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AGI – “L’Italia è l’unico Paese europeo in cui vige il blocco dei licenziamenti. Una misura eccezionale, legata all’emergenza e che certamente aveva senso nel momento piu’ difficile, quando di trattava di evitare che il lockdown generalizzato cancellasse intere realtà produttive”. È l’analisi di Alessandro Spada, nuovo numero uno di Assolombarda, che in un’intervista a La Stampa spiega che l’epidemia ha profondamente mutato il sistema economico e non sarebbe possibile immaginare che gli organici delle aziende rimangano quelli che erano prima del Covid.

E aggiunge: “Oggi stiamo assistendo alla graduale ripresa di alcuni settori mentre altri pagano ancora duramente gli effetti della pandemia. Si tratta di modulare i provvedimenti tenendo conto di questa realtà in mutamento“.

“In alcuni settori anzi c’è una ripresa incoraggiante”, dice il presidente di Assolombarda, che dinanzi alla domanda su quante aziende senza il blocco licenzieranno e quanti sono i posti di lavoro a rischio, così risponde: “Ecco una domanda che un imprenditore non si fa mai. Chi ha la responsabilità di un’azienda pensa a come farla crescere, non a come tagliare gli organici” quindi “non sarebbe serio dare una percentuale”.

Però poi Spada analizza la situazione: “Ci sono settori, come la manifattura, che hanno fatto registrare forti riduzioni della produzione a marzo e aprile e che successivamente sono lentamente risaliti. In alcuni casi i miei colleghi prevedono addirittura di chiudere il 2020 con risultati migliori del 2019. Ma, diciamolo, sono eccezioni”, puntualizza il capo degli industriali lombardi, che precisa: “Ci sono settori pesantemente colpiti dalla crisi. Ancora oggi, ad esempio, chi opera nelle attività legate al turismo e ai servizi subisce cali di fatturato tra il 50 e l’80 per cento”.

“Purtroppo – sottolinea Spada – ci sono settori in cui la pandemia ha profondamente modificato il panorama economico. E che non è detto che possano continuare ad essere gestiti con gli organici che avevano fino al febbraio scorso” cosicché “nei settori più in difficoltà si tratterà di prevedere ammortizzatori sociali per un periodo di tempo più lungo. Inoltre, in tutti i settori, diventa fondamentale investire sulla formazione, leva strategica a garanzia della rioccupabilità delle persone. In particolare la formazione tecnica”, conclude.