Ultime News
Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterEmail this to someone

"Faremo 15 modifiche alla piattaforma per limitare ulteriormente l'accesso dei dati. Finora non le ho elencate tutte perchè molte di esse sono difficili da spiegare": Mark Zuckerberg ha anticipato in un'intervista a Wired i suoi piani per limitare i danni del caso Cambridge Analytica, dopo aver chiesto scusa alla community degli utenti in un post pubblico nella serata di mercoledì 21

Il 34 enne amministratore delegato di Facebook ha spiegato come sia stato possibile che quei dati siano finiti nelle mani sbagliate: "Avevamo una visione idealistica, credevamo che il libero accesso ai dati avrebbe permesso la creazione di esperienze migliori per gli utenti". Zuckerberg si riferisce che al fatto che a tutti gli sviluppatori di software che implementassero nel loro servizio il Facebook Login, fino alla fine del 2014 era concesso il libero accesso ai dati degli utenti, e dei loro amici, senza autorizzazione degli interessati.

"La sensibilità degli utenti è cambiata. Indagine su tutte le app"

"Penso che le critiche ricevute dagli utenti, non solo in questo frangente ma negli ultimi anni, ci abbiano fatto capire che le persone oramai apprezzano più che ci sia meno accesso ai loro dati che avere esperienze social con i loro amici in altri posti". Facebook quindi ha deciso di cambiare il proprio modello, e ulteriori restrizioni all'accesso dei dati da parte di terzi e il loro criptaggio tra le possibili azioni anticipate da Zuckerberg.

Ma il cambiamento "non è sempre facile da attuare" perché si tratta di lavorare a dei "compromessi con i valori reali a cui le persone tengono. Quando pensiamo a problemi come le fake news, o i discorsi d'odio, si tratta sempre di un compromesso tra libertà di espressione e il diritto ad avere una comunità correttamente informata". Il libero e incontrollato accesso ai dati personali degli utenti, spiega Zuckerberg, è "uno dei più grossi errori che abbiamo fatto. Ed è per questo che la prima cosa che faremo adesso non è solo controllare le certificazioni ottenute dagli sviluppatori, ma dobbiamo fare un'indagine completa su ogni singola applicazione che ha lavorato (con i nostri dati) prima che cambiassimo le loro regole di utilizzo, e scaveremo a fondo ogni applicazione in odore di attività sospette". "Ci sono molte cose da esaminare. Quello che vogliamo assicurarci è che non ci siano altri casi come Cambridge Analytica".

"Cambridge Analytica potrebbe avere ancora quei dati. Parlerò al Congresso"

Difficile per Zuckerberg dire se i dati in possesso di Cambridge Analytica siano stati girati alla Internet Research Agency, l'agenzia russa accusata di aver interferito nella campagna elettorale americana e in quella per la Brexit: "Non posso escluderlo. Spero che riusciremo a capirlo dopo una loro audizione. Cambridge Analytica ci ha detto che non hanno avuto accesso ai dati grezzi di Facebook ma a dati derivati, che hanno ritenuto inutili e che dicono di aver cancellato. Ma che quello che hanno raccontato Il New York Times, il Guardian e Channel 4 ci suggeriscono che Cambridge Analytica ha ancora accesso a questi dati. E l'impressione è che sia vero".

Il commento: Qual è il partito politico italiano per cui ha lavorato Cambridge Analytica?

Zuckerberg ha inoltre aperto alla possibilità di testimoniare al Congresso Usa: "Se dovessi essere considerato la persona più informata su Facebook, sarò felice di farlo. Finora non l'abbiamo fatto è perché in azienda ci sono persone che come lavoro si occupano di risolvere queste questioni, e hanno informazioni molto dettagliate".

"Chiedo ai giornalisti di aiutarci a capire come migliorare il nostro servizio"

Alla domanda su cosa avrebbe fatto in maniera diversa, quali errori avrebbe evitato, risponde infine Zuckerberg: "È difficile dirlo. Il mondo cambia velocemente, insieme alle norme sociali. La definizione comune di cosa sia una fake news, o un discorso d'odio sui social – concetti che non esistevano fino a qualche anno fa – sono anch'essi in rapida evoluzione, e offrire un servizio per 2 miliardi di persone, con differenti norme sociali, con diversi compromessi tra valori e necessità di comunicazione, rende piuttosto improbabile non commettere errori".  

"Quindi non riesco a rimproverarmi questo. Penso però che abbiamo delle responsabilità, e voglio che le prendiamo seriamente. Sono grato per i feedback e le critiche che riceviamo dai giornalisti che fanno focalizzare sulle cose importanti da fare, perché ne abbiamo bisogno. È importante. Ci sono cose che non potevo risolvere in anticipo nel 2004, ai tempi dell'università. Vorrei non aver commesso alcuni errori, è ovvio. Ma il punto è: come si impara dagli errori e migliorarle cercando di fare in modo che la comunità vada avanti?".