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(AGI) – Roma, 16 ago. – Boom dell’uso dei voucher in 6 anni: dal 2008 al 2014 il loro numero e’ aumentato di 129 volte. E le donne, nell’ultimo anno, sono diventate la maggioranza. Lo rivela una indagine condotta dal Centro Studi della Cna, su dati Inps. Dopo una partenza tutta in sordina, l’uso del voucher e’ salito a ritmo costante fino a impennarsi negli ultimi tre anni, quando si e’ quasi triplicato, facendo toccare al numero complessivo di buoni venduti, solo nel 2014, la super cifra di 69 milioni, 195mila e 377. Un numero di voucher, e quindi di ore lavorate, che equivale – all’ingrosso – a circa 33mila posti di lavoro a tempo pieno. La Cna parla di una “crescita a razzo” dei voucher: nel 2012 si erano fermati a 23 milioni, 817mila e 325. Nel 2008 erano solo 535mila e 985. Tra il 2008 e il 2014 e’ parecchio mutato il profilo dei “prestatori” via voucher per eta’ e per genere, prosegue la Cna. Nel 2008 quattro su cinque erano maschi con un’eta’ media vicina ai 61 anni. Le donne erano appena piu’ giovani: avevano oltre 56 anni e mezzo. Quasi certamente pensionati. Nel 2014 l’eta’ media si e’ abbattuta, calando a quasi 38 anni per gli uomini e a 34 anni e mezzo per le donne. Nel mercato dei voucher sono entrati i giovani e soprattutto le giovani. L’anno scorso le donne hanno sorpassato gli uomini, arrivando a quasi il 52 per cento del totale. In sei anni sono cresciute 97 volte, gli uomini si sono fermati a 25. Il commercio, con il 18,2 per cento dei buoni acquistati, e’ il settore che piu’ utilizza i voucher. A seguire i servizi (14 per cento), il turismo (12,3 per cento), le manifestazioni sportive (9,1 per cento), il giardinaggio e le pulizie (7,6 per cento), le attivita’ agricole (7,3 per cento), i lavori domestici (2,6 per cento). C’e’ uno stock, infine, del 28 per cento che l’Inps classifica come “altre attivita’”. Nei sei anni della grande crisi, tra il 2008 e il 2014, i voucher utilizzati sono stati 162 milioni, 136mila e 535. La regione che, nello stesso periodo, ne ha usati di piu’ e’ stata la Lombardia (26,5 milioni di “buoni lavoro”), seguita da Veneto (23,2 milioni), Emilia-Romagna (19,8 milioni), Piemonte (15 milioni) e Friuli-Venezia Giulia (11 milioni). Una classifica che muta profondamente se si rapportano i voucher venduti alla forza lavoro. In questo caso, in testa alla graduatoria balza il Trentino-Alto Adige con 20,8 “buoni lavoro” a residente tra i 15 e i 65 anni. A seguire, nell’ordine, Friuli-Venezia Giulia (20,6), Veneto (10,4), Marche (9,7), Emilia-Romagna (9,5). La media nazionale e’ di 6,4 voucher per ognuno dei 25.514.924 di italiani in eta’ lavorativa. Sotto questo spartiacque non solo tutte le regioni meridionali ma anche Liguria, Toscana, Lombardia e Lazio. (AGI) .