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Possiamo disquisire all’infinito su quale sia il migliore capitolo di Resident Evil, ma indipendentemente dai gusti la verità è che a oggi di survival horror come Resident Evil 2 non se ne sono più visti. Capcom ci aveva provato con Resident Evil 6 a proporre qualcosa di vagamente simile, per lo meno in termini di quantità di contenuti, ma il risultato non è stato dei più soddisfacenti (a livello qualitativo intendiamo, dal momento che le vendite in realtà dicono il contrario).

Resident Evil 2 non solo ci ha regalato due dei personaggi più amati della serie di Resident Evil, Leon e Claire, ma ci ha permesso anche di vivere due delle storie più affascinanti ed emozionanti grazie al sistema di intreccio che portava il giocatore a dover terminare il gioco quattro volte con quattro diverse campagne, ognuna diversa dall’altra. Senza dimenticare la quinta con il personaggio di Hunk (o sesta, se contiamo Tofu).

E come dimenticare poi delle varie location del gioco, a partire dalle strade di Racoon City fino ad arrivare alla leggendaria stazione di polizia, che ci avrebbe permesso di raggiungere le fogne e infine il laboratorio segreto della malefica Umbrella?

Lo ribadiamo ancora una volta, perchè è necessario: nessun altro gioco ha mai replicato l’esperienza di Resident Evil 2. Ed è proprio con questa premessa che potete immaginare quanto pericoloso e rischioso sia stato per Capcom annunciare il remake di un gioco di tale entità.

Per Capcom non è stata certamente la prima volta: il remake del primo Resident Evil su Gamecube (poi approdato anche su PlayStation 4 e Xbox One) fu eccelso, ma considerata la direzione “Action/Shooter” che aveva preso la serie dal quarto capitolo in poi il futuro della serie non poteva non preoccupare i fan. Fortunatamente Capcom ha riacquistato la loro fiducia grazie a Resident Evil VII che, nonostante alcuni cambiamenti importanti come l’introduzione della visuale in prima persona, era riuscita nell’intento di ridare lustro al brand, proponendo uno dei migliori survival horror di questa generazione. Il momento quindi è stato propizio e, finalmente, Capcom ha svelato durante la conferenza Sony il suo Resident Evil 2 Remake che oggi siamo qui a raccontarvi.

La demo che abbiamo provato, della durata di 20 minuti, ci ha messo nei panni di Leon dopo aver finalmente raggiunto la celebre stazione di polizia. La prima cosa che tutti noteranno o avranno già notato durante il trailer della conferenza Sony, è che il volto di Leon è leggermente differente da quello a cui la serie ci ha abituato sino ad oggi. Immaginiamo che non a tutti possa piacere, noi stessi inizialmente eravamo un po’ straniti nell’impersonare questa nuova versione del famoso poliziotto di Racoon City, ma vi possiamo assicurare che – almeno così è stato per noi – ci si abitua molto in fretta e una volta immersi nell’atmosfera e nel mood del gioco non ci farete più caso.

Iniziando a muovere i primi passi, per prendere confidenza con i controlli, e cominciando a esplorare la hall principale, è possibile notare una delle principali caratteristiche di questo Resident Evil 2 Remake, ovvero il Paradosso del gatto di Schrödinger. Perchè quello che vediamo in questo rifacimento è e non è Resident Evil 2 allo stesso tempo. Nel caso della stazione di polizia, per intenderci, è impossibile non riconoscerla appena la si osserva, ma è anche vero che molti degli elementi dello scenario che la compongono sono profondamente cambiati: oggetti accatastati e buttati alla rinfusa, nuove statue con oggetti da incastonare, possibilità di accedere subito al secondo piano e così via. Tutti piccoli dettagli che fanno capire da subito ai veterani del gioco originale questo non è lo stesso Resident Evil 2 che conoscevano e, pertanto, va approcciato in maniera completamente nuova.

Vi ricordate cosa dovevate fare appena entrati nella stazione? Bisognava raggiungere Marvin, il poliziotto simile a Will Smith, che in fin di vita vi avrebbe dato la prima delle tante chiavi che permettevano di accedere alle nuove stanze dell’edificio. Anche qui la prima cosa da fare sarà quella di incontrare Marvin, ma il percorso e le modalità per raggiungerlo saranno completamente diverse. Affronteremo infatti oscuri corridoi equipaggiati solo di una torcia (che accenderà automaticamente Leon a seconda del grado di oscurità dei vari ambienti) e di una pistola, con pochissime munizioni. Sarà possibile raccogliere i classici oggetti come munizioni ed erbe medicinali, segnalati con un’apposita icona che sostituisce il vecchio luccichio del capitolo originale, ma sarà bene stare incredibilmente attenti a non abusarne e a non esaurire in fretta le risorse, perchè questa volta un proiettile potrebbe fare tutta la differenza del mondo.

I primi zombie che incontreremo saranno facilmente abbattibili grazie alla visuale in “seconda persona” ripresa interamente da Resident Evil 4, che permette di mirare in totale libertà qualsiasi parte del corpo, in particolar modo la testa che, come sempre, rimane il punto debole principale dei non morti. Ve lo diciamo subito, non utilizzate la tecnica zig zag per schivarli perchè in tal senso gli zombie sono diventati molto più aggressivi e sarà facile per loro acciuffarvi e a stamparvi un bel morso sul collo (con una zoom di telecamera davvero d’impatto). Lungo la nostra esplorazione, sarà poi possibile trovare anche altri oggetti totalmente inediti come della polvere da sparo, che immaginiamo sarà utilizzata per la fabbricazione di munizioni come accadeva in Resident Evil 3, o delle assi di legno, utili per fissarle alle finestre ed impedire agli zombie di sfondarle ed entrare.

Ovviamente, come da tradizione, l’inventario sarà notevolmente limitato ad un massimo di 8 oggetti e, per supportare questo limite, ritorneranno le celebri casse dove depositare gli utensili di cui non avrete per il momento bisogno. Preparatevi dunque a un sacco di backtracking per recuperare tutti gli oggetti di volta in volta, anche se fortunatamente è stata introdotta la possibilità di combinare gli oggetti al volo ogni volta che si raccolgono, comodo soprattutto quando si ha a che fare con le erbe (vi ricordate vero? Rosse, verdi e blu). E se ve lo state chiedendo, allora sì, sappiate che torneranno le macchine da scrivere per salvare (ma niente nastri d’inchiostro stavolta).

Non dimentichiamoci ovviamente anche gli enigmi, che qui saranno presenti in quantità maggiore rispetto all’originale e completamente diversi da quelli che potevate ricordare, ad eccezione forse dei più iconici, la cui soluzione sarà comunque differente.

La demo purtroppo si interrompe in uno dei momenti più famosi del gioco, ovvero poco prima dell’incontro con il Licker, che abbiamo potuto solo intravedere attraverso una finestra.

resident evil 2 remake provato
Resident Evil 2 Remake è senza ogni sorta di dubbio, uno dei giochi più belli presentati a questo E3 e, non solo, rappresenta con ogni probabilità uno dei migliori concetti di “remake” mai proposti nella storia dei videogiochi. La perfetta via di mezzo tra vecchio e nuovo sarà capace di soddisfare praticamente tutti. Riuscire a rispettare l’opera originale permettendo di affrontarla in un modo totalmente inedito sarà la chiave del successo di questo Resident Evil 2 Remake. Per quanto ci sforziamo, è impossibile pensare a come Capcom avrebbe potuto fare di meglio. Certo, parliamo solo di 20 minuti e, soprattutto, abbiamo potuto analizzare solo la campagna di Leon e non quella di Claire, ma resta il fatto che Capcom ha centrato completamente il segno. Ma volete una notizia ancora migliore? Il gioco arriverà presto, anzi prestissimo: il 25 gennaio 2019 e noi non vediamo letteralmente l’ora. Fatevi trovare pronti: Resident Evil 2 sta per tornare!

L’articolo E3 2018: Resident Evil 2 Remake – Provato proviene da GameSource.