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Cosa hanno in comune il massacro libero, i bagni di sangue e Shakespeare? Apparentemente nulla, nonostante molte opere del Bardo inglese prevedano ammazzamenti di vario genere, ma per Frima Studio sembra esserci un legame, legame che il piccolo team di sviluppo ha deciso di riassumere in un videogioco dal nome tutt’altro che eloquente: Talent Not Included, un platform che non stupisce quanto l’opera prima, Chariot, ma si rivela un divertissement piacevole.

Zordok, Derp e Kevin sono tre mostri, le cui passioni sono i già citati massacri, sangue a litri e le opere teatrali di William Shakespeare. Complice la serata noiosa nella bislacca città di Nothatmuchfurther, i tre decidono di unire le loro passioni mettendo in piedi un vero e proprio spettacolo teatrale, aiutati dal demone Zot che gli fornirà i protagonisti: il cavaliere Cècile, l’avventuriera Bonnie e il mago Gundelf, eroi che interpreteranno le temibili prove messe in piedi dai demoni per il puro gusto di apprezzare una tragedia fuori dal comune.

Passando dalle parole ai fatti, Talent Not Included si basa su meccaniche platform pure, basate su salti precisi e movimenti rapidi per non restare invischiati nella morsa dei nemici o dei pericoli disseminati per i livelli, suddivisi in piccoli percorsi alternati. Altra meccanica fondamentale è la raccolta delle caramelle, sparse in ogni dove e che, una volta raccolte, attiveranno un moltiplicatore di punti, fino a 5x, elemento importantissimo ai fini della nostra valutazione complessiva: alla fine di ogni livello, infatti, la nostra performance verrà giudicata in base al nostro punteggio, il quale ci farà guadagnare una maschera di bronzo, d’argento o d’oro in modo non dissimile da quanto accade in altri giochi di abilità.

Questa meccanica da sola riesce a rendere il gioco una sfida decisamente sfiziosa, soprattutto per gli amanti del completismo, mostrando un lavoro di game design molto solido e intelligente nonostante l’assoluta mancanza di innovazione che però non pesa eccessivamente grazie alle soluzioni impiegate per rendere l’azione sempre dinamica e imprevedibile.

Talent Not Included

Una delle migliori, a nostro avviso, è quella di sfruttare l’ambiente teatrale a favore del gameplay, all’apparenza sempre uguale ma di fatto cangiante come accade nella realtà. Pensate ad esempio ai musical, con le loro scenografie mobili: in Talent Not Included i livelli stessi cambiano ogni qual volta si recupera una caramella gigante, che segna la fine del percorso.

Una volta recuperata, infatti, la struttura di gioco cambierà, a volte con cambiamenti minimi e altre in modo drastico, magari aggiungendo anche un timer e delle caramelle a scomparsa da recuperare il più presto possibile, costringendo il giocatore a essere sempre reattivo contro qualunque imprevisto, oltre a dotarsi di una buona memoria perché, ve lo assicuriamo, alcuni livelli richiederanno tempo ed esperienza per essere padroneggiati al meglio.

Se poi teniamo conto delle diverse caratteristiche e abilità dei vari interpreti, il gioco è letteralmente fatto: Cècile ci abituerà a essere un personaggio efficace in combattimento e in grado di tollerare diversi danni, al contrario di Gundelf che, a fronte di una resistenza problematica, sarà in grado di tele trasportarsi e usare magie per rendersi la vita un po’ più facile, mentre Bonnie può avvalersi di una capriola che le permette di passare indenne sezioni altrimenti mortali e una vitalità nella media.

Talent Not Included

Nonostante le belle parole, però, è impossibile non riconoscere al gioco una creatività e un design altalenante e non particolarmente memorabile: artisticamente parlando il gioco risulta un po’ anonimo e scevro di originalità, arrivando a toccare una certa monotonia che si sarebbe potuta evitare con un pizzico di attenzione ai dettagli e qualche rimaneggiamento, soprattutto per quanto riguarda le ambientazioni proposte, soltanto tre e che sanno ampiamente di già visto.

Le stesse conclusioni possono essere tratte sotto il profilo grafico e tecnico: il motore di gioco lavora molto bene, permettendo alle transizioni dei livelli di essere sempre fluide senza difficoltà, ma è pur vero che l’assenza di animazioni o idee particolari é un fattore determinante. Lo stesso dicasi per le musiche, adatte al tema e al periodo che si vuole rievocare, ma che difficilmente entreranno nella vostra playlist da cantare sotto la doccia.

Talent Not Included

Talent Not Included è un buon gioco, senza dubbio alcuno. Allo stesso modo, però, ciò rappresenta il principale punto negativo: la mancanza di originalità o un desiderio tangibile di osare danno al gioco un sapore agrodolce, che diverte ma non riesce davvero ad appassionare fino in fondo. Gli amanti del platform possono acquistarlo senza remore, ma l’idea che si potesse fare qualcosa di più resta nell’aria.