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Sarà l’Europa il tema centrale dell’edizione 2019 del concerto del Primo Maggio. Ad annunciarlo, al tavolo della conferenza stampa di presentazione di quella che sarà la ventinovesima edizione del tradizionale concerto di piazza San Giovanni a Roma, i rappresentanti dei sindacati, che si dicono orgogliosi di sostenere ancora una volta l’evento.

“C’è chi mette in dubbio l’Unione Europea, – dice Anna Greco della Cisl – noi dobbiamo abbattere queste divisioni. Dobbiamo dare sostegno ai cittadini europei affinché ritrovino la dignità personale del lavoro”. Conferma da Antonio Ascenzi di Uil che dice “Riteniamo che l’Europa sia una necessità, specie considerato il deficit sociale e occupazionale”.

La parola poi passa alla Rai che, tramite la terza rete, trasmetterà l’evento in diretta dalle 15 a mezzanotte; a parlare Giovanni Anversa, vice direttore di Rai 3 “Concertone grande fatto di comunicazione sociale, comunicazione che unisce e non divide. Racconteremo quello che accade nel panorama musicale e per noi rappresenta una grande occasione per fare servizio pubblico. In un paese sfilacciato, il primo maggio è una grande occasione per riflettere e fare festa”.

Invitata al tavolo dell’organizzazione, come ogni anno, anche la Siae e a rappresentarla il presidente Mogol, che ne approfitta per una riflessione accurata circa la direttiva europea relativa ai diritti da addebitare alle grandi piattaforme digitali che lavorano con la musica “La Siae, fondata da Verdi e De Amicis 137 anni fa, serve a proteggere il lavoro di chi fa cultura, perché senza Siae non avrebbe possibilità di campare. Sta accadendo una cosa nefasta: la direttiva europea dice che tutti devono pagare la Siae comprese le grandi piattaforme digitali, ma il governo ha votato contro, insieme ad altri paesi minori. Una cosa incredibile, ed io mi domando perché? Perché negare il diritto a circa ventimila giovani, che percepiscono meno di mille euro al mese, di guadagnare dal loro lavoro”, passando poi ad avanzare delle accuse pesanti “Ci sono delle lobby, armate di milioni di euro e che hanno usato persino minacce, perché la direttiva non fosse approvata” e poi a pretendere risposte precise dal governo “L’86% degli italiani è favorevole, perché il governo ha votato contro?

Questo “perché” merita una risposta. Perché secondo loro chi lavora per la cultura non ha diritto ad un compenso?”. Chiusa la parentesi politica la discussione passa sul cast, a parlare anche Massimo Martelli, capo progetto e autore del Concertone, che annuncia la presenza sul palco di Ilaria Cucchi per un discorso alla piazza e un’incursione a sorpresa di Mara Venier “Rappresento il punto di contatto tra Sanremo e il Primo Maggio. Ne ho fatti due di Fazio e i due di Baglioni, non credo farò il prossimo”, facendo intendere, ma è ormai un segreto di pulcinella nell’ambiente, che l’ipotesi di un Baglioni tris è definitivamente naufragata.

Parola poi ai conduttori, Lodo Guenzi evidenzia la qualità della scelta del cast artistico, sottolineando che le realtà musicali chiamate in causa “non sono emergenti, non sono nuovi. Sono quelli che riempiono i palasport di questo paese. Lo hanno fatto inventandosi un mercato, ribaltando un modello produttivo, sfruttando internet per andare incontro al pubblico. Molti sono cresciuti con me nei club più piccoli di questo paese, per questo mi fa piacere esserci”.

Ambra Angiolini invece, stuzzicata sulla polemica relativa alla ristretta presenza femminile nel cast artistico del concerto, risponde “Rispetto all’importanza relativa a equità salariale o ruoli di una certa importanza, questa mi sembra una questione molto meno importante. Il primo maggio non è responsabile di quello che ancora non succede nella discografia, parliamo con le case discografiche, se oggi grazie al Primo Maggio abbiamo rilevato un problema, l’anno prossimo cerchiamo di risolverlo”.