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(AGI) – Istanbul, 11 ago. – L’ennesimo scontro a fuoco tra esercito e Pkk e’ avvenuto oggi, poco dopo la mezzanotte nella provincia di Sirnak, nel sud est del Paese. In base al comunicato emesso dall’esercito un soldato turco e’ morto dopo essere stato trasportato presso l’ospedale militare del luogo a seguito delle ferite riportate. Il giovane aveva appena 21 anni ed era agli ultimissimi giorni di servizio prima del congedo. Sale cosi’ a 26 il numero delle vittime tra le forze di sicurezza turche a seguito degli scontri delle ultime 3 settimane con il Pkk, scontri seguiti ai raid aerei e alle retate condotte dalle forze di sicurezza turche e che hanno riportato alta la tensione nel Paese. L’attacco di oggi e’ infatti avvenuto dopo un lunedi’ di sangue. Ieri a Silopi nella stessa provincia di Sirnak, una mina e’ stata fatta esplodere al passaggio di un blindato dell’esercito. Quattro i militari rimasti uccisi.. Una ritorsione, dopo che il 7 agosto scontri violenti si erano verificati ad appena 4 chilometri dal luogo dell’esplosione, in un quartiere della citta’ dove le forze di sicurezza avevano cercato di entrare per distruggere delle barricate costruite dagli abitanti del luogo per impedire nuove retate da parte della polizia. Negli scontri del 7 agosto 3 civili hanno perso la vita. Sempre nella provincia di Sirnak, poche ore dopo, un elicottero Skorsky, in dotazione all’esercito turco, e’ stato bersagliato da colpi d’arma da fuoco provenienti da una postazione dei ribelli separatisti curdi.Un soldato e’ morto a seguito delle ferite riportate. L’area e’ stata poi colpita da raid compiuti da elicotteri Cobra dell’esercito turco. La Turchia lo scorso 23 luglio aveva dichiarato la propria guerra al terrore “senza distinzioni”. Dei 1560 sospetti detenuti durante le retate compiute dalle forze di sicurezza comparivano militanti del Pkk, ma anche personaggi vicini all’Isis e brigatisti di estrema sinistra. Questo spiega la diversa matrice degli attentati degli ultimi giorni. Infatti nulla ha a che vedere con i ribelli separatisti curdi l’attacco effettuato contro una stazione di polizia di Istanbul, a Sultanbeyli, nella notte del 10 agosto. Trattasi di uno dei quartieri maggiormente rastrellati dalle retate della polizia delle scorse settimane. Nell’esplosione un poliziotto e’ rimasto ucciso, parte del palazzo e’ crollata e danni di una certa gravita’ sono stati riportati anche dagli edifici in prossimita’ del luogo della detonazione. L’attentato e’ stato rivendicato da un gruppo di estrema sinistra di recente fondazione: le Unita’ per la difesa del popolo, gia’ autore di un attentato a Istanbul lo scorso 25 marzo presso la redazione di un giornale di matrice islamica estremista nel quale perse la vita una persona. Il giornale colpito e’ vicino al gruppo islamista del Grande Est (Ibda-c) e ha portato avanti una campagna per la liberazione di Salih Mirzabeyoglu, leader dello stesso gruppo e personaggio vicino all’Isis, attualmente in carcere in Turchia. Nella rivendicazione via twitter il gruppo ha annunciato anche la morte di 4 dei propri uomini, deceduti a seguito della sparatoria seguita l’esplosione di Sultanbeyli, mentre le forze di polizia turche hanno dichiarato la morte di 2 assalitori. Immediatamente dopo gli scontri un gruppo di persone ha devastato la sede del partito filo curdo dell’Hdp che si trova nello stesso quartiere, fortunatamente vuota alle prime ore del mattino. Ci sarebbe invece un altro gruppo di estrema sinistra,attivo da anni in Turchia, il Dhkp-c dietro l’attacco al consolato americano di Istanbul di ieri. Due terroristi hanno aperto il fuoco contro l’edificio, dandosi alla fuga non appena la polizia turca ha risposto al fuoco. Uno dei due, una donna, e’ stata poi arrestata dalla polizia in un edificio poco distante dove aveva cercato rifugio. La donna era uscita di carcere lo scorso 8 luglio. La prefettura di Istanbul ha poi emesso un comunicato in cui ha dichiarato che ad attaccare il consolato Usa sarebbero state due donne e che alla cattura di una delle due e’ seguito il sequestro di una borsa piena di munizioni e armi. I brigatisti del Dhkp-c si erano gia’ resi protagonisti del sequestro e omicidio di un magistrato avvenuto nel palazzo di giustizia di Ankara lo scorso marzo, delle esplosioni di Istanbul occorse a Sultanahmet (1 morto) e a palazzo Dolmabahce lo scorso dicembre, ma soprattutto dell’attentato suicida compiuto presso l’ambasciata Usa ad Ankara nel febbraio 2013 (1 morto). (AGI) .