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Si allungano ancora i tempi per il rilancio di Alitalia e si fa sempre più concreta l’ottava proroga. Nella giornata di ieri, a 48 ore dalla scadenza del termine per la presentazione dell’offerta vincolante, Atlantia ha affermato che non si sono ancora realizzate le condizioni per aderire al consorzio e chiede più tempo per sciogliere la riserva.

Intanto, Lufthansa, a fronte di voci che la dicono pronta a a investire tra i 150 milioni e i 200 milioni, ha ribadito di essere interessata soltanto a una compagnia di bandiera ristrutturata. “Non siamo interessati a investire nell’attuale Alitalia ma investiremo in una società ristrutturata”, ha sottolineato detto il ceo, Carsten Spohr. Il manager ha poi osservato che è più importante avere un partner commerciale forte che trovare un investitore per l’ultimo 10% delle azioni.

Le trattative proseguono per la messa a punto di un piano industriale che soddisfi la compagnia tedesca a entrare in un’Alitalia ristrutturata, in termini di arerei e, soprattutto, di personale. Il piano iniziale di Lufthansa era quello di 6 mila esuberi e un taglio degli aerei da 116 a 75. Il Governo punterebbe a ottenere dai tedeschi 100 aerei e 2.500 esuberi, circa lo stesso numero di Delta.

Per Atlantia, però, non ci sono “significative evoluzioni nelle problematiche rappresentate” il 15 ottobre, ovvero il termine precedente fissato dal Governo per la presentazione delle offerte. Per cui, rileva il gruppo, “allo stato non si sono ancora realizzate le condizioni necessarie per l’adesione di Atlantia al Consorzio finalizzato alla presentazione di un’eventuale offerta vincolante su Alitalia.

Resta in ogni caso ferma la disponibilità di Atlantia a proseguire il confronto per l’individuazione del partner industriale e per la definizione di un business plan condiviso, solido e di lungo periodo per il rilancio di Alitalia”.

La partita appare dunque lunga. Se da un lato c’è l’apertura di Lufthansa a entrare con una quota quasi doppia rispetto a Delta (200 milioni contro i 100 della compagnia americana) in un’Alitalia ristrutturata, dall’altro c’è il permanere, spiegano fonti dell’esecutivo, del legame tra la revoca delle concessioni autostradali e la vicenda Alitalia messo nero su bianco nella lettera di Atlantia al ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli del 2 ottobre scorso.

In quella occasione Atlantia scrisse che “il permanere di una situazione di incertezza su Autostrade o ancor più l’avvio di un provvedimento di caducazione, non consentirebbero di impegnarsi in in un’operazione onerosa e ad alto rischio”. Come il rilancio di Alitalia.

A tutto questo c’è da aggiungere lo sciopero indetto dai sindacati per il 13 dicembre. Filt-Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno proclamato uno stop di 24 ore dell’intero settore. Tra i motivi: il perdurare della crisi di Alitalia, la richiesta di regole per il comparto a partire dall’applicazione del contratto nazionale in tutte le compagnie, il rifinanziamento del Fondo straordinario che viene utilizzato per il finanziamento degli ammortizzatori sociali.