Ultime News
Share on FacebookShare on Google+Tweet about this on TwitterEmail this to someone

(AGI) – Roma, 2 lug. – Se al referendum di domenica in Grecia “vincono i si’ mi dimettero'”. Lo fa sapere il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, intervistato a Bloomberg tv, precisando che Atene non firmera’ nessun accordo “senza la ristrutturazione del debito”. “Io voglio disperatamente restare nell’euro” aggiunge il ministro, spiegando che il referendum riguarda il modo in cui si “riesce a stare nell’euro”.

IL TAGLIO DEL GIUDIZIO – L’agenzia Moody’s ha tagliato il rating della Grecia al livello Caa3. “Moody’s ritiene che senza un sostegno da parte dei creditori, la Grecia avra’ un default del debito privato”, ha sottolineato l’agenzia di rating. A cio’ si aggiunge il giudizio di Standard Poor’s che prevede “conseguenze severe per l’economia greca, le banche e le aziende non finanziarie” con un’eventuale Grexit, mentre l’impatto sull’Eurozona “sara’ contenuto” e “nell’immediato potrebbe non avere impatto negativo sui rating sovrani dell’Eurozona”. L’agenzia internazionale S&P calcola che, in caso di Grexit, il Pil reale della Grecia “scenderebbe del 20% sotto il livello base in quattro anni”. Inoltre la Grexit “peggiorera’ la gia’ disperata situazione delle banche greche”.

BORSE APRONO PIATTE – Le borse europee hanno aperto piatte, in attesa degli esiti del referendum di domenica in Grecia. Londra sale dello 0,06%. Parigi avanza dello 0,3% e Francoforte dello 0,1%. Apertura piatta anche a Piazza Affari con l’indice Ftse Mib che segna -0,04% a quota 22.948. All Share -0,01%

Sulla Grecia e’ muro contro muro e tale sembra destinato a rimanere il clima almeno fino a domenica, quando si terra’ ilreferendum indetto dal Governo Tsipras.
  Alle controproposte fatte pervenire da Atene, Germania ed Eurogruppo hanno risposto chiudendo lo spazio a ogni trattativa fin quando l’esito della consultazione non sara’ ufficiale.
 

“Adesso siamo in attesa del referendum. Prima del referendum nessuna discussione su nuovi aiuti puo’ aver luogo”, ha detto Angela Merkel. Anche se la stessa cancelliera tedesca si e’ poi affrettata ad aggiungere che “la porta del negoziato e’ sempre stata aperta e resta aperta”.

(AGI)