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AGI – Nella riunione di oggi l’Opec+ dovrebbe confermare i livelli di produzione del greggio. La decisione ‘conservativa’ verrà presa a causa della forte incertezza che c’è sul mercato condizionato dalla guerra della Russia all’Ucraina, dai timori di una recessione globale, dall’incrtezza proveniente dalla Cina a causa della politica ‘zero Covid’, dal tetto al petrolio russo del G7 e dall’embargo europeo che scatterà lunedì.

Il 6 ottobre scorso il gruppo di paesi con a capo Arabia Saudita e Russia hanno deciso di tagliare l’offerta di 2 milioni di barili al giorno, circa il 2% della domanda mondiale, da novembre fino alla fine del 2023. La decisione non è piaciuta agli Stati Uniti che hnno accusato, in particolare, l’Arabia Saudita di schierarsi con la Russia nonostante l’invasione dell’Ucraina decisa da Putin.

L’Opec+ si è difesa negando qualsiasi motivazione ‘politica’ e sostenendo che la decisione sia stata presa per le prospettive di un rallentamento economico e per i prezzi in calo a causa della frenata dell’economia cinese e dell’aumento dei tassi di interesse nelle grandi economie occidentali.

Venerdì il G7, l’Ue e l’Australia hanno definito il tetto al prezzo del greggio russo trasportato via mare a 60 dollari al barile per privare Putin delle risorse necessarie per finanziare la guerra e, allo stesso tempo, permettere al greggio russo di fluire verso i mercati globali impedendo così nuove fiammate al rialzo dei prezzi.

Mosca ha risposto che non venderà il suo petrolio ‘a sconto’ e che studierà le contromosse. Per molti analisti e ministri dell’Opec le norme che regolano il tetto al prezzo sono confuse e probabilmente non efficaci visto che Mosca sta vendendo la maggior parte del suo greggio a paesi come Cina e India che non hanno condannato l’invasione dell’Ucraina.

Ieri c’è stata una riunione Opec senza gli altri 10 membri con cui formano l’organizzazione allargata (Russia Messico, Kazakistan, Azerbaijan, Bahrein, Brunei, Malesia, Oman, Sudan e Sudan del Sud) per discutere di questioni amministrative.

Il cartello non ha discusso del price cap russo. Nei giorni scorsi, invece, era circolata la voce che l’Opec+ non aveva completamente accantonato l’ipotesi di un nuovo taglio a causa dei timori sulla domanda. I rumors hanno provocato un forte rialzo delle quotazioni con il Wti balzato questa settimana di quasi il 5%.

La necessità di un ulteriore taglio tuttavia non circola solo tra i produttori: per molti analisti infatti per mantenere le quotazioni stabili sarebbe necessario ridurre l’offerta in caso contrario potrebbe verificarsi un crollo.

Tuttavia il fatto che la riunione sarà condotta in modalità virtuale sta a indicare, sostengono molti osservatori, che non saranno prese grandi decisioni. Si comincia alle 12 con la riunione del Comitato consultivo congiunto ministeriale di monitoraggio (JMMC) e a seguire la conferenza ministeriale.