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(AGI/AFP) – Atene, 7 ago. – Atene si affianca a Roma nel lanciare un appello all’Unione Europea: “E’ l’Ue della solidarieta’ o quella che cerca di proteggere i suoi confini”, ha chiesto Alexis Tsipras riferendosi alle dichiarazioni con cui l’Unhcr (l’agenzia dell’Onu per i rifugiati) ha definito “del tutto vergognoso” il modo in cui la Grecia accoglie i migranti che sbarcano sulle isole dell’Egeo. Nel solo mese di luglio sono arrivati in Grecia quasi 50 mila migranti: una cifra record, secondo quanto si legge in una nota di Frontex. Il numero preciso, 49.550, supera quello complessivo raggiunto nell’intero 2014 (41.700), spiega Frontex, e porta a 130.500 il totale degli arrivi nei primi sette mesi dell’anno. “Anche se l’Italia continua a dover far fronte a un numero massiccio di migranti, negli ultimi mesi il passaggio attraverso a Grecia e’ diventato quello piu’ battuto dai flussi migratori”, spiega la nota dell’agenzia europea per il controllo delle frontiere. Il 90% degli arrivi e’ costituito da siriani e afgani, ma anche i pakistani sono in aumento. I migranti arrivano dalla Turchia e sbarcano nelle isole di Lesbos, Chios, Kos e Samos. Frontex fa appello agli Stati perche’ forniscano piu’ mezzi alla missione Poseidon, in difficolta’ nel sostegno alla Grecia per far fronte all’emergenza. “E’ una crisi umanitaria, dentro un paese che gia’ vive una crisi economica”, ha sottolineato Tripras. “La dimensione del problema e’ europea, -ha aggiunto- va oltre le nostre capacita’”. L’agenzia dell’Onu per i rifugiati aveva denunciato le condizioni di sofferenza dei migranti arrivati sulle coste delle Grecia dall’inizio del 2015 e costretti a dormire all’aperto. A sollevare il problema chiedendo l’intervento di Bruxelles sono state anche le ong. Save the Children ,a esempio, ha rilevato che “i bambini rifugiati e migranti si trovano ad alto rischio di sfruttamento, abuso e malattie, anche mortali” “Circa 1.000 persone -spiega la ong in un rapporto– sbarcano ogni giorno sulle isole del Dodecaneso, per la maggior parte siriani, afgani e iracheni che cercano rifugio in Europa. Nel solo mese di giugno sono giunti sulle isole 4.270 bambini, 86 dei quali non accompagnati” e “si prevede che di qui alla fine dell’anno i migranti che giungeranno in Grecia potranno arrivare a 200.000”. I centri di accoglienza sono nove ma in realta’ “solo uno funziona come tale mentre mentre gli altri assomigliano piu’ a centri di detenzione, dal momento che bambini e adulti non possono uscire e inoltre sono privi dei basilari servizi”. Alcuni bambini hanno riferito agli operatori di Save the Children a Lesbo, Chios, Kos e Atene di non aver mangiato per giorni e di aver paura a dormire fuori o andare in bagno durante la notte per il rischio di abusi. “Al momento il rischio per un bambino, costretto a dormire per strada, di essere molestato, o, per un bambino piccolo, di morire per un colpo di calore, e’ purtroppo molto reale. E sta succedendo proprio alle porte dell’Europa”, spiega Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia. Le persone che arrivano in Grecia, come d’altra parte in Italia, cercano in realta’ rifugio in tutta Europa e quindi c’e’ una responsabilita’ collettiva dell’Unione europea nell’ affrontare la crisi. Neri chiede all’Ue di “aumentare il numero di migranti che possono essere trasferiti dall’Italia e dalla Grecia in altri paesi dell’unione” e di mettere a punto un “sistema permanente per affrontare le emergenze future”. Il governo greco sta per ultimare un nuovo centro di accoglienza vicino ad Atene. “Vogliamo creare un luogo i cui i rifugiati possano stare in condizioni dignitose- ha detto il premier- faremo cio’ che possiamo per rispettare i nostri obblighi umanitari, dando loro quel poco che abbiamo”. .