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“La Bce si illude riguardo alla sentenza della Corte costituzionale tedesca“. Lo scrive sul Financial Times l’opinionista Wolfgang Munchau, secondo il quale “la risposta più intelligente” dell’Ue “sarebbe quella di affrontare di petto ai problemi della zona euro: scarsa convergenza tra Nord e Sud, sostenibilità del debito e, più importante ora, l’emissione di debito comune per finanziare un fondo per la ripresa”.

“La Corte costituzionale tedesca”, precisa Munchau, “non può impedire alla Commissione europea di emettere 1.000 miliardi di titoli sotto forma di obbligazioni perpetue. Ma è importante che questo debito sia garantito dall’Ue piuttosto che dagli Stati membri, perché i Tribunali nazionali potrebbero alzare la testa”. Ma “i contrasti sul futuro dell’euro”, osserva l’opinionista, “sono solo all’inizio” e “per superarli i sostenitori dell’integrazione politica e monetaria devono smetterla di considerare la Bce come la propria ‘coperta di Linus’ e l’idea che possa sempre fare tutto ciò che serve. Questa battaglia e’ andata persa la scorsa settimana”.

In particolare, Munchau non vede “come sia possibile per la Bce soddisfare i criteri del Tribunale per rendere il programma di acquisto conforme alla sentenza, a meno che non modifichi alcuni dei suoi parametri. In futuro”, scrive, “la Bce acquisterà ancora attività e fornirà aiuti di emergenza. Ma sospetto”, rileva, “che, a lungo termine, la banca centrale deterrà un minor numero di attività nel proprio bilancio a seguito di tale sentenza”.

“Naturalmente”, sottolinea l’opinionista, “la Bce non è soggetta alla legge tedesca. In quanto istituzione dell’Ue, risponde alla Corte di giustizia europea. Ma questa sentenza è vincolante per la Bundesbank. Dubito”, afferma, “che Jens Weidmann, il suo presidente, voglia provocare i giudici tedeschi con una risposta superficiale. La sentenza consente ai tedeschi di prendere parte al programma di acquisto di attività per altri tre mesi a meno che non trovino un modo per conformarsi. Teoricamente, la Bce potrebbe procedere senza la Germania. Ma lo sconsiglio vivamente perché ciò potrebbe provocare una rottura della zona euro”. Per questo, conclude Munchau, l’Europa deve smetterla di far conto solo sulla Bce ed elaborare una “risposta comune” alla crisi.