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(AGI) – Roma, 21 lug. – Prezzi ancora in lieve calo nel secondo trimestre del 2015 per le famiglie italiane che hanno una minore capacita’ di spesa, mentre l’inflazione sale per la fascia di popolazione piu’ ricca. Lo rileva l’Istat nella nota flash sull’inflazione per classi di spesa delle famiglie. “Per le famiglie con minori capacita’ di spesa – che hanno registrato una lieve deflazione (-0,2%) – il contributo negativo piu’ marcato alla dinamica tendenziale dei prezzi al consumo deriva dai prezzi dell’Energia (-0,801 punti percentuali), seguito da quelli dei Servizi relativi all’abitazione (-0,067). I contributi positivi maggiori derivano, invece, dagli Alimentari (0,280 e 0,199 punti percentuali, rispettivamente, per la componente non lavorata e lavorata) e dai Beni industriali non energetici (0,191 punti percentuali)”, spiega l’Istat. “Per le famiglie con maggiori capacita’ di spesa – che hanno registrato l’inflazione piu’ alta (+0,3%) – i contributi positivi piu’ elevati alla dinamica tendenziale dei prezzi al consumo sono da ascrivere ai prezzi dei Beni industriali non energetici (per 0,256 punti percentuali) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (per 0,197 punti percentuali); piu’ contenuto, il contributo degli aumenti dei prezzi degli Alimentari non lavorati e lavorati (nell’ordine, 0,119 e 0,086 punti percentuali). Contributi negativi vengono, invece, dai prezzi dell’Energia (-0,403) e, in misura modesta, dai prezzi dei Servizi relativi alle comunicazioni (-0,066 punti percentuali)”. (AGI)