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(AGI) – Shanghai, 21 apr. – Città intelligenti e sempre più in linea con i bisogni dei cittadini. Il tema delle smart cities e dei futuri possibili delle città italiane e cinesi è stato al centro della tavola rotonda sulla cooperazione scientifica e tecnologica bilaterale tra Italia e Cina, che si è tenuta all’inaugurazione della Fiera della Tecnologia di Shanghai, di cui Agi è media partner. A introdurre i lavori, è intervenuta Barbara Degani, sottosegretario all’Ambiente, che ha sottolineato come la partecipazione dell’Italia alla Fiera, in qualità di Paese ospite d’onore, “rappresenta un punto di partenza per le collaborazioni future” sui temi scientifici e tecnologici. “Il tema dell’urbanizzazione sostenibile e delle smart cities – ha commentato – fa parte della collaborazione tra Italia e Cina e riscontra l’interesse reciproco” dei due Paesi. 

“Il tema delle smart cities unisce Italia e Cina nella ricerca di un equilibrio tra uomo e territorio e nelle sfide per il futuro e affonda le radici nel passato”, ha spiegato il direttore generale per la Promozione del Sistema Paese, Vincenzo De Luca, prendendo a esempio le città italiane di epoca rinascimentale e quelle cinesi dei secoli delle dinastie Ming e Qing, contemporanee del nostro Rinascimento. In maniera diversa, ha poi continuato De Luca, il tema delle smart cities è stato affrontato dalle ultime due edizioni dell’Esposizione Universale, a Shanghai nel 2010 – dal tema “Better city, better life” – e a Milano lo scorso anno. La declinazione del concetto di sostenibilità, in Italia, ha poi aggiunto, attraversa i campi più svariati: dall’edilizia, con lo sviluppo di materiali sostenibili, e fino alla sanità e al welfare, dove il concetto di sostenibilità è presente. “Italia e Cina possono aprire un nuovo capitolo delle relazioni bilaterali nel campo della sostenibilità”, ha poi concluso De Luca, a patto di trovare “politiche che affrontino obiettivi chiari di sostenibilità”. 

Andrea Matta, presidente dell’Associazione Professori Italiani in Cina Orientale e docente di Ingegneria Industriale presso la Jiao Tong University di Shanghai, ha poi presentato alcune caratteristiche delle smart cities, che devono avere tra i punti in comune, l’automatizzazione di quei processi necessari alla vita dei cittadini ma che sottraggono tempo ed energie, per lasciare maggiore spazio alla sfera personale. “Per riuscirci, però, occorrono tecnologie e ricerca” e l’interconnessione delle tecnologie nelle città smart richiede “che si verifichino diverse congiunzioni perché tutto funzioni”. 

Luigi Ambrosio, direttore del Dipartimento di Progettazione Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche, si è poi soffermato sulle implicazioni di una corretta applicazione del concetto di smart cities, che permetta di “sviluppare sistemi in cui sia le aziende che gli enti di ricerca o le università rientrino in un sistema in cui i processi di ricerca si possono applicare più velocemente, in tutti i campi, dall’automazione alla salute”. Nelle declinazioni già presenti di tecnologie funzionali al concetto di smart cities, rientrano poi quelle mediche, come l’imaging diagnostico, presentato da Fulvio Uggeri, di Bracco. “Diagnosi precoce vuole dire vita”, ha concluso Uggeri, Head of Operations, Supply Chain & Technologies Global Business Unit Imaging del gruppo farmaceutico italiano. (AGI)