato e poi alla Camera è tornata a ribadire la strategia del governo. A palazzo Madama sono arrivati i distinguo del capogruppo della Lega Romeo, a Montecitorio non erano presenti – poi sono arrivati i ministri Valditara e Calderoli – i rappresentanti del partito di via Bellerio al governo.
Assenze rimarcate dall’opposizione ma sono stati proprio gli ‘ex lumbard’, il presidente dei deputati Molinari in primis, a sottolineare che non c’è alcun problema politico. Salvini ha fatto sapere di non volere smarcamenti e lo stesso Berlusconi, parlando con i suoi, ha rimarcato quanto sia stata efficace la premier a palazzo Madama. Restano i dubbi negli alleati di FdI, soprattutto in caso di una escalation militare e qualora ci dovesse essere un nuovo invio di armi, ma c’e’ sponda piena al capo dell’esecutivo: “La maggioranza è compatta”, dice il capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio, Foti.
L’Italia, che ho l’onore di rappresentare nel Consiglio europeo, ha oggi tutte le carte in regola per recitare un ruolo da protagonista e non da comprimaria. È ciò che intendiamo fare, forti della nostra storia e collocazione geostrategica, del nostro Governo e delle nostre idee. pic.twitter.com/qwvEXBHlUw
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni)
March 21, 2023
Meloni ha alzato il tiro nei confronti di chi, a suo dire, fa campagna elettorale sull’Ucraina. Fermarsi? “Bisognerebbe dirlo a Putin. Non si può consentire l’invasione dell’Ucraina. Se noi ci fermiamo la consentiamo. Pensate che a qualcuno piace la guerra? La situazione è più complessa di quanto dice la propaganda”, ha detto rivolgendosi al Movimento 5 stelle.
La premier ha voluto ascoltare l’intervento del presidente pentastellato Conte prima di lasciare Montecitorio e dirigersi, insieme agli altri ministri, al Quirinale per l’appuntamento solito che precede una riunione del Consiglio europeo di Bruxelles. “Il vostro è un patriottismo d’accatto”, l’affondo dell’ex premier, “lei la faccia ce la mette ma e’ una faccia di bronzo”. Meloni ha attaccato anche sul fronte dell’immigrazione. Rivolgendosi questa volta al Pd e a chi, a suo dire, racconta menzogne sulla tragedia di Cutro.
“Si continua a dire che il governo non avrebbe salvato queste persone perché non aveva la volontà” di farlo, “si continua a insinuare questo dubbio senza avere elementi, non si stabilisce a monte il colpevole“. “Ci sono stati riferimenti abbastanza avvilenti e molte falsità”, l’accusa. “Si tratta – ha argomentato – di una calunnia nei confronti non del governo ma dello Stato italiano e dell’intero sistema”, “una mancanza di rispetto” verso chi ogni giorno si impegna per salvare persone in mare.
“Noi stiamo facendo un enorme sforzo. Siamo il governo che ha salvato più persone“, ha sottolineato Meloni, “stiamo lavorando per bloccare le partenze illegali, anche con una missione Ue, e allo stesso tempo puntiamo sull’immigrazione legale con il decreto flussi. Basta con il ‘liberi tutti’ che è stato favorito in questi anni”.
E ancora: “Le nostre norme piu’ stringenti sulla protezione speciale non sono una violazione delle norme internazionali. Bisogna aiutare la Tunisia a evitare un default finanziario che ci consegnerebbe centinaia di migliaia di persone”. Barra dritta anche sul Mes (in Commissione Affari esteri e’ stato rinviato il voto sulla proposta di legge del Pd per ratificarlo): “Non è una Banca centrale“, è uno strumento che puo’ servire se indirizzato alla politica industriale, “non è un totem“.
Così come sulla direttiva Ue sulle auto green e sullo stop su diesel e benzina: “Siamo d’accordo sugli obiettivi che l’Europa si dà sulla transizione verde, quello su cui non siamo d’accordo è che l’Europa debba dirci anche quali devono essere le tecnologie” di cui servirsi, “il punto è non devastare il nostro sistema produttivo”. La proposta di revisione del patto di stabilita’? “La miglioreremo”. Il superbonus? “Ha aiutato le banche a lucrare”.
Sono cadute le accuse di violenza domestica nei confronti di Justin Roiland, creatore della famosa serie animata Rick and Morty. Lo ha comunicato Kimberly Edds, avvocato portavoce del distretto di polizia di Orange County:
Abbiamo lasciato decadere le accuse in assenza di prove che possano testimoniare la responsabilità dell’indiziato oltre ogni ragionevole dubbio.
justice pic.twitter.com/1q9M4GA6MV
— Justin Roiland (@JustinRoiland) March 22, 2023
Justin Roiland ha così commentato la notizia tramite i propri canali social:
Sono grato che il caso sia stato chiuso. Sono profondamente scosso da tutte le orribili falsità che sono state raccontate sul mio conto nel corso di questo processo. Soprattutto sono deluso dal fatto che così tante persone si siano impegnate nel giudicarmi senza conoscere i fatti, basandosi esclusivamente sulle parole di una ex rimasta amareggiata da trascorsi e intenzionata a rovinarmi.
Il creatore di Rick and Morty e del recente videogioco High on Life ha inoltre specificato che in seguito alla chiusura del processo tornerà finalmente a concentrarsi creativamente sui prossimi progetti. Sembrerebbe però, come riportato da Hollywood Reporter, che le montagne russe per Roiland non abbiano finito il giro; starebbero emergendo infatti testimonianze relative a molestie sessuali di tipo testuale verificatesi alcuni anni fa durante la sua collaborazione con Cartoon Network. Tutte informazioni però da prendere con la dovuta cautela.
Le parole dell’avvocato di Roiland, Edward Welbourn:
Per essere chiari, non solo Justin Roiland è innocente ma la chiusura del caso arriva in seguito a una completa revisione dei fatti da parte degli avvocati del distretto di Orange County. Siamo fiduciosi che la sentenza possa ripulire il nome di Justin e aiutarlo a guardare oltre.
Ricordiamo che a gennaio 2023, in seguito all’annuncio pubblico delle accuse, sia Adult Swim che Hulu hanno tagliato i rapporti con Justin Roiland andando a minare fortemente la carriera professionale del creatore di Rick and Morty, licenziatosi a sua volta da Squanch Games, studio di sviluppo della recente hit apparsa su Xbox e PC High on Life.
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AGI – Le consegne di armi straniere a Kiev ci avvicinano a un conflitto nucleare. Lo ha affermato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev in un’intervista ai principali media russi, tra cui ria Novosti.
“Ogni giorno di consegne di armi straniere all’Ucraina alla fine avvicina questa stessa apocalisse nucleare”, ha detto Medvedev “La minaccia di un conflitto nucleare è passata? No, non è passata, è aumentata”, ha spiegato.
“Il desiderio dell’Occidente – continua – è molto semplice: destabilizzare la situazione politica, dividere il Paese in parti, abbastanza grandi, negoziare con ognuna di queste parti, denuclearizzarla e smilitarizzarla“. Secondo Medvedev, tali pezzi avrebbero poi anche “la possibilità di entrare a far parte della Nato, soprattutto in termini di divisione della nostra ricchezza nazionale. L’Occidente non vuole alcuna partnership paritaria con noi, perché non ne ha bisogno. Capiscono solo il linguaggio della forza”.
A tutto ciò si aggiungono le parole del vice ministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Tass. “Il rischio di un conflitto nucleare è ora al suo livello più alto da decenni. Non vorrei entrare in una discussione se la probabilità di un conflitto nucleare sia alta oggi, ma certamente è più alta che in qualsiasi momento degli ultimi decenni, mettiamola così”.
AGI – La moda cambia e cambiano anche i suoi direttori creativi, forse perché la moda “sta per diventare un po’ meno divertente”? Più che una domanda, quella del New York Times è un’affermazione di fronte al nuovo cambio della guardia in una maison della moda globale: Jeremy Scott lascia infatti il suo incarico di direttore creativo di Moschino dopo un mandato lungo dieci anni che ha di sicuro “ringiovanito il marchio utilizzandolo come veicolo per prendere in giro il consumismo e contemporaneamente celebrarlo in acrobazie visive fatte su misura per l’era di Instagram”, sottolinea il giornale, che non manca di evidenziare come l’uscita segua solo di qualche mese quella di Alessandro Michele da Gucci, altro fantasioso ed estroverso stilista che ha contribuito non poco a rinfrescare il marchio, anche con una serie di singolari passerelle-evento.
Al momento Moschino non ha ancora designato il successore di Scott, ma di certo “il cambio rimodellerà ulteriormente il mondo della moda italiana, dove l’abilità di Scott di iniettare una sorta di ironico umorismo pop postmoderno negli abiti ha catapultato Moschino verso una sua nuova rilevanza”, annota il quotidiano americano sempre attento alle uscite e alle entrate nel settore, in quanto il marchio è diventato uno dei preferiti di celebrità come Miley Cyrus, che una volta ha vestito un abito T-shirt Moschino con la scritta “Non avevo niente da mettermi, quindi ho indossato questo abito Moschino” e Katy Perry, “che ha indossato invece un lampadario Moschino al Met Gala 2019”.
Nel ripercorrere la carriera dello stilista, il New York Times mette in evidenza come quasi da subito Jeremy Scott abbia “con il suo gioco di parole abbia attirato una generazione cresciuta sui social media” al punto da segnare “un boom di vendite, almeno fino allo scorso anno” quando nel 2022 Aeffe — il gruppo che detiene anche i marchi Alberta Ferretti, Philosophy di Lorenzo Serafini e Pollini — “ha registrato una perdita di 9 milioni di euro (circa 10 milioni di dollari) su ricavi per 352 milioni di euro (circa 377 milioni di dollari)”, in particolare a causa “delle complicazioni del mercato in Cina”.
Tuttavia, secondo il quotidiano Usa, quel che non è chiaro è se il mandato di Scott a Moschino “sia terminato a causa di un cambiamento nell’umore generale nel settore, che si sta allontanando dal brusio teatrale dei social verso l’atemporalità nel mentre le vendite di marchi di lusso classici tra cui Chanel e Hermès salgono” oppure se, come si dice in giro “un decennio è semplicemente sufficientemente lungo perché un singolo direttore creativo possa dirigere una casa di moda”.
Massimo Ferretti, presidente di Aeffe, il gruppo che possiede Moschino, in una dichiarazione ha ringraziato Scott per “aver inaugurato una visione distinta e gioiosa che farà per sempre parte della storia di Moschino”.